Nonostante la tecnologia sempre più avanzata e secoli di ricerche incessanti, le profondità oceaniche continuano a preservare intatti i loro segreti. Ma ogni tanto siamo fortunati: dai fondali emergono sorprese del tutto inaspettate, che aprono nuovi scenari su un mondo ancora perlopiù sconosciuto.
È proprio quello che è successo al largo delle Filippine, dove alcuni esploratori hanno trovato qualcosa di incredibile.
Filippine, scoperto un relitto da record
Lo splendido mare cristallino che circonda le Filippine è foriero di sorprese che, a quanto pare, si rinnovano anno dopo anno. Là dove il turismo di massa – quello che affolla le meravigliose spiagge del Paese – non arriva, ovvero tra le profondità oceaniche, è di recente emerso qualcosa di sorprendente. Un team di esploratori della Caladan Oceanic Expeditions, in collaborazione con la Eyos Expeditions, ha scoperto un relitto da record sui fondali marini delle Filippine. Si tratta di un celebre cacciatorpediniere della marina statunitense, impiegato nel corso della più grande battaglia navale della Seconda Guerra Mondiale.
La sua storia è incredibile: la USS Samuel B Robert, conosciuta da tutti come Sammy B, prese parte ad un’importantissima battaglia al largo di Samar, nell’ottobre del 1944. Fu in quel frangente che la marina imperiale giapponese subì la più grande perdita di navi dell’intero conflitto, e il cacciatorpediniere ebbe in ciò un ruolo determinante. Secondo i documenti ufficiali, fu la Sammy B a silurare un incrociatore pesante giapponese e a danneggiarne in maniera irreparabile un altro. Ma, una volta esaurite le sue munizioni, venne colpita da una corazzata e si inabissò. Dei 224 uomini a bordo, solo 120 riuscirono a salvarsi.
Fino ad oggi, della Sammy B si erano perse le tracce. Il luogo del suo naufragio non è mai stato determinato con esattezza, e le esplorazioni non hanno portato ad alcun risultato. Ma la tecnologia fa passi da gigante, e grazie all’impiego del più profondo sonar a scansione laterale mai installato su un sommergibile è finalmente stato possibile raggiungere i fondali marini in cui il secolo scorso il cacciatorpediniere era affondato. Il dettaglio più sensazionale è la posizione: per gli esperti, questo è il relitto più profondo mai scoperto.
Il relitto della Sammy B, una scoperta eccezionale
La Sammy B è stata rinvenuta, spezzata in due tronconi, ad una profondità di quasi 7.000 metri. Si tratta di un record, che batte il precedente stabilito appena lo scorso anno: la USS Johnston, scoperta sempre nel mare delle Filippine (che, lo ricordiamo, è un’area dell’oceano Pacifico a poca distanza dalla celebre Fossa delle Marianne), si trova ad “appena” 6.400 metri di profondità. “È stato un onore straordinario individuare questa nave incredibilmente famosa e, così dicendo, avere la possibilità di raccontare la sua storia di eroismo a chi potrebbe non aver mai conosciuto il sacrificio del suo equipaggio” – ha affermato Victor Vescovo, esploratore americano ed ex comandante della marina statunitense.
È anche Samuel J. Cox, ammiraglio in pensione e storico navale, ad aver ricordato l’importanza della scoperta: “Questo sito è una sacra tomba di guerra e serve a ricordare a tutti gli americani il grande costo sopportato dalle generazioni precedenti per la libertà che oggi diamo per scontata”. La Sammy B aveva infatti preso parte alla battaglia del Golfo di Leyte, grazie alla quale le truppe alleate compirono i primi passi verso la liberazione delle Filippine e la sconfitta dell’esercito giapponese.