Una città unica, con uno spirito raffinato e vivace allo stesso tempo. Bruxelles è ricca di storia, arte ma anche di divertimento. Più piccola rispetto alle grandi capitali europee, la città belga non ha nulla da invidiare in termini di bellezza e cultura. Come Barcellona è segnata dall’impronta del maestro Gaudì, così Bruxelles porta il segno di Victor Horta e dell’inconfondibile gusto Art Nouveau. Basta una passeggiata per le vie per trovarsi sui passi di un itinerario incantevole.
Indice
Itinerario Art Nouveau a Bruxelles
Se amate l’Art Nouveau e l’architettura, allora dovete assolutamente ripercorrere i passi di Victor Horta. Forse non lo sapete, ma le dimore cittadine dell’architetto sono uno dei patrimoni dell‘Unesco situati in Belgio. Tre dei quattro edifici progettati di Horta si trovano proprio a Bruxelles e sono l’itinerario perfetto per scoprire le grandi abilità dell’artista.
Victor Horta, infatti, ha rivoluzionato il modo di concepire gli edifici di abitazione. Allargando il compito dell’architetto dalla progettazione degli spazi, interni ed esterni, a una concezione olistica che comprendeva anche lo studio e la realizzazione delle luci, degli arredi, della decorazione delle pareti, perfino dell’oggettistica.
Questi palazzi rappresentano a pieno lo stile della città, sono la sintesi perfetta del gusto belga e gli esempi lampanti dell’architettura che ha ispirato lo sviluppo dell’Art Nouveau nella capitale.
Prima tappa: l’Hôtel Tassel
L’Hôtel Tassel è considerato il primo esempio di Art Nouveau, grazie al progetto molto innovativo e ai materiali scelti per la costruzione e decorazione. Si tratta di una costruzione divisa in tre parti: due edifici piuttosto convenzionali in mattoni e pietre, uno sul lato della strada ed uno sul lato dei giardini, uniti da una struttura in acciaio coperta in vetro. Horta si concentrò molto sulla decorazione degli interni, progettando ogni singolo dettaglio: maniglie, intarsi, vetrate, mosaici sui pavimenti. Il risultato è un mix di tutte le componenti, che nell’insieme si amalgamano alla perfezione.

Seconda tappa: Hôtel Solvay
Sotto l’influenza dello stile dell’Hôtel Tassel, Horta si dedicò alla progettazione de l’Hôtel Solvay. La casa venne commissionata da Armand Solvay. Per questo facoltoso cliente Horta spese una fortuna nell’uso di materiali preziosi, progettando di persona ogni singolo dettaglio. Vennero usati marmo, onice, bronzo, legni tropicali, materie prima di altissima qualità. Per la decorazione delle scale collaborò con il pittore Théo van Rysselberghe. Un edificio fastoso e lussuoso che tutt’ora lascia a bocca aperta.

Terza tappa: Hôtel van Eetvelde
In questo caso, l’uso visibile di materiali industriali, quali acciaio e vetro, rappresentò un elemento di novità nelle tecniche edilizie usate per gli appartamenti di persone famose. Gli interni poi vennero esaltati con un sapiente uso della luce, attraverso una reception centrale coperta con una cupola in vetro. La riprova che il famoso architetto era in grado di costruire grandi cose con qualsiasi materia prima, le sue capacità superavano ogni aspettativa.

Quarta tappa: il Musée Horta
All’architetto Victor Horta venne anche dedicato un museo, per celebrarne la vita e i lavori. L’edificio, in passato, è stato adibito anche a residenza e studio dall’artista. Negli stupendi interni in stile Art Nouveau sono esposti in modo permanente mobili, arnesi e oggetti progettati da Horta e dai suoi colleghi contemporanei, oltre a documenti riguardanti la sua vita. Il museo però non si trova a Bruxelles ma a Saint-Gilles, nella periferia della capitale belga.
In un viaggio a Bruxelles è d’obbligo fare tappa in questi luoghi e ammirare lo stile Art Nouveau che caratterizza l’architettura dell’intera città. Il fascino della capitale belga si riflette anche sulle facciate dei suoi bellissimi palazzi.
Quinta tappa: Casa Museo e Giardini Van Buuren
Gli architetti che abbracciarono lo stile Art Déco erano spesso influenzati da una formazione culturale di respiro internazionale e mantennero stretti legami con il mondo degli affari. Un esempio perfetto è rappresentato dalla casa del banchiere di origini olandesi David Van Buuren, nella quale la tradizione dell’Art Déco brussellese incontra la Scuola di Amsterdam, con le sue caratteristiche facciate asimmetriche, la muratura decorativa in mattoni rossi e le vetrate colorate. All’interno della casa, l’arredamento, ancora oggi conservato nel suo stato originale, è il risultato della collaborazione tra designer belgi, francesi e olandesi.
L’atmosfera è quella intima e raccolta di una dimora privata, arricchita da mobili rari, tappeti preziosi, sculture e opere d’arte. Anche i giardini che circondano la villa meritano una visita: progettati negli Anni ’20 da Jules Buyssens, incarnano perfettamente l’estetica Art Déco applicata all’architettura del paesaggio, con geometrie ordinate e un design raffinato. Un tempo punto d’incontro di artisti, scrittori e musicisti, oggi la villa e i giardini hanno mantenuto la loro originale vocazione all’accoglienza, sono aperti al pubblico e ospitano regolarmente eventi e attività culturali.

Sesta tappa: Basilica di Koekelberg
Con la sua imponente cupola di rame, la Basilica di Koekelberg (Basilica del Sacro Cuore) non solo è un punto di riferimento nel panorama di Bruxelles, ma è anche il più grande edificio Art Déco al mondo, in grado di accogliere da 1.500 a 2.000 persone. La costruzione, con i suoi dettagli e rifiniture, richiese oltre mezzo secolo e attraversò entrambi i conflitti mondiali. L’idea originale risale a re Leopoldo II, che immaginava una versione brussellese della Basilica del Sacro Cuore di Parigi. Fu allora che l’architetto Albert Van Huffel optò per le linee geometriche tipiche dello stile Art Déco.

Settima tappa: Villa Empain
Quando Villa Empain appare in lontananza, brillante e maestosa, è quasi incredibile pensare che sia stata abbandonata per anni. Riaperta al pubblico nel 2010, dopo un restauro completo, è l’emblema dell’Art Déco: simmetria impeccabile, linee pulite e rigorose, materiali pregiati. Acquisita dalla Fondazione Boghossian, ospita un centro d’arte e dialogo tra le culture orientali e occidentali. La straordinaria bellezza degli interni, caratterizzati da cornici e stipiti dorati, luccicanti infissi in ottone e ampio uso di marmo, onice, palissandro, radica e legni levigati, aggiungono un tocco di opulenza senza tempo.

Ottava tappa: Radio Flagey
La costruzione della nuova sede della radio in piazza Eugène Flagey a Bruxelles fu un’impresa tutt’altro che semplice. Ci vollero due concorsi, la partecipazione di oltre 50 architetti e il contributo di due ingegneri della BBC per arrivare a una soluzione. A quei tempi, infatti, gli edifici progettati per una radio erano una rarità. Il progetto vincitore, firmato dall’architetto Joseph Diongre, rispondeva a tutte le sfide, coniugando il rispetto delle esigenze acustiche richieste dalla funzione d’uso dell’edificio con soluzioni ingegneristiche innovative per adattarsi al terreno friabile, influenzato dalla vicinanza di zone acquitrinose. Con il suo design, ispirato ad un transatlantico, guadagnò rapidamente fama internazionale: un perfetto connubio di ingegno tecnico e raffinatezza estetica definito dagli osservatori dell’epoca una “splendida fabbrica del suono“.
