In occasione di una riunione interministeriale per il rinnovo degli organi della Commissione Nazionale italiana per l’Unesco è stato deciso di candidare il “Sistema dei teatri condominiali all’italiana nell’Italia centrale fra XVIII e XIX secolo” a patrimonio dell’UNESCO. Gianmarco Mazzi, Sottosegretario di Stato alla Cultura con delega all’UNESCO ha detto: “Intendiamo celebrare una tradizione unica di comunità, partecipazione e identità territoriale che ha preso forma nei secoli“.
La candidatura promossa dalla Regione Marche, coordinata dal Servizio Unesco con l’assistenza degli uffici territoriali competenti del Ministero della Cultura e il supporto del Ministero degli Affari e della Cooperazione internazionale e della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unesco, sarà sottoposta all’esame degli organismi consultivi del Comitato del Patrimonio Mondiale e, nel 2026, alla valutazione del Comitato della Convenzione del 1972. Una testimonianza del valore culturale dell’Italia, custodito in alcuni luoghi meravigliosi che diventano punti di riferimento e fonte di ispirazione per la comunità. Sono ben diciotto teatri in 18 comuni tra Marche, Emilia Romagna e Umbria, ad essere coinvolti in questo progetto che mostra come il teatro sia diventato nel tempo espressione auto-rappresentativa di una comunità.
Cosa sono i teatri condominiali all’italiana
“Il teatro condominiale è un simbolo del genio italiano, capace di coniugare creatività, coesione e senso di appartenenza. Il Ministero della Cultura sostiene con convinzione e orgoglio questa candidatura, che testimonia ancora una volta la centralità dell’Italia, custode di valori culturali universali e Nazione leader della Lista del Patrimonio Mondiale” ha sottolineato Mazzi.
Nell’Italia centrale questi teatri storici sono un fenomeno unico nato tra il XVIII e il XIX secolo che ha segnato una nuova idea di teatro. Non solo luogo di intrattenimento per l’aristocrazia ma un’istituzione culturale al servizio dell’intera comunità. Sostenuti da società condominiali e partnership tra amministratori pubblici e privati, nonché famiglie notarili, questi teatri condividono caratteristiche comuni nel palcoscenico e nella platea. In particolare hanno una struttura a forma di ferro di cavallo.
I teatri condominiali dell’Umbria candidati Unesco
I teatri in Umbria che prendono parte a questa candidatura sono il Gian Carlo Menotti di Spoleto e il Teatro Sociale di Amelia. Dal 1947 il teatro Menotti di Spoleto è sede dell’attività del Teatro lirico sperimentale e dal 1958 vi ha luogo il Festival dei Due Mondi. Inaugurato nel 1864 per un progetto di Ireneo Aleandri, questo teatro ha subito varie ristrutturazioni e può ospitare fino a 772 persone.
Il Teatro Sociale di Amelia è di proprietà della Società Teatrale da cui prende il nome ed è un raro residuo di un teatro settecentesco interamente in legno. I meccanismi scenici originali funzionano ancora ed è stato scenario anche di alcuni film e sceneggiati come Le Avventure di Pinocchio di Luigi Comencini e il Marchese del Grillo di Mario Monicelli.
I teatri condominiali delle Marche candidati Unesco
I teatri delle Marche che fanno parte della candidatura a Patrimonio UNESCO del Sistema dei teatri condominiali all’italiana sono 14. A parte il teatro Serpente Aureo di Offida, il Ventidio Basso di Ascoli, il Teatro dell’Aquila di Fermo, il Teatro Comunale di Porto San Giorgio, il Gioacchino Rossini di Pesaro, il Teatro della Fortuna di Fano, il Gentile da Fabriano di Fabriano, il Bramante di Urbania e il Pergolesi di Jesi, spiccano il Lauro Rossi di Macerata, il Teatro Vaccaj di Tolentino, il Feronia di San Severino Marche, il Teatro Mugellini di Potenza Picena e il Teatro Persiani di Recanati.
“Un grande risultato frutto di un enorme lavoro portato avanti in questi anni, per il quale ringrazio tutti coloro che si sono adoperati, principalmente gli uffici regionali, il Ministero della Cultura e il Ministero per gli Affari Esteri” ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. Le Marche guidano questa candidatura, confermando la ricchezza del patrimonio teatrale della regione che vanta un centinaio di teatri storici disseminati tra le città e i suggestivi borghi. Molti di questi sono stati ristrutturai negli anni e sono perfettamente funzionanti, considerati dalla comunità luoghi di incontro e di crescita culturale, oltre che patrimonio storico e artistico.
I teatri condominiali dell’Emilia Romagna candidati Unesco
I teatri in Emilia che prendono parte a questa candidatura sono il Teatro Carlo Goldoni di Bagnacavallo e il Teatro Angelo Mariani di Sant’Agata Feltria. “Il Teatro Goldoni e il Teatro Mariani sono parte di quel patrimonio che la Regione vuole conservare e valorizzare con azioni che contribuiscono a mantenerne viva la funzione, oltre a garantirne la trasmissione alle generazioni future. Un patrimonio non solo architettonico fortemente radicato nelle comunità locali, testimone della ricchezza e vivacità culturale che caratterizza, ancor oggi, i nostri Comuni” ha sottolineato Gessica Allegni, assessora alla Cultura.
Nel 1700 a Bagnacavallo c’era una struttura teatrale in legno dentro Palazzo Abbondanza e nel 1839 il Consiglio Comunale ha deliberato la costruzione di un nuovo teatro accanto al Palazzo Comunale. Così ha visto la luce il Teatro Comunale Carlo Goldoni progettato dall’architetto Filippo Antolini, inaugurato nel 1845. Gli interni sono decorati con affreschi di Francesco Migliari e stucchi di Antonio Tognetti, mentre il sipario originale è stato dipinto a mano da Antonio Muzzi e raffigura la visita del senatore Camillo Gozzadini a Bartolomeo Ramenghi. Può ospitare circa 400 persone e ospita stagioni di prosa di alto livello e alcuni spettacoli musicali.
Realizzato completamente in legno, il Teatro Angelo Mariani di Sant’Agata Feltria in Piazza Garibaldi accoglie gli spettatori in un antico spazio dell’inizio del XVII secolo. Il proscenio presenta alcuni medaglioni dipinti ad olio che raffigurano artisti illustri come Goldoni, Alfieri, Metastasio, Monti e Mariani, mentre il soffitto è decorato e il sipario rappresenta Sant’Agata Feltria ed è opera di Romolo Liverani. Vittorio Gassman lo descrisse come “un luogo senza tempo dietro una piccola porta di legno“. Dal 2010 è gestito dal Comitato per la salvaguardia e il decoro dei beni storici e culturali, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e propone commedie, concerti ed eventi culturali.