Il vero anno da record per il turismo in Italia è questo

I primi dati Istat del 2023 sembrano confermare la definitiva ripresa del settore turistico, dovuta a determinati fattori, tra 'riconoscibilità' e 'vocazione'

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Emma Santo

Giornalista specializzata in Travel

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Pubblicato: 22 Maggio 2023 07:30

Questo potrebbe essere per il nostro Paese l’anno record del turismo. È quanto emerge dai primi dati Istat del 2023 – si tratta però di dati provvisori – riferiti al bimestre gennaio-febbraio, che sembrano confermare la definitiva ripresa del settore.

Sono state +45,5% le presenze complessive rispetto allo stesso bimestre dell’anno 2022, con una crescita rilevante sia dei visitatori stranieri (+70,5%) sia delle presenze domestiche (+28,8%). Entrando più nel dettaglio, nel bimestre gennaio-febbraio 2023, rispetto allo stesso periodo del 2019, le presenze degli italiani sono aumentate del +4,8%, mentre quelle straniere del +3,5%. Qualora i dati relativi ai prossimi mesi confermassero questa tendenza, sarà possibile registrare il pieno recupero, se non persino il superamento, dei livelli pre-pandemici.

La ‘riconoscibilità’ dei territori ha favorito la ripresa turistica

Per mettere in luce come le diverse destinazioni abbiano espresso performance e capacità di recupero differenti dalla crisi generata dall’emergenza sanitaria, l’Istat ha iniziato lo scorso anno a sviluppare una rappresentazione statistica dei “Brand turistici territoriali”, luoghi caratterizzati da un contesto turistico tipico, comunemente riconoscibile nell’immaginario collettivo, perché fortemente caratterizzato dal punto di vista paesaggistico e culturale.

Dall’analisi dei dati relativi a 21 “Brand turistici” individuati, si è potuto osservare come la “riconoscibilità” di un territorio abbia favorito la ripresa dell’attività turistica, determinando spesso risultati migliori della media nazionale. Tutte le aree osservate hanno registrato nel 2022 (dati provvisori) un incremento dei flussi turistici rispetto al 2021 e oltre la metà di esse (13 su 21) hanno avuto presenze turistiche superiori o comunque in linea con quelle pre-pandemia.

Nello specifico, il Lago di Garda, con le sue perle, la Valle d’Itria, le Langhe e il Roero, le Cinque Terre, il Salento, la Maremma toscana e laziale, la Val Gardena, il Lago Maggiore e il Gargano e le Isole Tremiti si posizionano su livelli superiori a quelli del 2019, con incrementi che si attestano tra i 2 e i 6 punti percentuali.

Territori come la Riviera dei fiori, ambita anche in primavera, la Val di Fassa e Val di Fiemme, il Lago di Como e la Val Pusteria confermano sostanzialmente i flussi turistici registrati nel 2019. Anche le aree che ancora soffrono il contraccolpo della pandemia, come la Gallura e Costa Smeralda, la Costiera Amalfitana, il Chianti, la Costiera Sorrentina e Capri, hanno registrato rispetto al 2021 tassi di crescita di gran lunga superiori alla media nazionale.

Le performance turistiche delle grandi città e dei borghi

Anche la classificazione dei comuni italiani in base alla “vocazione prevalente”, recentemente proposta dall’Istat a supporto delle iniziative di sostegno nell’emergenza Covid, consente di evidenziare alcune importanti caratteristiche territoriali del fenomeno turistico. Facendo sempre riferimento ai dati provvisori relativi al 2022, la categoria delle “Grandi città” – composta dai 12 comuni italiani con più di 250mila abitanti – ha mostrato decisi segnali di ripresa rispetto al 2021, con un incremento delle presenze pari al 104,4% contro il +39,3% medio nazionale. Questa, però, è anche la categoria che ha subito le maggiori perdite durante il periodo pandemico e che ancora non ha raggiunto i livelli del 2019 (-21,0% contro il -7,8% della media nazionale).

Tra i comuni che registrano maggiori incrementi rispetto al 2021 ci sono quelli con vocazione montana e con turismo termale (rispettivamente +46,8% e +43,2%). Anche i comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica mostrano presenze allineate alla media nazionale (+39,3%), mentre incrementi più contenuti si registrano nei comuni culturali con due o più vocazioni (+33,3%), in quelli del turismo lacuale (+29,7%) e nelle città con vocazione marittima (+21,1%).

Un segmento turistico di particolare interesse, anche per scelte turistiche più sostenibili, è infine quello dei borghi. Facendo riferimento ai circa 350 “Borghi più Belli d’Italia” (con 14 new entry), che rappresentano il 6,1% della superficie totale nazionale e dove risiede il 2,4% della popolazione italiana, la performance turistica di queste realtà territoriali risulta nettamente migliore della media nazionale. Le presenze del 2022, infatti, superano i livelli pre-pandemici del 2019, con un incremento del +13,7% di visitatori.