Milano è sempre la città della moda, ma a differenza della fama che aveva negli Anni ’90, Milano oggi è la città per eccellenza del design in Italia. Negli ultimi decenni la sua fama di Capitale del design si è sempre più rafforzata.
Merito dei nuovi progetti architettonici, delle nuove installazioni, di nuovi artisti, dello spazio alla fantasia lasciato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute e dalle aziende private che hanno investito in progettazione e in innovazione.
Per chi fosse interessato a scoprire questo lato ultramoderno del Capoluogo lombardo, ci sono alcuni luoghi della città che riassumono appieno questo concetto urbano e che assolutamente bisogna vedere.
Quando fu inaugurato, il Bosco Verticale, l’edificio più green della metropoli (famosa per il suo grigiore dovuto al cemento e alla nebbia invernale) si aggiudicò il titolo di grattacielo più bello del mondo. Ma l’estetica non è tutto. Le due torri ospitano oltre 800 alberi e 19mila essenze vegetali che aiutano ad assorbire polveri e smog e a produrre ossigeno. Fa parte, ancora oggi, di un più ampio progetto di recupero urbano che è ancora in atto. È uno dei nuovi simboli di Milano è dovrebbe essere al primo posto tra le attrazioni moderne da visitare.
Nella zona Garibaldi-Isola, interamente riqualificato negli ultimi anni, dove si trova il grattacielo, tra l’altro ci sono alcuni degli edifici e dei luoghi più rappresentativi della “nuova” Milano: la Torre Unicredit (con i suoi 231metri, il grattacielo più alto d’Italia); la Torre Diamante, la più alta costruzione in struttura portante metallica realizzata in Italia; il Palazzo della Regione Lombardia e il BAM o parco Biblioteca degli alberi di Milano.
Moda e design viaggiano comunque sempre a braccetto. Ecco allora che tra i luoghi da visitare a Milano c’è la Fondazione Prada, un grattacielo dalla particolare architettura fatto di cemento bianco a vista, che ospita una fondazione che promuove l’arte, il, design, l’architettura e tutte le arti figurative. Ciascuno dei piani della torre offre una percezione diversa degli ambienti interni. Sulla terrazza panoramica all’ultimo piano si gode di una splendida vista sulla città.
In principio c’era l’Ago, filo e nodo. Il design a Milano è cominciato tutto da qui. La scultura fu inaugurata nel 2000 per sottolineare il legame che ha questa città con la moda. Il gigantesco ago con il filo multicolore si infila in un punto di piazzale Cadorna e risbuca in un altro punto della piazza con il nodo finale. È stata una delle prime installazioni che ha dato il via alle numerose altre che sono seguite.
Non lontano da qui c’è poi uno dei quartieri più innovativi dal punto di vista architettonico di Milano: CityLife, che un tempo ospitava la vecchia fiera. Qui le archistar come la scomparsa Zaha Hadid, Daniel Libeskind e Arata Isozaki si sono battute ad armi pari realizzando alcuni degli edifici più iconici di oggi: la Torre Hadid (lo “Storto”), la Torre Libeskind (il “Curvo” ) e la Torre Isozaki (il “Dritto”).
Il progetto di questa zona un po’ periferica ma assolutamente trendy non comprende soltanto gli edifici, ma anche una grande area pedonale, la più ampia della città e una delle maggiori in Europa.
In omaggio al design, ogni anno a Milano si svolge uno degli eventi più importanti al mondo che attira molti più visitatori di quanto non facciano le fashion week. Nel 2020, causa Covid, la Design Week è stata posticipata da aprile alla fine di settembre. Dal 29 fino al 10 ottobre, ben 350 eventi a calendario per Milano Design City 2020, oltre alle tantissime iniziative private in tutta la città, con presentazioni, installazioni, incontri e feste, nel rispetto delle regole anti Covid naturalmente.
Tra gli appuntamenti imperdibili, le visite gratuite al Museo del Design Italiano alla Triennale, il Fuorisalone nelle vie di Brera, la visita del Molino Sofia Design District, la nuova zona dedicata al design tra via Santa Sofia e via Molino delle Armi (in pieno centro) e un aperitivo a base di birra Stella Artois sulla speciale chiatta posizionata sul Naviglio Grande, nata con l’obiettivo di favorire il distanziamento fisico (ma non sociale) durante il rito dell’happy hour tipicamente milanese, grazie a un’opera di street art realizzata sul pavimento dell’imbarcazione.