Il borgo italiano “pendente” che sembra un dipinto

Un borgo quasi irreale, sospeso nel tempo e nello spazio, arroccato su un ripido pendio, tra terra e cielo: un dipinto che affascina gli occhi e il cuore

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

Content Writer

Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

È una Toscana meno conosciuta ma dal fascino suggestivo, un borgo quasi irreale, sospeso nel tempo e nello spazio, celato allo sguardo e inaspettata sorpresa dopo una seria di tornanti: benvenuti a Lucchio, il piccolo paese arroccato su un ripido pendio, tra terra e cielo, a 780 metri di altezza.

Una manciata di antiche case in pietra appollaiate tra castagneti e verdi boschi, uno spaccato di Medioevo nella selvaggia Val di Lima, nel comune di Bagni di Lucca, sulla strada tra Pistoia e Lucca: uno straordinario dipinto che sembra emergere dalla roccia, nato spontaneamente ma dal risultato impareggiabile.

Una storia che affonda le radici nella notte dei tempi

Immerso in un paesaggio di rara bellezza, Lucchio affonda le radici in un lontano passato, forse addirittura in epoca romana basandosi sul termine “lucus”, bosco in latino, oppure al periodo degli scontri tra Longobardi e Bizantini per il controllo dell’Appennino.

Le testimonianze certe risalgono alla presenza della Chiesa di San Pietro, nominata nelle carte ecclesiastiche tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200, mentre la fortezza viene citata per la prima volta nel 1327.

La rocca ebbe notevole importanza nei primi anni del Trecento, con la conquista da parte di Lucca: grazie alla sua posizione strategica, infatti, Lucchio diventò importante baluardo difensivo dei confini lucchesi, permettendo di controllare, dall’altopiano delle Pizzorne, la strada che da Pistoia portava in Val di Lima lungo il Passo dell’Oppio e, da lì, arrivava a Lucca attraversando la Valdinievole.

Dopo secoli di dominio ed eventi, la rocca perse il suo ruolo militare e, nel 1826, fu acquistata dalla famiglia Pacini che la convertì in abitazione privata.

Camminando lungo le vie del borgo “pendente”

veduta aerea lucchio
Fonte: iStock
Veduta aerea di Lucchio

Conoscere Lucchio è davvero una piacevole scoperta. Un borgo originale, realizzato muro su muro, via su via e casa su casa nel corso dei secoli da un popolo semplice che lo ha plasmato in base alle proprie esigenze, senza cognizioni architettoniche, ma il risultato è magnifico: un agglomerato omogeneo di abitazioni che si arrampicano verso l’alto, quasi in verticale, e donano l’illusione che le fondamenta e i tetti siano incastrati gli uni sugli altri.

E lassù, sulla cima, tra bianche rocce protese verso il cielo, ecco ancora i resti della fortezza medievale, dalla storia significativa a protezione e controllo della strada di fondovalle, raggiungibile seguendo un sentiero: sono ancora visibili le rovine della cinta muraria dall’andamento irregolare e parte della sede della guarnigione difensiva, ma ciò che colpisce di più è il panorama spettacolare sui monti e sulla verde vallata dove scorre il torrente Lima.

L’accesso al borgo avviene oltrepassando una porta situata in un massiccio torrione provvisto di finestra con vista. Ecco subito la Chiesa di San Pietro, a due navate: l’interno, dalle volte azzurre con cornici dipinte a finto marmo, conserva una fonte battesimale in pietra serena (arenaria di colore grigio) e un pregevole altare, entrambi risalenti al Settecento.

Passeggiare lungo le ripide vie, in un’atmosfera isolata testimone del tempo che fu, consente di apprezzare gli edifici residenziali, costruiti in pietra locale, che risalgono il pendio, in un azzardato gioco di equilibri: ed è proprio la pendenza del borgo, costruito per sfruttare al meglio il pendio e tutto lo spazio disponibile, ad aver dato adito a pittoreschi modi di dire locali quali, ad esempio, “a Lucchio legano i figlioli all’uscio” oppure “le galline hanno un paniere sotto la coda per impedire che le uova rotolino via“.

Oggi Lucchio vive in un silenzio rigenerante, quasi “paese fantasma”, con poche famiglie che lo abitano tutto l’anno, nessun negozio, nessuna scuola: una dimensione “altra”, meditativa, di una bellezza struggente, punto di partenza ideale per piacevoli escursioni ai dirupati Penna di Lucchio e Monte Memoriante.