I viaggi in Italia non sono ancora ai livelli pre-Covid: perché

La ripresa c'è stata, ma il turismo in Italia sembrerebbe ancora lontano dai livelli pre-Covid: perché e le previsioni per il futuro

Nuove andate di Covid e ulteriori varianti che potrebbero arrivare soprattutto dalla Cina, poi la guerra, l’aumento sconsiderato dei prezzi e l’inflazione. Insomma, il bilancio del turismo in Italia è sicuramente più positivo rispetto all’ultimo biennio, ma ancora abbastanza distante dai livelli pre-Covid.

Cosa è accaduto nel 2020

Nell’anno della pandemia, il 2020, le limitazioni degli spostamenti, sia in Italia che all’estero, hanno determinato un crollo dei flussi turistici soprattutto relativamente alla componente straniera: -70,3% rispetto al 2019, e con una maggiore sofferenza per gli esercizi alberghieri che si è fermata a un -56,1%.

Nel 2021 è iniziata una ripresa dei flussi e un parziale ritorno della clientela estera (+62,2% rispetto al 2020), ma nonostante i segnali di ripresa il bilancio consuntivo è risultato a fine anno ancora molto distante dai valori del 2019 (-147,6 milioni di presenze).

La ripresa del 2021

Il 2021 è stato l’anno cui in Italia sono scattati i primi segnali di ripresa dei flussi turistici, compreso il ritorno dei viaggiatori dall’estero. Lo scorso anno, gli arrivi e le presenze totali negli esercizi ricettivi presenti sul territorio italiano erano risaliti rispettivamente a 78,7 milioni (+41,2% rispetto al 2020).

Le presenze della clientela straniera erano aumentate del 62,2% e quelle dei residenti italiani del 28%. Rispetto al 2020, quindi, l’incremento delle presenze turistiche in Italia nel 2021 è risultato di 10 punti percentuali superiore alla media dei 27 Paesi dell’Unione Europea (+37,8% contro +28,1%), segno che l’Italia ha anticipato non di poco il percorso di ripresa post-Covid.

In Europa, invece, sembrerebbe che la ripresa dei flussi si stia concretizzando soprattutto nel 2022 (+56,3% le presenze nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 e -5,9% rispetto allo stesso periodo del 2019). A fronte di questi segnali di ripresa, il bilancio consuntivo dei primi nove mesi del 2022 risulta positivo ma non ancora al passo con i livelli pre-pandemici: relativamente allo stesso periodo del 2019, mancano ancora circa 39 milioni di presenze, con un saldo negativo pari a -10,3% (in particolare, -13,8% la clientela estera e -6,7% per quella italiana).

Come’è la situazione turistica in Italia

Stando alle ultime statistiche emerse in materia, sono circa 196 milioni le presenze turistiche che abbiamo avuto in Italia nel trimestre estivo luglio-settembre 2022. Un dato abbastanza incoraggiante ma che allo stesso tempo rappresenta il 4,7% in meno rispetto alla cifra record pre-pandemia: circa 205 milioni raggiunta nel 2019.

Forse a causa dei costi più alti o dell’inflazione, ma secondo le ultime rilevazioni le vacanze, in generale, sono diventate più brevi. Inoltre, sembrerebbe che ci sia un aumento molto elevato degli arrivi e delle presenze dei clienti stranieri, ma allo stesso tempo una crescita più contenuta per i turisti residenti rispetto al 2021.

Il bilancio dell’ISTAT, che riguarda i primi nove mesi del 2022, si chiude con circa 174 milioni di presenze di clienti italiani e 164 milioni di viaggiatori stranieri, sottolineando un sostanziale riequilibrio delle due componenti della domanda, che negli anni 2020 e 2021 avevano registrato una netta prevalenza della clientela domestica a causa delle limitazioni della mobilità delle persone da e per l’estero.

Nel decennio precedente il 2019, le presenze turistiche in termini di notti trascorse da italiani e stranieri nelle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere del nostro Paese, erano cresciute a un tasso medio annuo del +1,5%, mentre nel 2019 l’attività turistica in Italia aveva realizzato un record assoluto: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi.

Degna di nota, in particolare, è stata la quota di presenze dei turisti stranieri che aveva superato per il terzo anno consecutivo quella delle presenze domestiche, quindi degli italiani residenti.

I dati provvisori relativi ai primi nove mesi del 2022 testimoniano, invece, una ripresa ulteriore ma non ancora tale da tornare ai livelli pre-pandemia.

Il bilancio di fine 2022

Stando alle previsioni di Federturismo, l’affluenza agli impianti di risalita, ma solo nelle località più famose, si allineerà ai livelli del 2019.  Sembrerebbe voler crescere anche l’interesse per la vacanza termale (+10% nel Nord e Centro Italia rispetto al periodo natalizio del 2019), mentre nelle città d’arte durante queste feste si è registrato un numero di prenotazioni che ci fanno avvicinare sensibilmente ai volumi pre-Covid.

Gli aeroporti segnano un ritorno degli stranieri pari a un +10% di passeggeri. Infatti, nonostante il drammatico aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che continua a gravare sulle imprese azzerandone i margini, dopo due anni e mezzo di restrizioni il desiderio di evadere è forte e quindi, anche se con un occhio al portafoglio, per le festività natalizie si è deciso di viaggiare prediligendo destinazioni domestiche o di medio raggio.

Nelle scorse settimane, invece, era stata Coldiretti a segnalare un raddoppio degli arrivi dall’estero per il 2022: sulla base dei dati della Banca d’Italia, nei primi nove mesi dell’anno i turisti provenienti dall’estero in Italia sono praticamente raddoppiati (+94 per cento), anche se allo stesso tempo rimangono inferiori del 26% rispetto al 2019.

Quasi 2 viaggiatori stranieri su 3 che sono giunti in in Italia (72%), provenivano dall’Unione europea, ma rilevanti sono state anche le presenze dal Regno Unito (3,6 milioni) e dagli Stati Uniti (2,2 milioni). Il 41% dei viaggiatori stranieri è venuto in Italia per vacanze, ma ovviamente non manca chi ha scelto il nostro Paese per la visita a parenti e amici, shopping o altre motivazioni personali.