Hanno sempre un fascino unico, le città fantasma. In Italia e nel mondo, interi quartieri abbandonati nascondono segreti e misteri. Attraggono e, insieme, fanno un po’ paura.
Dal Piemonte alla Sicilia, il Bel Paese di “ghost town” ne è pieno. Alcune sono note e super fotografate. Altre sono invece pressoché sconosciute. Ma ce ne sono due in Lombardia che, oltre alla più nota Consonno, meritano sicuramente una visita: benvenuti nei borghi fantasma di Codera e Savogno.
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Codera, il borgo dimenticato in cui vive il malvagio Valfubia
Codera entra di diritto nella lista dei borghi abbandonati più affascinanti d’Italia. Sorge in provincia di Sondrio ed ha una particolarità: qui non esistono strade carrozzabili: la si può raggiungere solamente a piedi, percorrendo un vecchio sentiero a piedi (mentre gli abitanti locali possono eccezionalmente usufruire di un servizio di elicotteri che atterrano in una frazione vicina). È un percorso che vale la pena compiere: il paesaggio in cui il sentiero è immerso ha un aspetto medievale, misterioso, e il paese tutto – quasi del tutto disabitato sin dagli anni Sessanta (nel 2021 ci vivevano solo 15 persone) – è intriso di leggende.
Si racconta che, a Codera, vaghi l’anima del malvagio Valfubia, un brigante condannato per i suoi misfatti che – come un’anima in pena – cammina per tutta la notte, cambiando sempre aspetto. Talvolta è un maiale, talvolta un uccello. E, ancora oggi, si possono sentire le sue urla di rabbia contro la Luna. Ecco perché gli anziani dei paesi vicini consigliano di recarsi a Codera “armati” di rosario: solo stringendolo tra le mani, e pregando la Madonna, lo si può allontanare.
Un’altra leggenda racconta di un giovane che, nel Quattrocento, si innamorò di una fattucchiera: un giorno, recandosi a casa sua, invece di trovare l’amata così come la conosceva, trovò un’orribile strega. E si ritrovò protagonista di un rito diabolico.
Savogno
Esclusivamente a piedi si raggiunge un altro borgo fantasma imperdibile della Lombardia: Savogno. Una ripida mulattiera, coi suoi 2.886 gradini, arriva sino al vecchio borgo arroccato sul fianco di una montagna, a 932 metri di altezza.
Le sue case, costruite in pietra, sono caratterizzate da ampi loggiati in legno sulla parte frontale e sono tutte a favore di sole, disposte a piramide. L’architettura del luogo, di origine medievale, testimonia tutta la bellezza antica della vita rurale. E a vederlo, ancora oggi, sembra che il tempo qui si sia fermato.
Importante punto di transito per chi si recava a Coira, capitale delle Tre Leghe dei Grigioni, nel Seicento fu colpito dalla peste. Iniziò così a svuotarsi progressivamente, sino a divenire un borgo fantasma negli anni Cinquanta del Novecento. Oggi si ripopola solo in estate, con escursionisti e curiosi che lo esplorano durante le camminate che portano anche alla Cascata dell’Acquafraggia, una meraviglia della natura in Valchiavenna. Un paesaggio, quello in cui è immerso questo borgo fantasma, circondato da boschi vicino alla località che, nel gergo dei paesani, prende il nome di Alpigia.
