Navigando sul Lago di Como, superato il borgo di Torno, lo sguardo viene rapito dalla imponente sagoma di Villa Pliniana. Se ne sta isolata, adagiata sul pelo dell’acqua e avvolta nel verde, con la sua splendida facciata a quattro ordini di finestre e il magnifico loggiato centrale. Solitamente, si può godere della sua bellezza solo avvicinandosi a bordo di una barca privata o di un taxi boat. La buona notizia, però, è che per un giorno sarà visitabile anche al suo interno. Ecco quando.
Villa Pliniana apre le porte al pubblico per un giorno
Domenica 3 marzo, la Delegazione FAI di Como, in collaborazione con Hotel Sereno, aprirà le porte della magnifica Villa Pliniana. L’itinerario inizierà dal lago, dall’imbarcadero di Torno, potendo così godere di un panorama di rara bellezza. La visita si svolgerà attraverso un percorso a piedi su più livelli e ambienti, inclusi la loggia esterna, le stanze e la fonte pliniana, accompagnati da volontari FAI.
La splendida dimora deve il nome alla fonte vicino alla quale sorge, caratterizzata da un flusso d’acque intermittente e descritta da Plinio il Vecchio nella celebre “Historia Naturalis” e, qualche anno più tardi, dal nipote Plinio il Giovane in una lettera all’amico Licinio Sura. Nel tempo anche altri illustri scienziati, tra cui Leonardo Da Vinci e Benedetto Giovio, studiarono la sorgente.
Costruita alla fine del XVII secolo, per volontà del conte Giovanni Anguissola, governatore di Como, la villa ha attraversato nel corso dei secoli periodi alterni di splendore e abbandono. In breve tempo divenne una delle dimore più famose del Lario e meta obbligata per personaggi illustri. Tra questi Berchet, che le dedicò alcuni versi nei “Frammenti di un poemetto sul lago di Como”, e Percy Shelley, che la descrisse come “lo scenario migliore” (“the finest scenery”), Gioacchino Rossini che proprio qui compose la sua opera “Tancredi”, Napoleone che, secondo la leggenda, avrebbe giocato sul biliardo ancora esistente, Antonio Fogazzaro che vi ambientò il suo romanzo “Malombra”, poi trasformato da Mario Soldati nel film omonimo nel 1942 ambientato proprio qui. E ancora si riportano le visite dei letterati Byron, Foscolo e Stendhal, dei musicisti Liszt e Bellini, degli scienziati Volta, Spallanzani e Ghezzi, dei monarchi Giuseppe II d’Austria e Margherita di Savoia.
Villa Pliniana, dallo splendore all’abbandono, alla rinascita
Poche sono le notizie sulla realizzazione di Villa Pliniana. Quello che si sa è che i lavori di costruzione durarono tre anni e furono sospesi nel 1577. Nel 1578 il conte Anguissola, prima di morire, costrinse Giulio Anguissola, suo unico erede, a completarne la realizzazione, seguendo le indicazioni di Antonio Piotti, considerato il progettista della villa, anche se studi recenti hanno dimostrato che Pellegrino Tibaldi aveva dato un primo e sostanziale contributo.
Villa Pliniana sorge lungo un’insenatura al confine orientale del borgo di Torno. A partire dalla seconda metà del Settecento, quando sono iniziati a diffondersi nuovi generi letterari e iconografici come le guide turistiche e le stampe di vedute paesaggistiche, divenne uno dei luoghi più descritti, rappresentati e visitati del Lago di Como, come pure una delle mete preferite della giovane aristocrazia europea durante i viaggi d’istruzione, diventati storicamente noti come Grand Tour.
Agli inizi del Novecento, quando la navigazione fluviale venne via via sostituita dai moderni mezzi di trasporto come il treno e successivamente l’automobile, Villa Pliniana appariva sempre più un luogo isolato e difficile da raggiungere. Diventò così un luogo misterioso e pittoresco, finendo per venire progressivamente abbandonata.
Fino a che, nel XXI secolo l’interesse, per Villa Pliniana è tornato a crescere, per effetto di un nuovo impulso del turismo sul Lario, grazie all’attività di operatori locali e al contributo di illustri testimonial. Dopo un primo intervento di consolidamento della struttura, effettuato negli anni Novanta, gli attuali proprietari hanno avviato e completato un progetto di conservazione e ristrutturazione che ha coniugato la conservazione della struttura originaria con un approccio architettonico moderno.