L’Italia è ricca di leggende, molte delle quali sconosciute al di fuori dei confini regionali. Netflix ha così deciso di realizzare una serie Tv puntando su Curon, il paese altoatesino sulle rive del Lago di Resia, e sul suo campanile sommerso.
Netflix ha messo in cantiere la nuova serie che racconta di una madre che fa ritorno nel villaggio del Nord Italia insieme ai figli.
Una serie drammatica, dai risvolti sovrannaturali, così viene descritta, pronta a scatenare masse di turisti a Curon Venosta, il borgo della Val Venosta ben noto nella provincia di Bolzano e non solo come il paese sommerso.
A destare la curiosità di chi visita questo luogo è il campanile che emerge dal Lago di Resia. La struttura risale al XIV secolo e offre una visione davvero unica, in grado di stimolare la curiosità generale. Una scena tanto incredibile da far pensare a una scenografia cinematografica. Nulla di fittizio vi è però nel paese sommerso, nei secoli al centro di numerose leggende.
Quest’area venne occupata da svariate etnie celtiche, per poi cadere sotto il dominio dei Romani, che realizzarono la Via Claudia Augusta. La storia che più caratterizza l’area è legata indissolubilmente al lago. Una vicenda non troppo antica, risalente al 1950, quando le due località di Resia e Curon vennero allagate volutamente e interamente dalle acque di un bacino artificiale.
Un processo ben studiato e ragionato, il cui via venne dato soltanto dopo aver raso al suolo ogni edificio. Tutti vennero fatti sparire, tranne uno. Si tratta del campanile della Chiesa di Santa Caterina, monumento dal valore storico e per questo tutelato. Ciò che resta delle abitazioni giace sul fondo del Lago, dalle cui acque svetta il campanile, divenuto rapidamente un’attrazione turistica, presa d’assalto da curiosi e amanti di Instagram a caccia dello scatto perfetto.
La chiesa risale al 1357 e, se d’estate il lago consente d’ammirarne appieno la struttura, è l’inverno a regalare le emozioni più forti. Il Lago di Resia infatti si gela del tutto, consentendo ai curiosi di raggiungere il campanile a piedi, lasciandosi trasportare dall’immaginazione. La leggenda vuole che proprio durante i mesi freddi sia possibile sentir suonare le campane, sospinte dai forti venti, benché rimosse poco prima dell’allagamento.