Erevan è la particolarissima capitale dell’Armenia, una città caratterizzata dalla sontuosa architettura dell’epoca sovietica e che custodisce con cura le testimonianze del suo passato. Tante le cose da visitare da queste parti, ma ce n’è una che più di altre conquista il cuore dei suoi visitatori: la Cascata, una scala gigante fatta di pietra calcarea in cui sono custoditi alcuni capolavori dell’arte moderna.
Un monumento impressionante e progettato dagli architetti Jim Torosyan, Aslan Mkhitaryan e Sargis Gurzadyan e la cui costruzione iniziò nel 1971, per poi essere parzialmente completata nel 1980. In origine, doveva essere una struttura di tipo sovietico con la cima raggiungibile con una scala mobile all’interno o scalando i 572 gradini che compongono l’imponente opera situata nel centro della città, nella piazza Tamanyan.
Tuttavia, i lavori subirono un rallentamento dopo il terremoto del 7 dicembre 1988 e un blocco dopo la caduta dell’URSS nel 1991. Ma nonostante questo, oggigiorno il visitatore può godere di questa monumentale scalinata in marmo intervallata da statue, aiuole fiorite e fontane che sale sul fianco di una collina collegando il centro cittadino con il Parco di Haghtanak, il principale polmone verde di Erevan.
La meravigliosa struttura della Cascata
L’esterno della Cascata si presenta regale e con più livelli, tutti adornati da fontane e sculture moderniste della collezione Cafesjian, un filantropo e collezionista d’arte appartenente alla diaspora armena. In cima alla scalinata si trova una piazza piuttosto tetra, con al centro il Monumento per il 500esimo anniversario del Soviet dell’Armenia.
La parte superiore, invece, è rimasta incompiuta fino al 2001, quando proprio Gerald L. Gefesjian rilevò il progetto. Da allora la vasta struttura di cemento ha cambiato aspetto: oltre ad attenti lavori di ripulitura, sono state riparate le scale mobile al suo interno e piantate centinaia di aiuole.
Nel piazzale in cima, sotto il monumento al Soviet, è stato collocata una statua di Botero, un irriverente micio grasso e tutto nudo. Davanti alla Cascata si trova la statua di Tamanian, l’architetto che progettò la Erevan sovietica, intento a scrutare una mappa. Lungo la Cascata ci sono cinque fontane coperte, alcune delle quali presentano pannelli scolpiti e khachkar postmoderne.
Su entrambi i lati della Cascata, vi sono poi numerosi caffè e ristoranti, molto frequentati da gente del posto e dai turisti che giungono qui affascinati da questa bellezza.
I capolavori dell’arte moderna dentro la Cascata
Molti sono i capolavori custoditi al suo interno. Al di sotto delle scalinate esterne ci sono, infatti, sette scale mobili che si ergono lungo tutta la lunghezza del complesso. E sempre qui ci sono delle sale espositive che compongono il Museo d’Arte Moderna di Cafesjian e che sono collegate tra loro grazie al meccanismo suddetto delle scale mobili. In particolare qui è possibile ammirare una ricca collezione di opera d’arte e oggetti in vetro.
Il museo è composto da due sezioni separate: il “Cafesjian Sculpture Garden” esterno e le “Cafesjian Art Galleries” interno. Il Cafesjian Sculpture Garden è il giardino anteriore della Cascata dove sono esposte diverse sculture. Ma non solo, come detto in precedenza queste si trovano anche nella terrazza del giardino lungo i massicci gradini e le fontane che salgono dai giardini di strada di Tamanyan.
Nelle “Cafesjian Art Galleries” è possibile ammirare una vasta collezione di opere d’arte in vetro esposte in diverse gallerie e sezioni, comprese mostre permanenti o mostre temporanee. In particolare la “Khanjyan Gallery” ospita il trittico murale su larga scala “Storia dell’Armenia” del famoso pittore sovietico e armeno Grigor Khanjyan.
Infine, durante la primavera, l’estate e l’inizio dell’autunno, qua hanno luogo concerti di musica classica e jazz con gli spettatori che assistono direttamente seduti sui gradini stessi della struttura. E quando la scalinata s’accende, segnata da fasci di luce, è il segnale che un’altra notte di divertimento sta per cominciare nella bellissima Erevan.