La piccola stazione della Sicilia rinata grazie a un originale museo

La storia della stazione ferroviaria di Villarosa, sperduta nell'entroterra siciliano, e del suo treno museo

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Quella che vogliamo raccontarvi è una storia bellissima. È quella della piccola stazione ferroviaria di Villarosa, sperduta nell’entroterra siciliano, sulla linea Palermo-Catania, a pochi chilometri da Enna e che, grazie all’impegno di un ex ferroviere, è rinata e oggi è una vera sorpresa per quanti si trovano, anche solo per caso, in questa zona della Sicilia.

La rinascita della stazione di Villarosa

È la storia di Primo David, inviato nel 1992 dalle Ferrovie dello Stato a Villarosa per chiudere la stazione e inventariare tutto il materiale che si trovava nella biglietteria.

Come per molte delle stazioni meno trafficate disseminate tra le campagne siciliane, appartenenti alla cosiddetta “Rete Sicula” voluta da re Vittorio Emanuele, anche per quella di Villarosa il destino era quello di essere chiusa definitivamente e, molto probabilmente, abbandonata per sempre.

Ma così non è stato. La stazione non soltanto è divenuta uno spazio aperto al pubblico, ma oggi ospita anche un originalissimo museo, ricavato all’interno di alcuni vecchi vagoni ferroviari.

Il treno museo

David, infatti, ha avuto la brillante idea di fare qualcosa per la comunità della cittadina che oggi conta poco più di 4mila abitanti dediti soprattutto all’agricoltura o che lavoravano nelle numerose miniere di zolfo della zona, ormai chiuse, anche tenendo conto di molti cittadini emigrati negli anni passati in Belgio e in Germania in cerca di lavoro e desiderosi di tornare in patria per trascorrervi le vacanze.

Curiosi da tutta Europa

Non soltanto l’ex ferroviere non ha smantellato la biglietteria, ma l’ha addirittura fatta abilitare al servizio internazionale, facendo in modo che arrivassero anche treni con vagoni letto e con auto al seguito, trasformandola in una vera e propria stazione commerciale.

“Sicuramente l’inizio non è stato facile” commenta David “ma se si crede in certi valori prima o poi si arriva al traguardo”.

Appena si arriva in stazione, si viene accolti da una gradevole musichetta che proviene da Radio F.S. Nius Radi. Entrando nello scalo merci, ben sistemato, ci si trova davanti nove carri merci opportunamente attrezzati, pieni di oggetti di natura etnoantropologica che sono frutto di donazioni spontanee a titolo gratuito da parte di comuni cittadini.

Il valore simbolico

I vagoni che ospitano il museo, voluto da Primo David e dall’associazione culturale Amici del treno museo di Villarosa, sono quelli che furono usati per deportare gli ebrei da Roma a Trieste al campo di concentramento San Sabba nel 1943, l’unico campo di concentramento in Italia con annessi forni crematori. da luogo di morte a luogo di cultura e memoria, per non dimenticare le atrocità della deportazione.

All’interno del museo, si ripercorre la storia del territorio, dalle miniere alla civiltà contadina fino alla storia dell’emigrazione siciliana che, nel corso degli anni, aveva spopolato il paese di Villarosa.

Uno spazio è dedicato alla storia del treno, con alcuni pezzi rari che fanno la gioia dei grandi appassionati. Inoltre, poiché Villarosa ha creato una numerosissima colonia in Belgio, fatta di uomini che andarono a lavorare nelle miniere di carbone, per ricordare il passato degli abitanti, ha donato alla collezione del museo un vagoncino minerario.

Oggi, il treno museo è il fiore all’occhiello del paese, che vanta anche begli edifici storici e chiese seicentesche, e nel corso degli anni è stato visitato da circa un milione di turisti, anche stranieri, soprattutto tedeschi, austriaci e francesi, con cui David organizza dei tour per visitare l’isola esclusivamente in treno.

“Oggi il treno museo di Villarosa è diventato un simbolo del nostro territorio”, racconta David “ma soprattutto arrivano tutti in treno e questo per me è fondamentale, perché il treno è civiltà e cultura e là dove c’è cultura c’è turismo e in una terra baciata dagli dèi come è la Sicilia le ferrovie hanno un ruolo importante”.

Info utili

Per visitare il museo, è sufficiente mettersi in contatto con l’associazione culturale e il suo presidente, Primo David, al numero +393384809721, che hanno avuto l’incarico di provvedere all’organizzazione e alla gestione del museo grazie alla concessione dell’area da parte della Rete ferroviaria italiana.

Il museo è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.