Non solo Uluru, in Australia c’è un altro luogo sacro agli aborigeni

Se Uluru - o Ayers Rock - è il luogo più famoso d'Australia ce n'è un altro incredibile che pochi conoscono

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Se Uluru – o Ayers Rock – è il luogo più famoso d’Australia, sito caro alle popolazioni aborigene, bisogna sapere che questa maestosa roccia rossastra che spunta nel bel mezzo del Red Center non è l’unico luogo sacro alle antiche popolazioni del Northern Territory.

A meno di 500 chilometri a Nord-Est c’è un altro luogo bellissimo, importantissimo ma molto meno famoso e meno frequentato dai turisti. È la Rainbow Valley, famosa per le sue rocce calcaree che si colorano di sfumature incredibili la mattina presto e al tramonto. Ocra, arancione, rosso, viola sono i colori predominanti, un vero paradiso per i fotografi. Specie dopo la pioggia, quando le rocce riflesse nelle pozzanghere creano immagini molto suggestive.

La Rainbow Valley Conservation Reserve, istituita nel 1990, si trova a circa 75 km a Sud di Alice Springs, l’ultimo grande centro abitato prima del deserto rosso australiano. È parte delle alture del James Range ed è un importante sito sacro (Ewerre) per la popolazione aborigena degli Arrernte. Su alcune rocce è possibile ammirare incisioni rupestri risalenti a tantissimi anni fa.

La “Valle arcobaleno” è nel bel mezzo del nulla, per raggiungerla è necessario noleggiare un 4×4 e percorrere l’ultimo tratto a piedi. Spettacolari gli alberi chiamati “Querce del deserto” che fiancheggiano l’ultimo tratto di strada. Ovunque panorami rocciosi rosseggianti e piane argillose che si allagano dopo le piogge dando vita a scenari surreali.

Molto suggestiva è la formazione rocciosa chiamata Mushroom Rock, con un tunnel interno scavato in milioni di anni dal vento e dalla pioggia.

Come nel sito di Uluru, anche nella Rainbow Valley alcune zone sono interdette al pubblico se non con un permesso speciale e una guida che accompagni la visita. Sono quelle ritenute ancora oggi sacre, dove sono stati trovati reperti, monili, incisioni e disegni rupestri.

Le guide locali consigliano di non allontanarsi troppo dal tracciato turistico segnalato, da un lato per non invadere le zone interdette del sito archeologico, ma anche per non rischiare di imbattersi in qualche animale strano.

Infatti, se questo luogo appare deserto, in realtà pullula di vita “wild”. Chi è stato in Australia sa che in questo continente esistono alcune specie animali incredibili, alcune sono tra le più pericolose del mondo, pensate alle meduse o agli alligatori. Niente di tutto ciò in mezzo al deserto, ma è facile imbattersi in piccoli rettili dalle forme primordiali, come il diavolo spinoso, una lucertola il cui corpo è interamente coperto di spine e il cui colore va dal giallo al marrone al nero, a seconda dell’ambiente in cui si trova, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente.

Ma qui ci sono anche i dingo. Ecco perché è permesso fare campeggio, ma rispettando alcune regole severissime. Altrimenti, nella Rainbow Valley non c’è nessun altro tipo di alloggio. Le notti, qui, sono più nere e stellate che mai.