Agnone è un borgo dalla storia millenaria, dalle forti tradizioni, dal ricco patrimonio architettonico, una delle perle dell’Alto Molise, dove sorge anche un palazzo a dir poco misterioso.
Bandiera Arancione del Touring Club, svetta a 850 metri su un colle di roccia a dominio della grande Valle del Verrino, tipico borgo di montagna molisano inserito in un piacevole contesto plasmato da boschi, radure e praterie.
La millenaria tradizione delle campane
Fiore all’occhiello di Agnone è la secolare tradizione dell’arte campanaria che lo rende famoso proprio come “città delle campane”: qui infatti, attorno all’anno Mille, venne fondata la più antica attività a conduzione familiare per la produzione di campane, la storica Fonderia Pontificia Marinelli che, oggi come allora, con impareggiabile maestria padroneggia le tecniche per creare capolavori d’artigianato.
Su prenotazione, è possibile assistere all’intero ciclo di lavorazione di una campana. Accanto alla fabbrica si trova anche il Museo Internazionale della Campana che espone la più ampia collezione di bronzi sacri e un manufatto dal valore incalcolabile, la “campana dell’Anno Mille”.
Il fascino del centro storico tra botteghe e tredici luoghi di culto
La visita del borgo medievale si concentra nel centro storico, un autentico museo a cielo aperto. Passeggiando tra le antiche viuzze, non è difficile imbattersi nelle storiche botteghe di artigiani come, ad esempio, l’Antica Bottega Orafa di Corso Garibaldi, a testimonianza dell’ingegno e dell’operosità, e respirare un’inedita “atmosfera veneziana”.
Già, perché intorno al 1440, la potente e nobile famiglia Borello, capitani di ventura di Venezia e Conti di Pietrabbondante, fece giungere sul territorio di Agnone molti artigiani veneziani abili nella lavorazione del rame: e la forte influenza dello stile veneziano si respira ancora nel quartiere Ripa, chiamato appunto “quartiere veneziano”, e particolari significativi si ritrovano un po’ ovunque, anche nei luoghi di culto come la Chiesa di San Marco Evangelista di stile romanico impreziosita dal barocco.
E, a proposito di chiese, Agnone ne ospita ben tredici. Da citare, innanzitutto, la Chiesa Parrocchiale di San Francesco (che fa parte dei “monumenti nazionali di interesse storico”) con stile gotico all’esterno e barocco-rinascimentale all’interno, poi la Chiesa di Sant’Antonio Abate, risalente al 1118, la parrocchiale di Sant’Emidio dal bellissimo portale gotico ogivale, e la barocca Chiesa dell’Annunziata.
Il misterioso Palazzo Nuonno
Nel cuore di Agnone spicca anche un palazzo “misterioso” che, si narra, sia dimora del diavolo: è Palazzo Nuonno, prima conosciuto come “Palazzo dei Conti Minutolo”, dove aleggerebbero fantasmi e spiriti maligni.
Fino al 1796 fu abitato dalla famiglia Colucci che lo abbandonò perché “infestato dai fantasmi”, passò quindi agli ignari Nuonno che, anche loro, lo lasciarono poco dopo al suo destino per la stessa motivazione. Oggi, sulle mura esterne riporta una targa con su scritto “è detto anche palazzo dei fantasmi, per i fatti e i fenomeni strani che si narrano“.
Leggenda o realtà? Si mormora che, in passato, qui avvenissero riti satanici e orge con dodici coppie e che, allo scoccare della mezzanotte, comparisse la tredicesima, quella del diavolo: una notte, il pavimento crollò e i presenti morirono. Sarebbero allora loro a ricomparire, nella stanza con un teschio inciso sulla parete, nella forma di spiriti.
Il mistero non finisce qui: dal Palazzo era molto facile accedere al corridoio che metteva in comunicazione il Convento dei Frati con il Convento delle Suore di Santa Chiara dove furono ritrovati numerosi feti, forse frutto di clandestini rapporti tra amanti. E Palazzo Nuonno si trova proprio al centro dei due edifici.
Gli abitanti del borgo sostengono di aver sentito strane urla, passi di danza e di cavalli, e musica dopo la mezzanotte ma non solo: non molto tempo fa, un utente ha postato su Facebook una foto che immortala una strana figura dietro i falsi vetri di una finestra che, nella realtà, è murata. E molti sostengono di averla scorta più volte. L’enigma di Palazzo Nuonno e dei due conventi continua tutt’ora, vivo più che mai.