Il Basso Sarca: in Trentino, tra castelli fiabeschi e luoghi selvaggi

Un itinerario completo che spazia dalla storia dei castelli e dalle meraviglie naturali ai percorsi d’acqua.

Foto di Filippo Tuccimei

Filippo Tuccimei

Wildecobeach S.r.l. Founder

Ama i libri sulla storia del colonialismo ed i lunghi viaggi zaino in spalla. Così come gli itinerari più brevi ma avventurosi, ed ha speso gli ultimi anni del suo tempo libero per scovare le meravigliose spiagge di torrente.

La bassa Valle del Sarca, che si estende approssimativamente dal canyon del Limarò, presso Sarche, fino al Lago di Garda, ci offre un itinerario completo che spazia dalla storia dei suoi castelli e dalle sue meraviglie naturali, come la Riserva Naturale delle Marocche di Dro, ai percorsi d’acqua. L’itinerario può essere percorso anche in bici tramite la splendida ciclopedonale Torbole – Sarche, per poi proseguire sulla ciclopedonale per Comano Terme che risale la Val Sarca attraverso le sue zone più selvagge, tra cui la Forra del Limarò. 

Il nostro tour, ideale per l’autunno, sviluppandosi mediamente sui 200 metri di altitudine con punte massime di 400, inizia con il Ponte Romano sul fiume Sarca, di cui, a dispetto del nome, abbiamo una prima attestazione solo nel 1385.

Come testimoniato dalle lapidi lungo il parapetto, il ponte fu ricostruito, nella sua attuale foggia romana, nel 1719, e poi distrutto dagli austro-ungarici nel 1866, nel tentativo di tagliare a Giuseppe Garibaldi le vie di accesso alla città di Trento. Dopo le proteste degli abitanti di Ceniga, il ponte venne ricostruito con la foggia precedente. 

Proprio nei pressi del ponte c’è una bella spiaggia che, in estate, regala il meritato tuffo a ciclisti ed escursionisti accaldati. 

Spiaggia-del-Ponte-Romano
Spiaggia del Ponte Romano

Dal Ponte potete passeggiare sulla sinistra orografica del Sarca verso Dro, in una strada stretta, affascinante e fuori dal tempo fatta di muretti a secco, strade sterrate, olivaie e vigneti.

Il Ponte Romano sul Sarca
Fonte: Filippo Tuccimei
Il Ponte Romano sul Sarca

Non lontano da Dro potete visitare un luogo incantato, il Castello di Drena. Sorto nel XII secolo probabilmente su un preesistente villaggio preistorico, regala viste mozzafiato, una buona ricostruzione storica degli insediamenti della zona e degli ambienti del castello e la mostra di alcuni reperti. 

 

Il Castello di Drena

Si narra che il tesoro del castello fosse custodito dal diavolo e che, per impossessarsene, bastava recarsi nel prato e leggere il Vangelo. Pur di non ascoltare le sacre scritture il demonio sarebbe apparso offrendo delle monete d’oro, ovviamente in cambio dell’anima. Come nella migliore tradizione popolare, per diventare ricchi bisognava accettare la povertà nello spirito.

Si racconta, inoltre, che fosse abitudine dei castellani divertirsi a sparare dalla vetta della torre sui contadini che coltivavano i campi.

Per verificare l’abilità di questi cecchini, spostatevi allora sulla torre merlata più alta del castello e godetevi una spettacolare vista a 360 gradi sulla Valle del Sarca, di Cavedine e sulle selvagge Marocche di Dro… bastano 300 scalini!

Fonte: Filippo Tuccimei
Campi coltivati sotto il Castello di Drena

Dopo la visita del castello ritornate verso il fondo valle e, seguendo le indicazioni per il Lago di Cavedine, prendete la SP214: è una strada selvaggia, questa, che si fa spazio in un paesaggio lunare, la Riserva naturale provinciale Marocche di Dro, una zona arida risultato di un grande sistema di frane avvenute in era quaternaria che contengono il lago stesso.

La SP214 si arrampica sulle Marocche di Dro sorvegliata dai merli del Castello

Si tratta di un fenomeno naturale di natura glaciale che ha portato alla formazione di una distesa di grandi macigni per un totale stimato di 187 milioni di metri cubi. Qui sopravvivono alcune specie vegetali, ma pochi arbusti, tra cui i pini neri, tentativo dell’uomo, fortunatamente solo in parte riuscito, di dominare questo ambiente unico e selvaggio.

Le Marocche di Dro

Un tale portento della natura non poteva non scatenare miti e leggende e, secondo una di queste, la frana venne inviata quale punizione divina per spazzare la lasciva città di Kas, i cui abitanti vivevano da troppo tempo nella lussuria e nel vizio. Nel 1922, durante uno scavo presso la Centrale Idroelettrica di Fies, le credenze popolari furono incoraggiate allorquando gli operai trovarono un pezzo di tegola a 40 metri di profondità. Questo non prova l’esistenza di Kas, ma che nella zona erano presenti degli insediamenti databili all’epoca romana e che l’ultimo crollo potrebbe essere avvenuto in tempi geologicamente recenti.

La SP214 prosegue costeggiando il Lago di Cavedine sul lato orientale che inizia con una riva abbastanza stretta fatta di prati, ma anche di vere spiagge ombreggiate di comoda sabbia e ghiaia. Ho raccolto le più belle spiagge fluviali così come i migliori itinerari del Trentino in una guida appassionata, a brevissimo disponibile sul sito weBeach, da cui è estrapolato questo itinerario.

Lago di Cavedine

Perché non dare un tocco fantasy al vostro giro? Immaginate allora il classico castello delle fiabe: torri e torrioni, viali e giardini ben curati posizionati su uno sperone roccioso difeso da possenti mura merlate che si infila letteralmente in un lago immobile immerso in una coltre di nebbia. Aprite gli occhi ora: siete a Castel Toblino, uno dei più celebri castelli del Trentino.

Castello e Lago di Toblino

In posizione particolarmente suggestiva – quello che oggi è uno sperone era in passato, con il livello del lago più alto di due metri, un’isoletta – tanto da richiamare da sempre l’attenzione di artisti e poeti, se non il più celebre è forse il più romantico dei castelli trentini. Sorto sul luogo di un’antichissima fortificazione, viene menzionato per la prima volta in un documento del 1124 nel quale si nomina Odonco di Toblino.

L’attuale aspetto si deve principalmente alle riedificazioni cinquecentesche realizzate dal Vescovo Bernardo Clesio e dai Madruzzo, dinastia di principi-vescovi regnante su questo territorio per circa 120 anni, che trasformarono la primitiva fortezza in una residenza signorile.

La dinastia è rimasta ben presente nell’immaginario collettivo: lo stesso Benito Mussolini in “L’amante del cardinale. Claudia Particella” narra dell’amore, segreto ma non troppo, tra la cortigiana Claudia Particella e il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo.

Gli interni del castello, oggi in parte occupati dal Ristorante Castel Toblino, sono, se possibile, anche più caratteristici: archi, ringhiere in vecchio legno e armature ci teletrasportano velocemente nel Medioevo. Potete gustare un pasto qui, oppure prenotare con anticipo una visita guidata del castello (vedi il paragrafo Info pratiche).

Castello di Toblino

Se avete voglia di camminare non perdetevi la Forra del Limarò: il percorso, attrezzato con terrazzamenti in metallo che migliorano la visuale e ponti mozzafiato, offre viste eccezionali sulle selvagge gole del Sarca, frutto della millenaria opera di escavazione della roccia da parte del fiume. Il percorso a scendere dura 45 minuti, è segnalato e adatto anche ai bambini.

Canyon del Limarò

 

Info pratiche

L’arteria stradale principale di questo itinerario è la SS45bis che da Riva del Garda arriva fino a Sarche per poi proseguire fino a Trento.

Mappe, dislivelli e tracciato della pista ciclopedonale Torbole – Sarche qui.

  • Ponte Romano: km 121,8 della SS45bis, si prende il bivio per Ceniga e poi Via al Ponte seguendo le indicazioni per il Ponte Romano (45.95027, 10.89837). Proprio in corrispondenza della svolta per Via al Ponte c’è un parcheggio con 30 posti (45.950551, 10.901214), da cui in 3 minuti arriverete al ponte.
  • Castello di Drena (adulti 4 €): nei pressi della rotonda di Dro, lasciate la SS45bis per la la SP84, seguendo le indicazioni per Castello di Drena/Valle di Cavedine a destra e seguite questa strada ignorando, ca 3 km più a nord, il bivio per il Lago di Cavedine (SP214) e proseguendo fino al parcheggio del castello (45.970368, 10.940063), a cui si accede a piedi attraverso la stradina in selciato che entra nel piccolo borgo cresciutovi attorno.
  • Marocche di Dro: si torna al bivio per il Lago di Cavedine prendendo la SP214, l’area attrezzata è qui.
  • Castel Toblino [46.056039, 10.967215, Localita’ Castel Toblino, 1, 38076 Madruzzo (TN); ampio parcheggio all’interno della porta del castello; www.casteltoblino.it; visite guidate: associazionecasteltoblino@gmail.com, +39 347 8260222]: è situato sulla SS45bis a 15 km da Trento. Ristorante Castel Toblino: +39 0461 864036, +39 347 1175949; www.casteltoblino.com.
  • Forra del Limarò: a Sarche si lascia la SS45bis per prendere a destra la SS237/Via Caffaro, si attraversa il Sarca, si percorrono i tornanti e poi le gallerie, fino alla prima rotonda dove si lascia la SS237 in direzione Molveno per riattraversare il Sarca e lasciare l’auto subito dopo il ponte (46.047028, 10.893797). Si può arrivare qui anche in bici: alla fine della Torbole – Sarche si prende ugualmente Via Caffaro in salita per 1,7 km, fino a prendere la ciclabile per Comano terme a destra che si ricongiunge alla SS37 alla fine della seconda galleria. Si prosegue a piedi sulla strada asfaltata che scende a destra non appena attraversato il ponte, strada che successivamente si fa sterrata. Contattate l’ufficio APT [800111171, +39 0465 702626;  info@visitacomano.it; Via Cesare Battisti, 74 I, 38077 Comano Terme (TN)] per informazioni sulle condizioni del sentiero. Nel caso vogliate fare questo sentiero, e l’itinerario completo in un solo giorno, potrebbe convenire fare il giro al contrario, da nord a sud, partendo proprio dalla Forra del Limarò.