Il canyon dell’Orrido di Ponte Alto e le sue cascate

Il canyon spettacolare alle porte di Trento che merita un viaggio

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Basta abbandonare i percorsi più battuti e scegliere di camminare lungo i sentieri meno noti per scoprire luoghi bellissimi e nascosti ai più. È quanto accade alle porte di Trento, dove c’è un canyon davvero spettacolare che, però, solo pochi conoscono. È il Canyon dell’Orrido di Ponte Alto, un posto spettacolare che è stato riaperto al pubblico solo pochi anni fa, dopo un attento lavoro di messa in sicurezza. L’Orrido è un profondo canyon scavato dalle acque tumultuose del torrente Fersina nel corso di migliaia di anni. Qui, nel 1500, sono state costruite alcune delle opere idrauliche più antiche del mondo. Fin dal 1800, la forra nei pressi di Ponte Alto ha affascinato gli abitanti e i visitatori della città di Trento. Solo ultimamente è stato scoperto anche dai turisti che arrivano da fuori città ed è visitabile tutto l’anno nei weekend, anche con i bambini al seguito.

Come è nato il canyon dell’Orrido di Ponte Alto

Un tempo il Fersina, infatti, dopo aver percorso la Valle dei Mocheni, si dirigeva verso Sud-Est lungo la Valsugana e confluiva nel Lago di Caldonazzo. Circa 7000, anni fa i detriti depositati dai ghiacciai, in ritiro dopo la fine dell’ultima glaciazione, si accumularono in un conoide che, dalla Vigolana, scendeva verso la piana di Pergine, creando una “diga” che costrinse il Fersina a confluire verso Ovest, nel suo attuale corso.

Il torrente ha dovuto farsi strada, quindi, erodendo strati di rocce calcaree depositate nel corso di ben 140 milioni di anni, fino a creare una forra profonda un centinaio di metri, che separa le pendici del Monte Celva da quelle del Calisio. L’incisione, in certi punti, si restringe in modo impressionante tanto che dall’alto non si riesce a tratti a vederne il fondo, in quanto il torrente ha scavato anche i fianchi.

Scendendo nella forra, nei pochi punti accessibili, ci si immerge in un mondo cupo e ombroso, saturo di umidità. Qua e là, su qualche balza, crescono gli ultimi alberelli e isolati esemplari di tasso, miracolosamente abbarbicati. Sulle pareti a strapiombo che sembrano dipinte talmente sono le sfumature che le colorano, si sviluppano delicati tappeti verdi su cui sostano il merlo acquaiolo e la ballerina gialla, in cerca di cibo.

Le cascate di Ponte Alto

È stupefacente immergersi in questa gola scavata nei millenni dal torrente, tra cascate alte oltre 40 metri e strati di roccia rossa che creano scenografici giochi di luce. Attraverso una scaletta a chiocciola scavata nella roccia del versante destro, si può accedere a una sorta di balcone sotto il piano di deflusso del torrente, trovandosi praticamente all’interno della cascata. Il percorso è tutto su passerelle sospese nell’orrido, lungo scalinate che salgono e scendono e affacciato su balconi da brividi. Il percorso è molto semplice, purtroppo non è accessibile con passeggini né carrozzine a causa dei gradini e degli spazi ridotti. Non è nemmeno vietato l’ingresso ai cani, ma è consigliato tenerli al guinzaglio. Per motivi di sicurezza, si consiglia di visitare il canyon accompagnati dalle guide esperte, che spiegano l’ambiente particolare di questa forra e la storia dei sistemi di regimazione delle acque qui realizzati fin dal Medioevo, per proteggere la vicina città dalle improvvise piene.

La Serra di Ponte Alto

Alla bellezza naturale di questo luogo si unisce una delle più antiche opere di sistemazione idraulica d’Europa, la cosiddetta “Serra di Ponte Alto“, realizzata per volere del Principe Vescovo Bernardo Clesio nel 1537 e, dopo innumerevoli rifacimenti e consolidamenti, tuttora presente dopo l’ultima ricostruzione fatta nel 1850. Consiste in uno sbarramento per l’intercettazione del materiale solido trasportato dal Fersina e dà luogo a due spettacolari salti: il primo in corrispondenza dell’opera storica vera e propria, il secondo “nato” nel 1882 a seguito della costruzione di una seconda opera a consolidamento della prima, la “Controserra Madruzza”.

Come arrivare

Al canyon dell’Orrido di Ponte Alto si può arrivare comodamente da Trento o dal Comune di Pergine con il pullman di linea che si ferma nei pressi dell’ingresso oppure in auto. Le visite guidate della durata di circa 45 minuti si fanno di sabato, domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 18 per un massimo di 15 persone alla volta previa prenotazione online. Il biglietto intero costa 6 euro (4 euro se in possesso della Trentino Guest Card). Ridotto (6-12 anni) costa 4 euro (2 euro con la Card), mentre è gratis per i bambini sotto i sei anni di età. L’orrido è sempre aperto, salvo per motivi di condizioni meteo avverse.