Vacanza nell’arcipelago di Tristan da Cunha

L'arcipelago più isolato del mondo è quello di Tristan da Cunha, nell'Oceano Atlantico. Ecco tutto quello che c'è da sapere su quest'isola remota e meravigliosa

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

Lo stress ti distrugge? Senti il bisogno di evadere e fuggire in un posto lontano da tutto e da tutti? Bene, un bel viaggio a Tristan da Cunha può venire in tuo soccorso! Un piccolo arcipelago letteralmente in mezzo all’oceano.

Nell’Atlantico meridionale, tra Africa e Sud America, se si osserva bene dal satellite, appare un vulcano, che è appunto l’Isola di Tristan da Cunha. Qua si trova un piccolo insediamento umano, posto unico e davvero fuori dal mondo conosciuto che però offre un esempio di integrazione umana e sociale come non possiamo trovarne altrove.

L’arcipelago Tristan da Cunha

In realtà con il nome Tristan da Cunha si intende non solo l’isola principale ma tutto l’arcipelago, che comprende altre quattro isole: l’isola Inaccessibile, Isole Nightingale (isola Nightingale, isola Middle e Isola Stoltenhof) e l’isola Gough.

Storia e curiosità dell’arcipelago

L’isola è stata deserta fino al 1506, quando fu scoperta dal navigatore portoghese Tristan da Cunha da cui ha preso il nome. L’isola poi passò alla Gran Bretagna, di cui è ancora territorio oltre mare. Non è mai stata abitata fino al 1819, quando il comandante inglese William Glass decise di trasferirsi sull’isola con la sua famiglia e alcuni seguaci. Da allora fino ad oggi sono presenti a Tristan da Cunha gli stessi 8 cognomi dei primi residenti: Glass, Swain, Green, Rogers, Hagan, Patterson e gli italiani Lavarello e Repetto.

Gli abitanti di Tristan da Cunha

Come è facile intuire, nell’arcipelago non ci sono metropoli, l’unico insediamento umano è sull’isola principale e si chiama Edinburgh of the Seven Seas, o semplicemente The Settlement – che tradotto significa proprio l’insediamento. I 297 abitanti di Tristan da Cunha non sono connessi con il resto del mondo, non hanno il cellulare e hanno conosciuto la televisione solo negli anni Ottanta e i generi alimentari devono essere importati dal Sudafrica. Proprio per questo motivo hanno deciso di utilizzare i soldi, perché fino a poco fa la loro economia era basata sul baratto.

La principale fonte di reddito per la popolazione viene dalla vendita di francobolli con il timbro dell’isola, rari e richiestissimi dai collezionisti, e dalla vendita delle aragoste, considerate le più buone del mondo. Se non siamo sicuri che questi siano punti a favore per l’isola, consideriamo che per gli abitanti di Tristan da Cunha non esiste la criminalità: le porte non hanno chiavi, allarmi, né tantomeno chiusure. Le porte sono aperte per chiunque voglia entrare.

Ma c’è di più, seguendo la tradizione, chi uccide un animale ne offre una parte a chi ha bisogno, come chi riesce a fare un raccolto abbondante dal proprio orto. Gli abitanti di Tristan da Cunha non vantano solo un buon vicinato, la loro è una grande famiglia allargata in cui accolgono – seppure con difficoltà – chi si trovasse per lunghi periodi sull’isola.

Il forte attaccamento alla terra

Nel 1961 una brutta eruzione del vulcano costrinse gli abitanti di Tristan da Cunha a una fuga repentina e vennero accolti nel Regno Unito. Immaginiamo solo lo shock che hanno provato venendo a contatto con la nostra civiltà: non avevano mai visto la tv, un’auto o tantomeno un tram. Il nuovo mondo tuttavia non li ha affascinati, nonostante il governo inglese abbia cercato di persuaderli a rimanere offrendo case e lavori ben pagati, il 90% della popolazione decise di tornare sull’isola. Qui c’era ormai una totale distruzione e desolazione, ma ricostruirono e continuarono la loro tranquilla vita.

Come arrivare su Tristan da Cunha?

Ovviamente sull’isola non ci sono aeroporti. Allora, come si può arrivare sull’isola di Tristan da Cunha? Non è affatto semplice, occorre prendere un volo per Città del Capo, in Sudafrica, che comunque dista 3000km dall’arcipelago. L’ultimo tratto è percorribile solo via mare, ma Tristan da Cunha non è su rotte turistiche o commerciali ed è raggiungibile solo pochi mesi l’anno per via dei roaming forties, ovvero i forti venti che imperversano oltre il quarantesimo parallelo.

Diciamolo, anche il clima di Tristan da Cunha non è tra i migliori! Anche nel periodo in cui si può navigare, sull’isola attracca una nave ogni cinque o sei settimane. Queste navi sono l’unica cosa che collega l’isola all’outside world – così chiamato dagli abitanti – ovvero il mondo oltre l’oceano. Se intendiamo visitare questo posto è bene quindi informarsi sul sito ufficiale prima di intraprendere il viaggio.

Cosa vedere sull’isola di Tristan da Cunha

Tristan da Cunha è più da vivere che da vedere. Tuttavia una gita sulla cima del vulcano è una meta obbligata per la vista dello sconfinato oceano tutto intorno. Si può visitare anche la fattoria del pesce dove vengono lavorate le aragoste e le coltivazioni di patate, collegate con l’insediamento dall’unico bus. Per il tempo libero c’è solo un bar, l’Albatross, e un centro pubblico, il Prince Phillip Hall, che occasionalmente serve cibo. Da vedere anche il Tourist Centre dove si possono comprare i famosi francobolli e altri oggetti artigianali.