Un tempo era noto come “Buca del Vento”, “Ventaiola” o “Buca di Eolo”, per via del forte vento che si può percepire al suo ingresso, che arriva fino a 85 km/h. Scoperto per caso, verso la metà del XIX secolo, durante le ricerche effettuate sul versante meridionale del Monte Corchia per rintracciare vene marmifere, l’Antro del Corchia è oggi considerato uno dei più estesi sistemi carsici d’Italia e d’Europa. Un ambiente ipogeo talmente vasto che, secoli dopo la sua scoperta, continua a essere un richiamo irresistibile per speleologi ed esploratori degli abissi.
Fiore all’occhiello di Levigliani di Stazzema, in Versilia, l’Antro del Corchia è uno spettacolare complesso di gallerie, pozzi e saloni scavati dall’acqua nel corso di milioni di anni, nel cuore di marmo del Monte Corchia, nel Parco regionale delle Alpi Apuane.
Ad oggi sono stati esplorati e mappati circa 70 km di grotte e la bellezza di 20 accessi diversi, da ogni lato della montagna, ma le esplorazioni continuano e c’è sempre qualche nuova meraviglia nascosta nel marmo pronta a venire alla luce.
Tour alla scoperta dell’Antro del Corchia
Il percorso turistico alla scoperta dell’Antro del Corchia si snoda per circa due chilometri attraverso una passerella di acciaio, permettendo ai visitatori di ammirare in tutta sicurezza alcuni dei luoghi più suggestivi della grotta, tra boschi di stalattiti e saloni alti decine di metri.
Per consentire l’accesso all’Antro del Corchia è stato scavato un tunnel artificiale di 170 metri, realizzato in modo da non intaccare gli ingressi naturali della grotta. Procedendo fino ad arrivare alla vera entrata della cavità carsica, si può ammirare sulla destra una tozza e conica concrezione stalagmitica ribattezzata “Gendarme”.
Ci si imbatte, poi, nella “Galleria Franosa”, uno spettacolare canyon alto decine di metri, che cede il passo alla “Galleria degli Inglesi”, così chiamata in onore degli esploratori britannici che la scoprirono negli anni ’60 del ‘900. Qui si possono osservare concrezioni particolarmente suggestive, dalle striature color rosso ruggine, bianco e perfino bruno, che inizialmente avevano indotto gli speleologi ad attribuirle il nome di “Galleria Dipinta”.
Tra le attrazioni da ammirare nello straordinario complesso sotterraneo dell’Antro del Corchia ci sono, ancora, la “Galleria del Venerdì”, imponente concrezione a colata con la forma di un’aquila con le ali dispiegate, il laghetto e le fitte concrezioni fossili della “Foresta Pietrificata”, fino ad arrivare alla spettacolare “Galleria delle Stalattiti”, dove un grosso pilastro sembra sorreggere l’intera volta e le concrezioni, addossate le une sulle altre, scendono lungo le pareti per tuffarsi in piccoli specchi d’acqua.
Un luogo che lo speleologo Jean-Carlo Fait ha definito “un’oasi di rara bellezza in mezzo ad un mondo di pietra, di fango e d’acqua”. Opere d’arte della natura di una suggestione tale da rendere queste sale difficilmente paragonabili ad altri ambienti sotterranei sparsi in giro per il mondo.