In Russia esiste un’isola sconosciuta che merita una visita

Viaggio sull’affascinante isola russa che ospitava il primo e più cruento gulag dell’Unione Sovietica. Ecco perché visitare le Isole Solovetsky

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Redazione

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Chi è in cerca di fantasmi del passato e verità nascoste non può non visitare le Isole Solovetsky, a 150 chilometri dal Circolo Polare Artico, nel Mar Bianco della Russia.

Qui, tra storia e natura, si incontra un’atmosfera inquietante e allo stesso tempo affascinante, in un paesaggio quasi incontaminato. L’arcipelago delle Isole Solovetsky comprende 6 isole principali e circa 100 in totale ma è la più grande a raccontare molto del suo terribile passato.

Qui un gruppo di monaci fondò un Monastero nel 1463, che, in breve tempo, divenne uno dei centri religiosi più importanti di tutta la Russia. Dall’edificio c’è una vista incredibile sul mare e sulle foreste di pini silvestri, ma il fascino di Solovetsky ha qualcosa di molto più oscuro, perché questo monastero è stato il primo gulag dell’impero sovietico. E il più cruento.

In Russia esiste un'isola sconosciuta che merita una visita

Creato sotto la guida di Lenin, dopo la Rivoluzione d’Ottobre, il campo fu aperto ufficialmente nel 1923. Gli storici affermano che questo gulag è stato uno dei più duri di tutti, qui, infatti, sono morti circa 1 milione di persone.

Chiunque venisse perseguitato dal governo sovietico veniva qui in prigione, si narra anche di bambini considerati “prigionieri politici”. I prigionieri venivano usati come manodopera a basso costo, molte delle capanne costruite da questi uomini sono ancora in piedi e vengono usate come alloggi dagli abitanti dell’isola.

A Sekirnaya Hill, poco distante, si trova uno dei luoghi più drammatici della storia del regime. Qui, su una montagna con una vista mozzafiato, si trova una cella di isolamento che era anche il luogo delle torture e delle esecuzioni di massa dei prigionieri. Nonostante la bellezza del posto e della posizione, chi veniva portato qui non tornava a casa. Oggi c’è ancora una piccola chiesa del XVI secolo, che fungeva anche da faro, accanto, una croce commemorativa in memoria di tutti coloro che hanno sofferto pene inimmaginabili.

Il gulag fu chiuso nel 1939, poco prima della seconda guerra mondiale, quando divenne un campo di addestramento per ufficiali della marina. La funzione di monastero venne ripristinata agli inizi degli anni ‘90, dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

Nel 1974, le Isole Solovetsky sono riserva naturale e nel 1992 sono state inserite tra i Patrimoni dell’Umanità.

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