Questi luoghi non c’entrano nulla con la regione in cui si trovano

Avete mai sentito parlare di frazioni che appartengono a una regione ma si trovano in un'altra? Andiamo alla scoperta delle exclavi regionali italiane

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Redazione

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Pubblicato: 8 Dicembre 2020 10:26Aggiornato: 25 Settembre 2024 14:18

Con il termine “exclave”, come riportano diversi dizionari, si intende “un territorio appartenente a uno stato (o regione, provincia, comune) ma situato fuori dai suoi confini”. La più nota del nostro Paese è senza ombra di dubbio Campione d’Italia, località della provincia di Como, che si trova interamente in Svizzera. Ma esistono anche exclavi regionali, con storie davvero interessanti, che vale la pena scoprire.

Campione d’Italia, il borgo italiano circondato dalla Svizzera

Partiamo, dunque, da Campione d’Italia. Separato fisicamente dal resto della provincia dal territorio svizzero del Canton Ticino e dal lago di Lugano, questo borgo a pochi chilometri da Como è un’enclave per la Svizzera, mentre per l’Italia è un’exclave, ossia un territorio che si trova all’esterno dei suoi confini nazionali. Tutto avrebbe avuto inizio nel 777 quando il nobile Totone II stilò un testamento nel quale dispose che alla sua morte la casa, le terre e tutto ciò che possedeva passasse in proprietà alla diocesi di Milano, nella persona dell’Arcivescono Tommaso. Da quella data Campione divenne un feudo dell’abbazia di Sant’Ambrogio di Milano, il che cambiò anche il suo status giuridico.

Alla scoperta delle exclavi regionali italiane

Le exclavi non riguardano solo piccole località: possono essere anche regionali. Questo avviene quando minuscole porzioni di territorio che appartengono a una regione, si trovano all’interno di un’altra.

La più nota exclave regionale italiana è quella di Ca’ Raffaello. Si tratta di una località che appartiene al comune toscano di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo, ma che nei fatti si trova interamente in Emilia-Romagna, in provincia di Rimini. Ma ancor più curioso è che, fino al 2009, Ca’ Raffaello si trovava addirittura nel territorio delle Marche. Una storia, quella di Ca’ Raffaello, che risale all’inizio del ‘600, quando il Granduca di Toscana Ferdinando I la comprò dai Gonzaga di Novellara e Bagnolo.

Ma non solo, c’è anche un pezzettino di Emilia-Romagna in Lombardia. Vanno, infatti, menzionate anche Lama superiore e Valle inferiore, due località facenti parte fisicamente della provincia di Piacenza, ma che si trovano poco oltre il confine con la Lombardia, e più precisamente in provincia di Pavia. Si tratta di due rari esempi di enclavi interregionali.

E ancora la frazione di San Pellegrino in Alpe, il centro abitato più alto dell’Appennino,che nei fatti è un caso davvero fuori dal comune: è un’exclave dell’Emilia-Romagna in Toscana – e fin qui tutto bene –  ma che per metà appartiene alla provincia di Lucca, e per l’altra metà alla provincia di Modena. Basta un passo, quindi, per cambiare paese pur rimanendo nello stesso.

Voliamo poi a Monte Ruperto, frazione di Città di Castello in Umbria, che però si trova totalmente nelle Marche. Al giorno d’oggi è completamente disabitata, ma ciò non toglie che anche lei è un’exclave.

Questi di cui vi abbiamo parlato sono i casi più “grandi” di exclave in Italia, ma in realtà ne esistono anche di più piccoli. Una di queste è la contrada Iesce che appartiene al comune di Matera, in Basilicata, ma che in realtà è circondata dalla provincia di Bari, così come la Lombardia che possiede delle piccolissime exclavi in Piemonte, più precisamente in provincia di Alessandria, che però appartengono amministrativamente alla provincia di Pavia.