L’emissario Claudio Torlonia che si trova in Abruzzo, terminato nel 52 d.c., è la più imponente opera idraulica della storia antica oltre che la più lunga galleria realizzata dall’uomo. Fu superato solo 18 secoli dopo, nel 1870, anno in cui terminò la costruzione del traforo ferroviario del Frejus.
Nel 2018 il Fai (Fondo Ambiente Italiano) lo ha inserito tra i “Luoghi del cuore” e, con l’obiettivo di promuovere sempre più un turismo sostenibile in un territorio dalle notevoli potenzialità di sviluppo, ha realizzato il “Sentiero dell’Emissario” che oggi si può percorrere senza alcuna difficoltà. Si tratta di un percorso storico-naturalistico meraviglioso e ancora poco conosciuto. In un’ora di cammino conduce al canyon dell’Emissario, costeggiando impressionanti pareti di roccia e grotte, come quella delle “Concarelle”, attraversando opere realizzate dall’uomo di grandissimo valore, come l’arco Romano, l’antica centrale elettrica di Torlonia, il mulino Boschi e la ferrovia della tratta Avezzano-Roccasecca detta anche Ferrovia del Liri, un capolavoro di ingegneria ferroviaria, realizzata tra il 1877 e il 1902.
Lo scopo che si era prefissato l’Imperatore Romano Claudio, a cui l’emissario è dedicato, era di regimentare le acque del lago del Fucino per limitarne le periodiche esondazioni e ricavare nuove terre fertili da coltivare per garantire nuove derrate alimentari a Roma. L’acqua del lago sarebbe stata drenata nel fiume Liri.
Si tratta di una galleria lunga circa sei chilometri, che ha origine a Borgo Incile, nel comune di Avezzano, e che termina nella parte bassa del borgo antico di Capistrello.
Il complesso idraulico è dotato di 30 pozzi di aerazione e di alcune discenderie di servizio, ancora oggi accessibili con l’ausilio di apposite guide, previa autorizzazione. L’opera di Claudio rimase in funzione fino alla caduta dell’Impero Romano, ma cadde in uno stato di totale degrado fino alla seconda metà dell’Ottocento, quando il Principe Alessandro Torlonia, seguendo lo stesso percorso tracciato dai Romani, riuscì a prosciugare il lago portando alla luce le fertilissime terre dell’attuale conca del Fucino.
I tecnici di Torlonia, però, ripercorrendo lo stesso tracciato dei Romani, compromisero gran parte delle antiche strutture, e oggi, tra le testimonianze dell’opera originaria, ci sono l’arco monumentale sul fiume Liri e la parete di roccia lavorata che lo sovrasta ai piedi dell’antico borgo di Capistrello. Proprio l’arco si trova in un profondo canyon attraversato dal fiume Liri e dall’antica Via Sorana che collegava le colonie Romane di Alba Fucens e Sora. L’arco Romano è sovrastato da un’alta parete rocciosa sagomata artificialmente e realizzata presumibilmente come supporto a un’effige commemorativa mai realizzata.
Il sentiero, la cui candidatura ai “Luoghi del cuore” del Fai è stata avanzata dall’Associazione Amici dell’Emissario, formata da un gruppo di cittadini di Capistrelloche volevano far conoscere la storia di questo luogo, ancora poco noto, e per restaurare l’arco monumentale dell’Emissario Claudio, si inserisce all’interno di un più ampio progetto di recupero e di valorizzazione promosso dai Comuni di Avezzano e Capistrello, dalla Regione Abruzzo, dal Consorzio di Bonifica Ovest e dai GAL Terre Aquilane, che prevede il ripristino dell’antica viabilità che attraversava la vallata del fiume Liri.