Presentato all’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e nelle sale cinematografiche dal 19 novembre 2025, Jay Kelly è il nuovo film di Noah Baumbach che vede protagonisti George Clooney e Adam Sandler. “Ogni posto in cui Jay Kelly si muove riflette uno stato d’animo, un dubbio, una verità che emerge”, ha detto Baumbach.
Accanto a Clooney e Adam Sandler, un ensemble di star internazionali e italiane: Laura Dern, Alba Rohrwacher, Riley Keough, Billy Crudup, Greta Gerwig, Jim Broadbent, Eve Hewson, Patrick Wilson, Emily Mortimer e molti altri.
Ambientato principalmente in Italia, il film percorre paesaggi meravigliosi e molte riprese sono state girate a bordo di uno splendido treno storico italiano.
Indice
Di cosa parla il film
La trama segue Jay Kelly, una star del cinema che si mette sulle tracce della figlia più giovane durante un viaggio in Italia. L’itinerario europeo diventa lo specchio di un percorso psicologico: un uomo sospeso tra ciò che appare e ciò che è, che si interroga senza sosta sul significato della propria identità.
“Se racconti una storia su un attore, inevitabilmente parli di identità, di performance e della ricerca di sé”, ha spiegato Baumbach. “In fondo è lo stesso processo che affrontiamo tutti nella vita, ogni volta che ci chiediamo quanto l’immagine che mostriamo agli altri corrisponda a chi siamo davvero”.
Dove è stato girato
Le riprese, iniziate nel maggio 2024, hanno trasformato l’Italia in un vero palcoscenico esistenziale. All’inizio del film, il personaggio di Sandler osserva: “La morte è sempre così sorprendente, specie a Los Angeles”. È come se la città californiana avesse costruito una barriera invisibile contro la consapevolezza della fine, piena di strategie e distrazioni che ti impediscono di pensarci davvero.
Ma il viaggio in Italia cambia subito prospettiva: la prima tappa dei protagonisti è un cimitero, un confronto diretto e inevitabile con la mortalità. Da quel momento per Jay non c’è più scampo: il paesaggio italiano lo inghiotte, lo costringe a misurarsi con qualcosa di immensamente più grande di lui. Un mondo non addomesticabile come Hollywood, ma al tempo stesso spettacolare, intenso e di struggente bellezza.
“Abbiamo girato in studio, a Los Angeles, e poi ci siamo avventurati all’esterno e abbiamo assorbito l’energia delle riprese in esterni. Siamo stati a Parigi, poi in Toscana con un favolosa troupe italiana. Los Angeles è il posto di Jay, una città aziendale e molto mondana. E l’Italia ha così tanta storia e storia religiosa, ed è stato interessante pensare a queste due città come contrappunti nella storia, e anche cosa questo potrebbe significare o rappresentare per Jay in base a dove si trova in quei punti della storia”, ha raccontato Baumbach.
Tra Lombardia ed Emilia Romagna
Dalla Bassa Piacentina, con la linea ferroviaria Piacenza-Cremona e i paesaggi rurali di Monticelli d’Ongina e Caorso, fino alla Stazione Centrale di Milano, dove Clooney e Adam Sandler hanno girato una scena tra i viaggiatori ignari con una quarantina di comparse vestite Anni ’90, le location italiane accompagnano il passaggio del protagonista. Dal mondo patinato di Hollywood a un contesto più terreno e inevitabilmente legato alla memoria e alla mortalità.

La Toscana e il treno storico italiano
La Toscana ha offerto infatti scorci densi di storia e simbolismo: il Teatro Petrarca di Arezzo, la cantina di Argiano a Montalcino – antica villa rinascimentale che ospitò persino Carducci, dove hanno girato un’importante scena della cena– e i luoghi iconici di Pienza, tra cui Palazzo Piccolomini e piazza Pio II.
Molte delle scene di Jay Kelly si svolgono sui binari di un treno storico che si snoda attraverso la splendida campagna toscana italiana, mentre Kelly si dirige al festival cinematografico a cui deve assistere. “Girare in questi luoghi è stato fondamentale: non puoi interpretare la fragilità di un uomo senza immergerti in scenari che ti mettono alla prova”, ha raccontato Clooney.

Ma su quale treno storico si muovono i protagonisti del film? Si tratta dell’ETR 252 Arlecchino di Trenitalia, i cui interni sono stati ricostruiti negli studi londinesi (anche se non perfettamente uguali a quelli reali). Questi vagoni, come ha spiegato Luigi Cantamessa (Direttore Generale della Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane), sono “un simbolo del boom economico italiano degli Anni ’60“.
Il viaggio in treno storico ha una lunga tradizione in Italia: “È un’esperienza unica perché coniuga tre dimensioni essenziali: il paesaggio, la storia e l’emozione del viaggio stesso – ha aggiunto Cantamessa -. Le linee ferroviarie storiche attraversano territori dove natura, arte e tradizioni locali si fondono in un modo davvero ineguagliabile. Dal mare alla montagna, dai piccoli borghi alle grandi città, il treno permette di scoprire l’Italia a un ritmo più rilassato, che invita a osservare e a lasciarsi trasportare”-
A completare il percorso, troviamo Montecatini Terme, Pitigliano e altri borghi dell’aretino, che hanno fatto da sfondo alle vicende dei protagonisti. “In Italia Jay si perde nel paesaggio: è un mondo più grande di lui, incontrollabile, ma anche spettacolare e bellissimo”, ha commentato Baumbach.
