Dopo anni, è stata finalmente inaugurata una delle opere ingegneristiche più importanti d’Europa. Il ponte di Pelješac, in Croazia, lungo 2,4 chilometri, collega la terraferma con la penisola di Pelješac e rappresenta il più grande progetto costruito in Croazia nell’ultimo decennio.
Il ponte di Pelješac
Il ponte, con il suo design unico, cambia così completamente il profilo della baia di Mali Ston. S’imbocca nel paesino di Komarna, che conta meno di 200 abitanti, nel Sud della Dalmazia, ma il suo valore a livello nazionale è di enorme portata. Infatti, unisce Dubrovnik, la perla dell’Adriatico, alla rete autostradale nazionale, bypassando il breve tratto di costa che appartiene alla Bosnia-Erzegovina ovvero l’area di Neum.
Finora, infatti, poiché quasi tutta la regione era separata dal resto della Croazia dalla striscia costiera di Neum, l’unico sbocco al mare della Bosnia ed Erzegovina, era necessario superare il confine bosniaco per poi rientrare sul territorio croato.
Collegamenti più veloci dall’Italia
Il nuovo ponte fa parte dell’autostrada adriatico-ionica che, partendo da Trieste, attraversa l’intera costa adriatica orientale per giungere fino in Grecia. Per le vacanze degli italiani questo nuovo collegamento è una manna.
Il gigante d’acciaio ha anche un grande valore simbolico in quanto unisce territorialmente tutto il Paese, a beneficio dei tanti turisti che ogni anno visitano una delle regioni più affascinanti della Croazia. E che quest’estate avranno in anteprima l’occasione di vederlo e di percorrerlo.
Una nuova attrazione turistica
Sì, perché il ponte di Pelješac diventa così la nuova e incredibile attrazione turistica della Croazia, oltre a consentire spostamenti molto più agevoli.
Si tratta di un ponte strallato fatto d’acciaio e di calcestruzzo armato. È alto 55 metri e ha quattro corsie. È in fase di realizzazione anche un sottopasso pedonale che sarà pronto nel 2023.
Con l’apertura del ponte, i croati e i turisti ora possono passare da una parte all’altra in auto senza attraversare le frontiere e senza uscire dall’Unione europea, di cui la Croazia fa parte ma la Bosnia-Erzegovina no.