Furore, borgo marinaro in miniatura, dipinto tra i più belli d’Italia, racchiude nel suo piccolo tutta la bellezza e l’incanto della Costiera Amalfitana. Situato tra Amalfi e Positano, è denominato “il paese che non c’è”. Infatti, più che un paese, è un abitato sparso, dove le case non stanno una accanto all’altra ma spuntano dai costoni di roccia lungo il suo celebre fiordo, il Fiordo di Furore. Un piccolo centro abitato da poco più di 700 abitanti, diviso in due parti, quella marina e le suggestive case lungo il costone, nascoste allo sguardo dei viaggiatori. Un borgo che vale la pena esplorare in tutta la sua particolarità.
Furore: il borgo nascosto della Costiera Amalfitana
Percorrendo i tornanti collinari di una strada incisa nel verde, l’Amalfi-Agerola, lungo la Costiera Amalfitana, si arriva a Furore. Entrato nel Club dei borghi più belli d’Italia, è considerato Patrimonio Mondiale UNESCO. Terra Furoris, ossia Terra del Furore, è l’antico nome di questo paese che trae origine dalla furia delle acque del mare all’interno del Fiordo. Tra i primi popoli ad insediarvi qui, furono i Romani in età imperiale. Grazie alla sua conformazione fisica e geografica ha rappresentato una roccaforte vivente naturale per ripararsi dalle incursioni saracene. Secondo la tradizione, sembra che il paese si sia popolato, poi, con la venuta di cittadini dalla vicina Amalfi, esiliati qui per questioni politiche.
Furore: cosa vedere nel borgo campano
Furore rappresenta uno dei più incantevoli borghi campani soprattutto per il suo Fiordo, nato da una spaccatura creata da un torrente con pochissima acqua e, di fatto, inaridito. Nel vallone interno del borgo marinaro del Fiordo, vi sono degli edifici storici di pregio molto particolari, come i due mulini, lo Stenditoio, utilizzato in passato per seccare i fogli di carta ricavati dalle fibre di stoffa e la Calcara, per la produzione artigianale delle pietre. Il Fiordo di Furore è un piccolo paradiso in mezzo alla natura, tra mare, altopiani e la tipica vegetazione della Costiera Amalfitana. Accanto a quest’area si trovano i monazzeni dei pescatori, vecchi depositi di attrezzi. L’arenile incuneato in questa profonda insenatura ha svolto nei secoli una funzione di approdo per le imbarcazioni. Il borgo dei pescatori, dopo una lunga decadenza, è ora completamente restaurato e ha visto una rinascita, con la creazione dell’Ecomuseo del Fiordo, un rilevante progetto realizzato per valorizzare il borgo di Furore, per tanto tempo rimasto dimenticato.
Ma Furore non è solo il famoso Fiordo. Il comune, in provincia di Salerno, si sviluppa anche in altezza, dalla parte costiera fino all’altopiano di Agerola, dove si estende la panoramica strada con i tornanti. Da qui il borgo alto, ossia “il paese che non c’è”, dove le case compaiono dalla roccia come dei punti di colore in una tela. Una particolarità ulteriore sono i murales e le sculture presenti tutto intorno, che rendono il luogo quasi una galleria en plein air, e che fanno davvero di Furore un paese “dipinto” che si racconta anche con le forme artistiche. Tutto nasce da “Muri in cerca d’Autore”, la rassegna che dal 1980 vede artisti italiani e stranieri coinvolti nella creazione di sculture e pitture murali che riproducono la tradizione e le storie tra realtà e leggenda dietro l’antico borgo.
Nell’area più in alto del paese, tra i monumenti e i luoghi d’interesse del centro storico di Furore, troviamo la chiesa di S. Elia, risalente al XIII secolo, in cui è custodita una notevole opera di Angelo Antonello da Capua che raffigura la Madonna col Bambino tra S. Bartolomeo Apostolo. Qui a Furore, vi sono anche l’antica Chiesa di San Giacomo e le chiese di S. Michele e S. Maria. Si tratta di architetture religiose che presentano dei tratti peculiari, come i cupolini di maioliche posti sui loro campanili e gli affreschi recentemente venuti alla luce e restaurati, che rappresentano delle vere particolarità architettoniche.
La bellezza dell’ambiente circostante è la principale attrattiva di questo paese-non paese incorniciato da bellissime vedute: gli ulivi, le vigne terrazzate sul profilo dei monti, i pergolati dei limoni, i coloratissimi fiori dei rovi selvaggi, e il mare azzurro che spunta dietro una curva. Si tratta di una spiaggetta piccola, una minuscola insenatura di circa 25 metri, alla quale si può arrivare soltanto a piedi, scendendo una ripida scalinata e percorrendo un itinerario tra le rocce che inizia dal ponte sul Fiordo sulla Statale Amalfitana. Furore è un gioiellino che dà l’idea di una scenografia da set cinematografico. Non per niente, il grande regista Roberto Rossellini vi girò il film “L’amore” con Anna Magnani, che era allora sentimentalmente legata al regista, e con Federico Fellini nella veste di attore. Un piccolo museo ad essi dedicato è ospitato in una delle casette.