L’Italia entra nella top 10 dei Paesi dove gli inglesi sognano di trascorrere il Natale. Fin qui tutto bene: luci calde, città d’arte, borghi innevati, tavole imbandite e quell’idea di convivialità che all’estero ci invidiano da sempre. Il problema arriva quando si parla di cibo. Perché il piatto natalizio che molti britannici associano all’Italia… italiano non è. E la cosa, prevedibilmente, fa discutere.
Tra fughe dal freddo, desiderio di nuove tradizioni e voglia di vivere il Natale lontano dallo stress di casa, gli inglesi guardano sempre di più oltre i propri confini. E quando immaginano il 25 dicembre perfetto, l’Italia compare tra le mete più desiderate. Ma insieme al Colosseo, ai presepi e ai cenoni infiniti, nel loro immaginario spunta anche la “festa dei sette pesci”. Peccato che questa celebrazione, condivisa dal Sun e così come la intendono loro, non faccia parte della tradizione italiana.
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Gli inglesi sognano di passare in Natale in Italia
Secondo un recente sondaggio, sei britannici su dieci preferirebbero trascorrere il Natale all’estero, lasciandosi alle spalle pioggia, stress e rituali sempre uguali. Tra le destinazioni più ambite compaiono Stati Uniti, Australia, Spagna… e al terzo posto l’Italia. Un risultato che non sorprende: il nostro Paese è sinonimo di bellezza, buon cibo e atmosfera festiva.
A colpire, però, è un dettaglio gastronomico. Molti degli intervistati hanno spiegato che desiderano sognare il Natale in Italia per poter festeggiare la “Feast of Seven Fishes”, un pasto a base di sette piatti di pesce serviti la sera della Vigilia. La tradizione anglosassone lega questa celebrazione al sud Italia ma nella realtà italiana le cose sono un po’ diverse.
Certo, in molte zone del Paese, soprattutto al Sud, la Vigilia è tradizionalmente “di magro”, quindi a base di pesce. Ma l’idea di un menù fisso con sette portate precise, tutte di mare, non appartiene alla cultura gastronomica italiana così come viene raccontata all’estero. È una semplificazione, una narrazione che si è consolidata oltreoceano e che oggi torna indietro come un boomerang culturale.
Il paradosso è tutto qui: gli inglesi sognano di venire in Italia per vivere un Natale autentico, ma lo immaginano attraverso una tradizione che nasce altrove.

Cos’è la festa dei sette pesci
La festa dei sette pesci è una tradizione radicata nella cultura italo-americana che nasce nella comunità di emigrati negli Stati Uniti attorno alla fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. I nostri compatrioti all’estero provavano a ricreare con una nuova interpretazione le usanze della vigilia di Natale.
Il numero sette, carico di significati simbolici nella tradizione cristiana, diventa il filo conduttore di una cena abbondante, rituale, quasi teatrale. Sette piatti di pesce (a volte anche di più), cucinati in modi diversi, serviti prima della mezzanotte del 24 dicembre. Un rito che, negli Stati Uniti, è diventato un vero e proprio marchio d’identità delle famiglie italo-americane.
In Italia, però, non esiste. Esistono tradizioni regionali, piatti locali, usanze familiari. C’è chi prepara spaghetti alle vongole, chi il capitone, chi il baccalà fritto, chi una semplice zuppa di pesce. Il numero delle portate varia, così come le ricette. Nessun disciplinare, nessun nome ufficiale.
Eppure, la narrazione ha preso forza anche grazie alla cultura pop. Serie Tv, articoli di giornale, racconti nostalgici hanno contribuito a rendere questa “tradizione” sempre più reale nell’immaginario collettivo internazionale. Al punto che oggi molti sono convinti che rappresenti l’essenza del Natale italiano.