Nel cuore più verde delle Marche, tra le valli del Chienti e del Cremone, svetta splendida e suggestiva la chiesa di San Claudio al Chienti, forse l’edificio più bello della zona. Si trova a pochi passi da Corridonia, piccolo borgo dell’entroterra marchigiano in provincia di Macerata. E una gita fuori porta alla scoperta di questo affascinante paesino non può prescindere ad una visita a questo piccolo gioiello.
Il borgo di Corridonia
Un tempo piccolo centro abitato dedito all’agricoltura, grazie alla sua posizione a pochi passi dalle rive del fiume Chienti, oggi Corridonia è uno dei principali centri industriali della regione. Nell’antichità il paese si chiamava Montolmo, perché nei suoi pressi sorgeva uno splendido olmo secolare – vi rimase fino al 1831. In seguito diventò Corridonia in onore del sindacalista rivoluzionario ed eroe di guerra Filippo Corridoni che proprio qui era nato e vissuto.
In origine, il borgo era una fortificazione difensiva di grande importanza strategica, che venne convertita in sede del Parlamento generale delle Marche. In seguito Francesco Sforza fece distruggere il castello e sulle sue rovine nacque il nuovo centro abitato. La parte più antica di Corridonia è ricca di splendidi edifici storici, come ad esempio la meravigliosa chiesa di San Francesco, costruita attorno all’anno 1000. A pochi passi, ecco il maestoso Palazzo Persichetti-Ugolini, antica residenza patrizia appartenente all’omonima famiglia.
La chiesa di San Claudio al Chienti
Ma la vera perla di Corridonia non sorge all’interno delle mura che racchiudono il suo centro storico, bensì a qualche chilometro di distanza, sulla riva opposta del fiume Chienti. È qui infatti, sul territorio di una piccola frazione del paese, che si trova la chiesa di San Claudio al Chienti, splendido edificio religioso risalente al V o VI secolo. L’abbazia venne costruita sulle rovine dell’antica città romana di Pausolae, e oggi si attesta come una delle testimonianze più antiche e meglio conservate di architettura romanica in territorio marchigiano.
Per arrivarci bisogna percorrere un lungo viale all’ombra di numerosi cipressi, che accolgono i visitatori preparandoli alla maestosità della chiesa, suddivisa su due livelli. La sua facciata, restaurata tra il IX e il XII secolo, è stretta tra due torri cilindriche che collegano internamente la chiesa inferiore da quella sovrastante. Di epoca successiva è invece lo scalone esterno, come anche il portale in marmo. Al suo interno, l’abbazia presenta cinque absidi semicircolari e due splendidi affreschi gotici che rappresentano San Rocco e San Claudio.