Messico, feste e tradizioni popolari

La Festa dell’Ossidiana in Messico, la charrería, danze popolari ed esibizioni di abilità dei charros, allietati dalla sfolgorante musica dei mariachi

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Redazione

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Pubblicato: 8 Ottobre 2017 15:00

Il Messico offre ai suoi turisti decine di feste religiose e fiere laiche che sono tra i lasciti di secoli di dominazioni e storia di un popolo, quello messicano, che è una vera fusione di civiltà antiche, etnie e immigrazioni più recenti. Un Paese che si apre come uno scrigno all’attenzione dei suoi visitatori, presentando un tratto peculiare della sua essenza: colorato o con il bianco e nero dei costumi, sfrenatamente pagano oppure cattolico e conservatore, tutto questo unito nelle sue tradizioni popolari di profonda e memorabile suggestione.

Tra le molteplici possibilità di itinerario sulle tracce di queste tradizioni festive, una è quella che conduce a Teotihuacan, una città precolombiana a circa 40 chilometri dalla moderna Città del Messico. La sontuosità dei resti della cultura teotihuacana è la cornice perfetta per una serie di feste che presentano uno spaccato delle tradizioni dei popoli preispanici. Un ottimo esempio è il Festival Internacional de la Obsidiana, che si tiene ogni anno nella seconda metà di marzo. Questo festival si propone di promuovere i lavori dei laboratori che circondano Teotihuacan, impegnati nella creazione di figure e oggetti in ossidiana, un materiale presente in quasi tutti gli ambiti della loro società.

La festa dura vari giorni ed è articolata in diverse sezioni: l’incoronazione della regina del festival dà il via a manifestazioni artistiche come danza moderna e preispanica e balletto classico, concerti di rock, bande di mariachi, musica classica. E poi spettacoli equestri, charrería e jaripeo (i rodei tradizionali messicani), partite alla pelota e altri eventi propri della cultura popolare. A tutto questo si affiancano mostre di automobili, classiche e antiche, e di motociclette, oltre che a esibizioni di lucha libre, il wrestling tipico del Messico.

È certamente di grande richiamo l’esibizione delle mongolfiere che si tiene nella spianata principale: a decine, coloratissime, si levano in volo sugli azzurri cieli del sito archeologico di Teotihuacan. A seguire, attacca un mirabolante spettacolo di fuochi d’artificio. Durante il Festival Internacional de la Obsidiana si celebra anche l’equinozio di primavera, uno degli eventi più importanti di Teotihuacan. In questa occasione si sale sulla cima della grande Pirámide del Sol: secondo la credenza popolare, questo tragitto conferisce a chi lo compie un pieno di energia donato dall’astro attorno al quale noi tutti ruotiamo.

Sempre a Teotihuacan in Messico, poi, ad agosto, c’è la Feria de la Tuna, il festival del fico d’india: il frutto largamente coltivato in zona dà origine a una mostra agricola e zootecnica durante la quale si servono prodotti regionali a base di fico d’india e nopal come, per esempio, shampoo, creme per il volto e per il corpo, snack, dolci, integratori alimentari, acque estratte dal fico d’india e dalla pala del nopal, marmellate e liquori. Durante la fiera si svolge anche un concorso che premia il fico d’india migliore della regione allietato da concerti open air. In più giostre, attività culturali varie, spettacoli pirotecnici, oggetti di artigianato e una ricca esibizione di gastronomia locale.

Spostandosi ora a Guadalajara, capoluogo dello stato di Jalisco, nel Messico centroccidentale, gli appassionati di equitazione possono calarsi nel cuore della charreada, ovvero il divertimento e le emozioni delle tradizioni cavallerizze messicane. Più che un vero e proprio sport, la charrería “è” il Messico, la sua storia e la sua tradizione: riunisce la grazia e la forza – in una parola, l’arte – di montare a cavallo, lanciare il lazo e radunare e condurre il bestiame.

Questa prassi è nata nelle haciendas messicane, dove i lavoratori si sfidavano l’uno con l’altro per dimostrare le proprie abilità, abitudini e norme che presto sono diventate una forma d’arte. Con la sparizione delle haciendas, la charrería si è trasformato in uno sport normato, con le sue gare chiamate charreadas. La musica dei mariachi tradizionalmente accompagna la charrería, e i musicisti sfoggiano vestiti colorati, sgargianti e riccamente ornati.

Il cinema in Messico ha poi contribuito a far conoscere la figura del charro fuori dei patri confini ed ha rafforzato ulteriormente il suo legame con la musica mariachi. Gli attori messicani Jorge Negrete e Petro Infante recitavano la parte di questi mandriani, esperti cowboy che nei film degli anni Quaranta e Cinquanta davano lustro alla figura del charro nobile che rappresentava la forza, la mascolinità e la pura essenza messicana.

La charreada di Guadalajara si articola dunque in nove distinte esibizioni, chiamate suertes, e una prova riservata alle donne, detta escaramuza. Le valutazioni date ai charros, molto rigorose, si basano su velocità, stile e precisione di manovra. La prova può durare varie ore: venditori ambulanti di bibite fresche e snack regalano al pubblico l’occasione di titillare la golosità e mitigare la fatica dello stare così tanto seduti in tribuna, per concentrarsi al meglio sulle abilità, velocità e prodezze degli sfidanti.

Il Campeonato Nacional Charro si tiene ogni anno a settembre a Guadalajara nell’ambito dell’Encuentro Internacional del Mariachi y la Charrería. I migliori mariachi e charros, provenienti non solo dal Messico ma da ogni parte del mondo si danno qui appuntamento: un’occasione di festa, concerti e sfilate per il centro storico di Guadalajara.