Tahiti, da un piccolo arcipelago una grande lezione sul turismo

Come la Polinesia francese è diventata una destinazione turistica sostenibile ufficiale

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

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Cresce il turismo generale a Tahiti e cresce anche il numero di italiani che visitano l’arcipelago della Polinesia francese. Dall’anno scorso, il mercato italiano ha avuto un incremento dell’8%. “Solo nel mese di luglio sono stati 1.013 visitatori dall’Italia, che per noi, anche se sembrano numeri piccoli, sono importanti”, spiega Tehani Mairai, International Promotion Manager di Tahiti Tourisme che abbiamo avuto il piacere di incontrare in occasione del TTG Travel Experience 2025 di Rimini. “Siamo una piccola destinazione, inoltre vogliamo rimanere nell’ambito del turismo sostenibile; pertanto, siamo molto orgogliosi dei numeri che stiamo ottenendo, perché l’inclusione con la nostra popolazione è estremamente importante e vogliamo assicurarci di non superare questa barriera”.

Sostenibilità prima i tutto: il piano d’attacco

Un paradiso in Terra però oggigiorno non è facile da tutelare. Per mantenere questo arcipelago così paradisiaco bisogna lavorarci e avere una strategia. Tanto più che sono stati annunciati nuovi voli in arrivo già da quest’inverno e saranno ancor più numerosi a partire dal 2026. “Dal 2022, ci siamo dati un obiettivo al quale stiamo ancora lavorando”, racconta Mairai. “Abbiamo fatto una riflessione sull’attuazione di una vera strategia di sostenibilità e ci siamo chiesto “Come possiamo farlo? Come possiamo diventare una destinazione turistica sostenibile ufficiale? Quindi, per aiutarci, siamo diventati membri del GSTC, il Global Sustainable Tourism Council. E, grazie a loro, ci hanno dato le indicazioni per farlo. Ed ecco cosa abbiamo fatto: prima di tutto abbiamo chiesto un parere alla popolazione per sapere se fossero favorevoli al turismo. Il 97% era a favore di un turismo di tipo sostenibile il che significa che va bene avere dei turisti ma devo comunque sentirmi sempre a casa mia.

Poi abbiamo cercato di capire cosa ci servisse: gestione dei rifiuti, riciclo di materiali ma anche mantenere sempre vive le nostre tradizioni che per noi sono fondamentali. Ecco perché abbiamo lavorato con partner locali e, chi lavora nel settore turistico, viene formato continuamente in modo che tutti siano coinvolti. Ora abbiamo formato un comitato di 27 cittadini presi da diversi ambiti che hanno il compito di selezionare alcuni progetti su centinaia di proposte che hanno bisogno di essere sviluppate. Di circa 250 proposte abbiamo messe in atto 110 azioni che realizzeremo e che hanno anche lo scopo di coinvolgere gli ospiti che vengono nel nostro Paese.

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Il mare cristallino di Tahiti

Tahiti Tourisme ha lanciato, a maggio di quest’anno, una piattaforma online per le donazioni. Ne siamo molto orgogliosi perché molti dei nostri visitatori che sono venuti a Tahiti e che se ne sono innamorasti vorrebbero fare qualcosa. Da noi, vieni come ospite e te ne vai come membro della famiglia. Quindi, abbiamo creato questa piattaforma di donazioni, nella quale sono rappresentate le associazioni locali per la sostenibilità. Si chiama Hina e ogni anno sostiene quattro diversi progetti, ma non si tratta semplicemente di donare del denaro significa prendersi a cuore alcuni aspetti che riguardano la nostra comunità, la cultura, l’ambiente e l’istruzione. Ogni donazione effettuata va direttamente all’associazione, quindi è totalmente trasparente, totalmente equo.

Il prossimo step è previsto per il 2028, quando dovremo ripetere l’audit del 2022. Chiederemo alla popolazione come è andata finora, qual è stato l’impatto sull’ambiente, se abbiamo raggiunto l’obiettivo e a che punto siam. Quindi per noi è un vero impegno, perché tutti possono vedere cosa è stato fatto”.

Tahiti, ma non solo

“Vogliamo far sapere a chi ci visita che la Polinesia francese non è solo Tahiti e le isole più famose (Moorea e Tetiaroa). Ci sono altre cinque isole (Raiatea, Huahine, Bora Bora, Taha’a e Maupiti), con altrettante esperienze di vita, ognuna con la sua particolarità, con il suo paesaggio unico. È molto facile spostarsi tra l’una e l’altra con i voli interni, ma anche l’industria delle crociere è ben radicata. Abbiamo quattro compagnie che operano tutto l’anno, pertanto, ci sono vari modi per scoprire le nostre isole. Ciascuna ha anche le sue tradizioni.

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La Polinesia francese e le sue tradizioni

Per esempio, ogni anno abbiamo l’Heiva Festival che comprende danze tradizionali polinesiane, competizioni sportive, musica e canti e artigianato, il nostro principale evento culturale, che di solito si tiene tra giugno e luglio. Si svolge a Tahiti, ma ce né uno anche a Bora Bora e persino alle Isole Marchesi con un festival marchesiano che è fantastico e viene organizzato ogni quattro anni. Quest’anno cade proprio a dicembre. La particolarità delle isole Marchesi è che ogni isola porta una delegazione; quindi, è come una grande reunion e ogni è un’isola diversa a ospitare il festival.