Comune italiano di 7.020 abitanti nella provincia di Mantova in Lombardia, San Benedetto Po si offre ai suoi visitatori soprattutto con la maestosità del suo complesso monastico di Polirone, cuore pulsante del paese. Il Monastero cluniacense risale al 1007, anno della sua fondazione, voluto da Tedaldo di Canossa, nipote della più famosa Matilde.
Da sempre centro nodale della vita monacale e punto di riferimento per tutte le persone della zona, termina la sua attività per volere di Napoleone nel 1797. Oggi, rimane solo fulcro di visite turistiche.
L’Abbazia e il Museo Civico Polironiano
Centro nevralgico di tutto il borgo, la visita inizia dai tre chiostri: Secolari, San Simeone e San Benedetto. Il primo ha sempre ospitato pellegrini, poveri e persone ammalate al piano terra, mentre al piano rialzato venivano accolti personaggi illustri; il secondo è dietro la Basilica e conteneva la sartoria, la cantina e la calzoleria e l’ultimo è il più ampio, ricostruito verso il 1450 e risistemato in molte sue parti è invece San Benedetto.
Piccola nota storica: nel chiostro di San Simeone, in stile tardogotico databile tra il 1458 e il 1480, si trovava il giardino dei semplici con le erbe medicinali per curare i malati. Proseguendo la visita, si arriva al Refettorio monastico, che custodisce l’Ultima Cena di Girolamo Bonsignori e una parte di architettura dipinta del Correggio: sotto di esso vi sono le Cantine cinquecentesche, che presentano una collezione storica-archeologica e antichi carri agricoli.
Altra struttura che merita di essere vista è la Chiesa Abbaziale, ricca di opere artistiche uniche: le statue sacre sono state realizzate da Antonio Begarelli, considerato il Michelangelo della Terracotta, dal Vasari: tra il transetto e la sagrestia vi è la tomba di Matilde di Canossa, sostenuta da piccoli leoni in marmo rosso e molto bella da vedere, anche se vuota, perché la salma riposa dal 1633 nella Basilica di San Pietro a Roma.
Ultimo ma non ultimo, ecco il Museo Civico Polironiano che resta una delle maggiori esposizioni museali etnografiche d’Italia, suddiviso tra cultura materiale e società rurale, magia, religione popolare, leggende locali ed espressioni artistiche del mondo padano oltre ad avere un importante sezione storico-archeologica. Usciti dal monastero, si sente subito la vicinanza del grande fiume che scorre lento e possente e ancora navigabile. La contaminazione di sacro e profano si sente anche nella natura: il parco delle golene, le idrovore, gli argini del Po, le file di pioppi, le chiesette in mattoni acquattate dietro l’argine.
A chi s’incanta davanti a un cielo stellato, è riservato l’Osservatorio astronomico in frazione Gorgo, con terrazza per osservazioni e telescopio computerizzato per il puntamento automatico degli oggetti celesti.
Cosa mangiare a San Benedetto Po
Tra i piaceri e i sapori ci sono i piatti forti della tradizione mantovana, come i tortelli di zucca e gli agnolotti in brodo. Buoni gli insaccati, accompagnati da mostarde e parmigiano reggiano; tipico del borgo il salame cotto sotto la cenere, che si può gustare nei ristoranti ma solo su ordinazione.
Vanto delle pasticcerie e dei panifici di San Benedetto è la torta di tagliatelle accompagnata possibilmente da un bicchiere di ottimo vino come il lambrusco mantovano e “spolverata” con il parmigiano reggiano. Come contorno non si possono dimenticare gli asparagi, coltivati in zona fin dal tempo dei monaci benedettini.