La Reggia di Colorno, la Versailles emiliana

Una sorta di Versailles, ma tutta italiana: la reggia di Colorno, in provincia di Parma, ha una storia affascinante e interni splendidi

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Redazione

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Pubblicato: 2 Aprile 2019 16:14Aggiornato: 7 Luglio 2021 18:19

In provincia di Parma esiste un capolavoro dell’architettura che – i più – amano definire “la Versailles emiliana“: è la reggia di Colorno, nota anche come palazzo ducale di Colorno.

Costruita laddove nel 1300 sorgeva una costruzione militare, a difesa dei possedimenti di Azzo, signore di Colorno, la reggia di Colorno è stata protagonista di una puntata di “Meraviglie – La penisola dei tesori”, il programma Tv di successo firmato Alberto Angela. Ed è, la sua, una storia che merita d’essere conosciuta. Nel Cinquecento, con la contessa Barbara di Sanverino, fu trasformata in una dimora signorile dall’elegante corte rinascimentale; nel 1626, quando i suoi beni le furono confiscati da Ranuccio Farnese, divenne un castello. E assunse l’aspetto con cui la reggia di Colorno è nota ancora oggi.

 

In seguito, il Ducato di Parma e Piacenza passò ai figli di Elisabetta Farnese e del re di Spagna Filippo V di Borbone e – successivamente – annesso alla Francia di Napoleone. Dichiarata “Palazzo Imperiale” nel 1807 e assegnata poi alla moglie del deposto imperatore Maria Luigia d’Austria, la reggia di Colorno fu trasformata in manicomio dalla Provincia di Parma nel 1871. Arrivò ad ospitare oltre mille malati, durante la II Guerra Mondiale, e il complesso monumentale ne risentì; solamente a partire dagli anni Settanta, iniziarono i lavori di restauro e la reggia cominciò ad essere utilizzata come sede di mostre ed eventi. Oggi, è meta di migliaia di turisti ogni anno ed è la sede di ALMA, Scuola di Cucina Italiana il cui rettore è stato il Maestro Gualtiero Marchesi e oggi, dopo la sua scomparsa, in mano a un Comitato Scientifico.

giardini colorno

Visitare la reggia di Colorno significa ammirare la sua architettura e le sue straordinarie decorazioni: la Gran Sala, capolavoro dell’architetto francese Ennemond Alexandre Petitot e primo esempio di neoclassicismo in Europa; gli stucchi, le tele. E poi l‘appartamento nuovo del duca Ferdinando di Borbone, che decise di trasferirsi vicino al torrente Parma per essere più vicino alla chiesa di San Liborio, in cui era solito recarsi in preghiera; e la cappella ducale di San Liborio, col suo organo a 2898 canne.

Perché è un luogo straordinario, la reggia di Colorno. Un luogo che tutti dovrebbero conoscere.

reggia di colorno