“Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare”. È così che il poeta Gabriele D’Annunzio rievocava il rito secolare della transumanza, ossia la migrazione delle greggi dalle montagne alle zone costiere prima dell’arrivo dell’inverno. Chi è alla ricerca di un’idea di viaggio per vivere la natura, completamente immersi in aree boschive, attraversando monti e colline, per poi dirigersi verso borghi incantevoli e fatati, la Via della Transumanza dall’Abruzzo alla Puglia è perfetta.
A passo lento lungo questo sentiero, chiamato anche “Tratturo Magno”, si camminerà per 244 chilometri, dall’Appennino al Tavoliere delle Puglie. Dalla montagna al mare, passando per il Parco Nazionale del Gran Sasso e i Monti della Laga, attraversando antiche ferrovie fino a sentire sulla pelle la brezza marina e arrivare, infine, all’antica dogana delle pecore di Foggia, voluta nel 1447 da Re Alfonso I di Aragona. Se volete vivere quest’esperienza in zone meno conosciute, ma splendide, del Sud Italia, continuate la lettura: qui troverete tante informazioni utili e curiosità.
Indice
Un viaggio nel passato lungo il Tratturo Magno
La transumanza è molto più di un semplice sentiero: è il simbolo di una tradizione antica ed eredità di un periodo storico in cui uomini e animali vivevano la propria quotidianità in armonia con lo scorrere delle stagioni. Come sono nate queste vie? Per scoprirlo bisogna tornare indietro al 1447, quando Alfonso D’Aragona istituì a Foggia la dogana della “mena” (conduzione) delle pecore e creò una vera e propria industria basata sulla produzione della lana, rivitalizzando le strade su cui si muovevano le pecore e creando una grande rete tratturale, “i regi tratturi”, con una larghezza ben definita di “sessanta passi napoletani”, corrispondenti a 111 metri.
Ed è proprio il rito della transumanza che ha dato il nome a un affascinante itinerario escursionistico che, attraversando l’Abruzzo e il Molise per arrivare in Puglia, permette ai camminatori di conoscere queste regioni in tutta la loro bellezza. I 5 tratturi più famosi erano quelli che attraversavano gli scenari montani degli Appennini di Abruzzo, Molise e Puglia perché creavano il collegamento perfetto tra i pascoli del Gran Sasso, della Majella e del Sirente Velino fino ad arrivare alle soleggiate pianure del foggiano. Quello di cui vi parleremo oggi è il più importante, nonché il più lungo: il Tratturo Magno.
Il cammino del Tratturo Magno
Il sentiero del Tratturo Magno è l’occasione ideale per scoprire i tesori paesaggistici e culturali di territori che solitamente non compaiono tra le mete più visitate d’Italia. In origine, questo cammino partiva dall’Aquila e giungeva fino a Foggia, con modifiche verso altri percorsi minori in base al tempo e al modo in cui le stagioni si presentavano di anno in anno. Lungo la Via della Transumanza, i pastori si soffermavano a riposare distendendosi sui pascoli o facendo sosta in uno dei tanti, meravigliosi borghi.
La partenza ufficiale si trova di fronte alla basilica di Santa Maria di Collemaggio che, con il suo doppio colore bianco e rosa del marmo di Genzano di Sassa, è considerata il simbolo de L’Aquila. Si procede verso le aree di Onna, San Gregorio e San Demetrio ne’ Vestini, giungendo a Prata d’Ansidonia. Una volta raggiunta l’antica città di Pelutinium si prosegue verso Navelli, una tappa obbligata perché il paese è non solo tra i Borghi più belli d’Italia, ma anche importante centro di produzione dello zafferano dell’Aquila DOP, che qui si coltiva dal 1300.
Dopo aver attraverso altri borghi, come Corvara, Lanciano e Fossacesia si arriva in Molise. Camminando per Montenero di Bisaccia e Petacciato si approda a Chieuti per giungere, infine, all’ultimo tratto che termina a Foggia, tappa finale di questo splendido viaggio.
I borghi da non perdere lungo il cammino
Il cammino, percorso ogni anno da tanti viandanti ed escursionisti, permette di seguire la migrazione dei pastori e delle loro greggi in un itinerario che sensibilizza il turismo verso la necessità di riscoprire e valorizzare il patrimonio racchiuso non solo nei paesaggi eccezionali, ma anche nei piccoli borghi. Camminando si attraversano incantevoli paesi, dove una sosta è obbligatoria non solo nel già citato Navelli, “borgo dello zafferano”, ma anche a Capestrano. È in questo borgo, sovrastato dal Castello Piccolomini, che fu ritrovata in una vigna la statuetta del Guerriero di Capestrano risalente al VI secolo a.C. e che raffigura uno degli ultimi re dei popoli dell’Abruzzo.
Da non perdere è anche Santo Stefano di Sessanio, nel Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, considerata la piccola perla dell’Abruzzo, e Castel del Monte, borgo abruzzese di origine medievale, che un tempo costituiva importanti snodi economici e commerciali all’interno della Baronia di Carapelle. Ancora, da vedere anche Celenza Valfortore, posto all’incrocio di grandi strade storiche quali i tratturi della transumanza. Tutti luoghi legati alla tradizione e che arricchiscono questo antico percorso ideale per chi ama lo slow tourism e per chi quest’anno ha scelto un turismo di prossimità. La Via della Transumanza, pensata come cammino per ripercorrere gli antichi tratturi, ovvero i larghi sentieri a fondo naturale, è infatti perfetta anche per tappe brevi o da scoprire in bicicletta.