Scorrano, nel Salento, è la location del film “Non c’è campo”

I ragazzi di una scolaresca si trovano in un borgo dove l'uso del cellulare è impossibile: devono così scoprire il territorio e i rapporti umani

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Nel film di Federico Moccia del 2017, la professoressa Laura Basile (Vanessa Incontrada) organizza una gita scolastica in un paese della Puglia dove vive il giovane artista internazionale Gualtiero Martelli.

Giunti a destinazione, gli studenti, però, scoprono che nel piccolo borgo non c’è campo e che i loro smartphone sono inutilizzabili. I ragazzi si trovano così a dover riscoprire l’uso della conversazione e uno dei borghi più belli del Salento: Scorrano.

Il borgo di Scorrano

In provincia di Lecce, è un bellissimo borgo dell’entroterra salentino, proprio all’estremità del tacco d’Italia, famoso per la festa di Santa Domenica, patrona di Scorrano, che si tiene ogni anno all’inizio di luglio e che attira migliaia di visitatori, anche stranieri.

Per l’occasione, imponenti ed elaborate luminarie e spettacoli musicali danno il via ai festeggiamenti che durano cinque giorni. Una festa grandiosa che ha reso Scorrano la capitale mondiale delle luminarie.

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Fonte: @Leonello Bertolucci
Luminarie di Mariano Light © Leonello Bertolucci

Ma cosa vedere a Scorrano quando non è addobbata a festa? Un tempo era una città fortificata di origine Romana. Dell’antica cinta muraria resta la sola porta d’ingresso, “Porta Terra” o “Arco di Santa Domenica”, la porta urbana più antica esistente in Terra d’Otranto, mentre restano diversi edifici di pregio risalenti sia al tardo Rinascimento sia al periodo Barocco.

All’interno del muro della porta vi sono ancora le tracce di un grande affresco, raffigurante Santa Domenica, datato 1743: si tratta di un ex voto che i cittadini scorranesi fecero eseguire sulla porta della città per ringraziare la loro protettrice di averli salvati dal terremoto che, proprio in quell’anno, fece centinaia di vittime in tutta la Terra d’Otranto.

Varcando l’antica porta ci si intrufola tra i vicoli del centro storico dove si può ammirare il seicentesco Palazzo Veris delli Ponti, uno dei palazzi più belli, oggi sede del Municipio, e Palazzo Frisari, affacciato su quel punto in cui un tempo sorgeva l’antico castello. Più o meno allo stesso periodo risalgono anche i palazzi De Luca, Monosi, Presicce, Siciliano, Palazzo De Lucretiis, la Casa Papadia e la Casa Torre.

Belli anche gli edifici religiosi, a partire dalla la Chiesa di Santa Domenica. Edificata tra XVI e XVII secolo, custodisce la tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna tra San Matteo e San Marco, opera del salernitano Vincenzo da Rogata. Di origine greco-bizantina è, invece, la Chiesa della Madonna della Luce accanto alla quale si erge un’”osanna”, una colonna sormontata da una croce.

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Fonte: Wikimedia Commons - Lupiae
Palazzo Frisari @Wikimedia Commons – Lupiae

Cosa vedere nei dintorni di Scorrano

Ma ci sono anche siti molto più antichi. Nell’agro di Scorrano, lungo la strada che porta a Supersano, costellata da ulivi secolari e abitata fin dall’antichità, svettano due menhir, La Cupa 1 e La Cupa 2, scoperti negli Anni ’50.

La conformazione calcarea del territorio è testimoniata dalla presenza di alcune cavità carsiche, che in gergo si chiamano “vore”. Alcune sono così caratteristiche da essere spesso visitate, come la Vora della Castagna e la Vora del Genio Civile.

Il paese non è molto lontano neppure dal mare, anzi, dai mari: a una ventina di chilometri di distanza da una parte, infatti, si raggiunge l’Adriatico mentre dall’altra il Mar Ionio. Tra le località delle vacanze più famose e raggiungibile in pochi minuti c’è la famosa Santa Cesarea Terme, all’imbocco del Canale d’Otranto.

Qui il mare è assolutamente incantevole. S’affaccia sulle “secche di Ugento”, un tratto di mare di alcuni chilometri quadrati dove i fondali sono particolarmente bassi. È anche qui che si trova la caratteristica insenatura dell’Acquaviva, chiamata così per la presenza di numerose polle di acqua fresca sorgiva.