Il dominio spagnolo in Sardegna ripercorso in un itinerario

Abbiamo collegato le 7 città regie in un percorso fuori dalle solite rotte

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Redazione

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Pubblicato: 15 Marzo 2016 18:10

Fra il 1300 e il 1700, la Sardegna è stata sotto il dominio spagnolo, assorbendone la cultura, le tradizioni e l’architettura. Ne sono un esempio le 105 torri di avvistamento poste a difesa delle coste, le chiese e i riti religiosi, che ancora seguono gli antichi cerimoniali.

Visitando l’isola, l’itinerario spagnolo più affascinante da percorrere è quello delle sette città regie. A Sud, la prima città da visitare è Castel de Cáller, ossia Cagliari, che con i suoi bastioni cinquecenteschi domina il Golfo degli Angeli. Del periodo spagnolo è anche il magnifico santuario di Nostra Signora di Bonaria. Se si visita Cagliari il 1° maggio bisogna andare alla sagra di S. Efisio, che si svolge ininterrottamente dal 1656.

A 50 chilometri si trova la città di Iglesias, in epoca spagnola nota come Villa di Chiesa, il cui nome è dovuto alle numerose chiese presenti nel suo territorio. I quartieri medievali risplendono in tutto il loro fascino durante i riti della settimana santa, quando le antiche stradine sono attraversate da un corteo d’incappucciati in tunica bianca appartenenti all’Arciconfraternita del Santo Monte.

Più a Nord si trova la città di Oristano, l’antica Aristán, dove è possibile ammirare una delle torri di avvistamento più imponenti dell’isola, quella di Torregrande. Qui durante il carnevale, si può assistere alla Sartiglia, una sorta di giostra equestre di chiaro spunto spagnolo, organizzata dai cittadini sopravvissuti.

A Nord-Ovest si trova la pittoresca cittadina di Bosa, dominata dal castello dei marchesi Malaspina, caduti per mano aragonese. Sulla riviera del corallo sorge L’Alguer, la cittadina catalana di Alghero, protetta da bastioni sul mare, torri e cannoni. Questa è la città che assimilò più di qualunque altra nell’isola la cultura spagnola, conservando ancora oggi anche la lingua.

Nel Nord Sardegna, Sassari o Sásser, come quando la conquistarono gli aragonesi, ha dei begli esempi di architettura iberica, come la fontana di Rossello, la cattedrale in stile gotico catalano e la chiesa delle cappuccine. Visitando la città il 14 agosto è possibile assistere alla discesa dei Candelieri, portati in processione danzante dagli appartenenti alle corporazioni cittadine.

L’ultima roccaforte di questo itinerario è Castillo Aragonés, oggi Castelsardo, che conserva nel vecchio borgo medioevale, lo stesso fascino antico che aveva nel periodo spagnolo. Sono presenti altri siti d’interesse sia nell’entroterra sia lungo le coste, ma queste città riuscirono a mantenere una certa libertà rispetto ai feudi locali, rispondendo solo al re.

Immagini: Depositphotos