Pentadattilo, il bellissimo borgo su una roccia a forma di mano

In provincia di Reggio Calabria sorge Pentadattilo, un borgo bellissimo adagiato su una monumentale roccia a forma di mano

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Redazione

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Sorprendente, incastonato tra le guglie di pietra del monte Calvario e così bello da sembrare surreale: il borgo di Pentadattilo (chiamato anche Pentedattilo o Pentadittilo). Un vero e proprio gioiello ubicato nell’area grecanica della Calabria, e più precisamente in provincia di Reggio Calabria.

Il suo nome, così pittoresco, deriva dall’insolita forma della roccia che lo sovrasta. Una mastodontica formazione rocciosa modellata dalla natura con le sembianze di una mano. La parola Pentadattilo, infatti, deriva dal greco “penta daktylos”, vale a dire “cinque dita”.

Un posto che già nel corso dell’Ottocento fu apprezzato da scrittori, artisti e viaggiatori che lo definirono “uno dei luoghi più’ belli del Mediterraneo“. In particolare, lo scrittore Edward Lear diceva che la città è “così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla”.

Pentadattilo, dopo un violento terremoto che avvenne a fine ‘700 e la continua minaccia di alluvioni, venne pian, piano abbandonato dai suoi abitanti. Oggi, infatti, è un incredibile borgo di circa 40 abitanti.

Ma non è tutto qui, come ci ha rivelato il giornalista Emilio Casalini, che di questo prezioso borgo parla nel suo programma Generazione Bellezza in onda su Rai 3:

È il perfetto emblema della Calabria perché è un borgo che aspetta come la Bella Addormentata di essere risvegliata con un bacio. È tutto bello, bellissimo, ma non ci va nessuno e nessuno porta quel benessere che potrebbe essere sinonimo di sviluppo e con un afflusso di turismo che non deve distruggere ma deve portare qualità, sostenibilità e benessere a chi ci vive per impedire che debba andarsene via.

Tuttavia, questo luogo dai profili mastodontici e magici ha ripreso vita grazie a una serie di progetti che stanno riportando il paese al suo vero e antico splendore. Molte case, infatti, sono state recuperate grazie anche all’aiuto dei volontari.

Camminando tra i vicoli di questo incredibile borgo calabrese si avverte e si vive una pace particolare, a tal punto da respirare un velo di mistero già da quando lo si osserva da lontano. Una vera meraviglia nostrana che assume quasi le sembianze di un presepe intagliato nella roccia.

angoli di pentadittilo
Fonte: 123rf
Pentadattilo, Fonte 123rf

Botteghe artigiane di Pentadattilo

Nonostante le minute dimensioni sono molte le cose da vedere in questo splendido borgo. È obbligatorio fare un giro, per esempio, nelle numerose botteghe artigiane, le uniche a tenere vivo il paese durante tutto l’anno. Negozietti che sembrano davvero rimasti intatti nel tempo e in cui poter trovare tantissimi oggetti in legno realizzati dagli artigiani del luogo e lavorati con un coltellino usato dai pastori, ricostruito con un corno di capra e una lama di acciaio. 

Chiesa di Pentadattilo

Ma da non perdere è anche la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo che conserva la lapide della famiglia Alberti che fu protagonista di una tragica strage avvenuta nel 1686, per motivi sentimentali.

Musei di Pentadattilo

Inoltre, vale la pena fare un salto anche nei suoi musei, come il Museo delle Tradizioni Popolari che conserva gelosamente oggetti e materiali tipici della tradizione contadina, e il piccolo Museo del Bergamotto che protegge dei reperti che riguardano lavorazione dell’agrume tradizionale della provincia di Reggio Calabria.

Affresco di San Cristofaro

Appena fuori dal centro abitato è possibile osservare il bellissimo affresco di San Cristofaro, un’opera realizzata, molto probabilmente, alla fine del ‘700, ma del cui autore non si è mai saputo il nome. Tuttavia, è evidente che colori e tecnica sono identici all’affresco che si trova nella Villa Caristo di Stignano, bellissima dimora settecentesca e unico esempio di arte barocca in Calabria. Il dipinto si trova in questa postazione poiché esiste una leggenda che narra che San Cristofaro fu un uomo particolarmente forte a tal punto da sostenere la roccia.

Altra cosa importantissima da fare è assaggiare due liquori tipici del territorio: il kephas e il noto bergamotto. Il primo, particolarmente apprezzato dalle donne per il gusto e la gradazione, è un digestivo a base di 3 erbe aromatiche che nascono spontaneamente in questa area della Calabria.

La leggenda di Pentadattilo

Ma non è solo la Leggenda di San Cristofaro ad aleggiare tra le bellissime vie di Pentadattilo. Ce n’è un’altra, infatti, che ruota intorno al castello del borgo e che prende origine dalla strage degli Alberti. I quali furono i membri di due nobili famiglie: gli Alberti e gli Abenavoli e tra cui scorreva un’accesa rivalità. Secondo quanto si narra, infatti, il barone Bernardino Abenavoli voleva sposare Antonietta Alberti, ma la donna fu promessa in sposa a Don Petrillo Cortes, figlio del viceré di Napoli. Per questo motivo, il Barone preso dall’ira funesta, la notte di Pasqua entrò nel castello e si vendicò di tutti. Il barone salvò solo Antonietta che fu rapita insieme al suo futuro marito e portata a Montebello. I due si sposarono dopo tre giorni anche se il matrimonio fu annullato successivamente dalla Sacra Rota. La leggenda racconta che nelle sere d’inverno, tra le rocce della magica Pentadattilo, si sentano le urla di dolore del marchese Lorenzo Alberti.