Ecco come saranno i viaggi di lusso del futuro

Come sarà il futuro del comparto del luxury travel? A svelarlo è l'indagine di Euromonitor: le esigenze dei nuovi viaggiatori altospendenti e i trend

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Flavia Cantini

Content Writer

Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

Come sarà il futuro del comparto del luxury travel? A svelarlo è l’ indagine di Euromonitor, società di ricerche di mercato con sede a Londra: infatti, la senior head of travel research Caroline Bremner ne ha indicato la direzione in occasione dell’ITB di Berlino, la più grande fiera turistica al mondo.

Vediamo, allora, quali sono le esigenze dei nuovi viaggiatori altospendenti e i trend che caratterizzeranno il settore nel prossimo futuro.

Il nuovo identikit di consumatori complessi

Secondo quanto riportato da Bremner, il settore dei viaggi di lusso “cambia con lentezza” ma oggi trova una ventata di freschezza grazie alle nuove generazioni con due interessanti categorie che si stanno affacciando nell’ultimo periodo: i wellness workshipper e i luxury seekers.

Si tratta di viaggiatori che trovano nel lusso un vero e proprio “mindset” e, così, acquistano con uno scopo preciso e un approccio più consapevole: infatti, seppur nativi digitali, sono alla ricerca di un coinvolgimento attivo nell’esperienza di acquisto, apprezzano il contatto umano e l’empatia con i brand, e desiderano che le loro scelte abbiano un impatto positivo sulle destinazioni.

Sono, quindi, “consumatori complessi”: in particolare, i wellness workshipper pongono al primo posto il relax e amano viaggiare con familiari e amici. Sono social e digital, prediligono le vacanze attive, spendono per vivere esperienze a contatto con la natura e vogliono avere un effetto positivo sull’ambiente ma amano molto lo shopping.

I luxury seekers, invece, sono disposti a spendere per benessere ed esperienze e amano mostrare che “stanno bene”. Non hanno interesse per viaggi in solitaria ma cercano la compagnia di parenti o amici per, se possibile, un’esperienza multigenerazionale.
Seppur tre quarti di loro siano digital, il restante quarto riconosce il valore di affidarsi a un’agenzia viaggi e, quindi, a un professionista che conosca nel dettaglio la località. Per una proposta valida, sono disposti a pagare fino al 50% in più, si dimostrano molto social engaged e apprezzano il livello di personalizzazione che possono garantire i programmi fedeltà.

Ancora, sono attenti all’ambiente e consapevoli delle proprie emissioni: per questo, si rivolgono a brand riconosciuti per l’impegno nei confronti della sostenibilità ambientale. Di contro, non si mostrano così diligenti quando si tratta adottare atteggiamenti responsabili una volta giunti a destinazione e nella vita di tutti i giorni.

Il giusto approccio per conquistare i luxury travellers

Qual è, quindi, l’approccio più corretto da parte degli operatori per conquistare i nuovi luxury travellers?

La risposta di Bremner è “un approccio olistico” a partire dalla pianificazione del viaggio. Siccome sono nativi digitali “se no si è presenti in tutte le fasi della customer journey si rivolgeranno ad altri“.

Non può poi mancare l’aspetto umano, in quanto desiderano essere guidati a compiere la scelta migliore.

Ma non è ancora tutto.

La sostenibilità è un punto chiave e non deve assolutamente essere intesa come “greenwashing”, pena il rischio di venire boicottati: i viaggi di lusso del futuro devono puntare sulla sostenibilità rigenerativa che ha una ricaduta positiva sul territorio e hanno il dovere di farlo in maniera trasparente e onesta così da creare un autentico legame di fiducia con i viaggiatori.