Questo piccolo agglomerato di casette, circondato da una natura incontaminata e molto suggestiva, è uno dei più antichi di tutta la regione: stiamo parlando di Tuenno, un minuscolo borgo della Val di Non che ha origini preistoriche. La sua è una storia lunghissima, che affonda le radici indietro di millenni, e più precisamente in epoca retica. Tante sono le meraviglie che il paesino ha in serbo per i turisti: scopriamole insieme.
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Dove si trova Tuenno
Il Trentino Alto Adige è terra di splendidi borghi incastonati tra le montagne, dove la natura non ha mai ceduto il passo all’uomo. Uno di questi paesini così pittoreschi è Tuenno, perla della Val di Non: conta poco più di 2mila abitanti ed è cinto da montagne imponenti, tra boschi lussureggianti e piccoli laghi turchesi. È infatti incastonato all’entrata della Val di Tovel e si trova adagiato ai piedi del Gruppo delle Dolomiti di Brenta e dei Monti Anauni. Insomma, è un luogo semplicemente magico, l’ideale per una vacanza all’insegna delle attività all’aria aperta, del relax e dell’enogastronomia.
La storia più recente di Tuenno è piuttosto travagliata, dal momento che ha recentemente perso la sua autonomia comunale. Nel 2016 ne è stata infatti decretata la sua fusione con i comuni di Nanno e Tassullo, dando così vita a Ville d’Anaunia, rendendolo di fatto una frazione. È tuttavia nel suo passato che si cela il fascino di questo luogo magico, dove il tempo sembra non essere mai trascorso. Pare addirittura che ci si debba spingere indietro di millenni, dal momento che il borgo – o almeno un insediamento situato nella sua zona – potrebbe aver avuto origine nella preistoria.
Il borgo di Tuenno, ricco di storia
Sul territorio di Tuenno sono state trovate tracce di insediamenti preistorici, e ci sono testimonianze che fosse già stato abitato in epoca retica, ovvero in quel periodo storico appartenente alla seconda età del Ferro. Nel corso dei secoli, il borgo ha conosciuto periodi di grande prosperità: nel 1027 è diventato un possesso vescovile, e in seguito un feudo appartenuto a nobili locali. La sua tradizione rurale è ancora chiaramente impressa nelle piccole casette in pietra e in legno: oggigiorno, il paese vive principalmente della coltivazione di mele, che ne caratterizza il paesaggio di incommensurabile bellezza.
Cosa vedere a Tuenno
Nonostante sia così piccolo, il borgo di Tuenno nasconde tra le sue strette viuzze alcune perle assolutamente da visitare. È il caso della Chiesa di Sant’Orsola e Compagne, costruita nel 1914 proprio a ridosso del vecchio edificio risalente invece al XIV secolo: al suo interno sono custoditi un prezioso altare ligneo decorato in oro e un secondo altare della Madonna del Rosario, una statua dell’Addolorata e pregiati affreschi di inizio ‘900. Accanto spicca il campanile, realizzato a metà dell’800 su fondamenta rette da palafitte.
Poco al di fuori del centro storico, invece, si può visitare la Chiesa di Santa Emerenziana, che domina l’ingresso della Val di Tovel. Anch’essa presenta meravigliose opere d’arte come un’affascinante pala del ‘600, che raffigura lo Spirito Santo che discende sulla Madonna, su Gesù e su Sant’Anna, oltre ad alcuni affreschi dedicati a Santa Emerenziana sul letto di morte. Più piccola – ma non meno suggestiva – è la Chiesa di San Nicolò, costruita in stile classico e ristrutturata solamente nel 2005.
Cosa fare nei dintorni di Tuenno
Ma la vera bellezza di Tuenno è la natura selvaggia che lo circonda: per chi ama camminare all’aria aperta o fare trekking, ci sono tantissimi sentieri che conducono tra i boschi, alla scoperta di paesaggi meravigliosi. L’attrazione più suggestiva è il lago di Tovel, immerso nel panorama incantevole del Parco Naturale Adamello-Brenta. Si trova a poco più di 1.100 metri di quota, ed è un laghetto alpino tra i più famosi in Italia. Il motivo? Sino agli anni ’60, le sue acque si tingevano di rosso quando, con l’arrivo dell’estate, fioriva un’alga chiamata Tovellia sanguinea.
Sebbene ormai da molto tempo questo fenomeno non accada più, probabilmente per via del cambiamento della composizione chimica dell’acqua, il soprannome di Lago Rosso è rimasto vivo nel ricordo di tutti e ancora oggi il bacino viene chiamato così. Al di sopra del lago, sorge la piccola Chiesa di Tovel: la si può raggiungere percorrendo una stradina che si arrampica tra le rocce, e una volta arrivati sul luogo non resta che ammirare il panorama e restare a bocca aperta dinanzi a tanta meraviglia che la natura ci ha regalato.
Per gli amanti degli sport un po’ più adrenalinici, ci sono poi tante altre opzioni. I ciclisti, ad esempio, possono esplorare i dintorni in mountain bike lungo gli itinerari (alcuni davvero impegnativi) del Dolomiti di Brenta Bike, gustandosi paesaggi incredibili. E i tanti canyon del Parco Adamello-Brenta sono lo scenario migliore per fare arrampicata, approfittando di uno scenario da sogno. Il vicino torrente Noce è perfetto per fare rafting, mentre il lago di Santa Cristina permette persino di dedicarsi al windsurf. Naturalmente, in inverno ci sono tantissime piste da sci, itinerari di alpinismo ed escursioni con le racchette.
L’enogastronomia di Tuenno
Tuenno, così come la splendida Val di Non, è rinomata per alcune prelibatezze gastronomiche. Ovviamente, rigogliosi vigneti offrono alcune pregiate etichette molto conosciute nella zona: molti turisti si recano da queste parti per fare un tour enologico, andando di cantina in cantina per degustazioni speciali. L’altro prodotto tipico della regione sono le mele, che come abbiamo già detto rappresentano una delle principali fonti economiche per gli abitanti del paese. Il frutto, che è diventato uno dei simboli della soleggiata Val di Non, è al centro di alcuni eventi che si tengono proprio a Tuenno.
In estate, ad esempio, si celebra la Piazzarolada: va in scena ogni terzo weekend di luglio e ospita numerosi stand gastronomici. È invece a Ferragosto che i visitatori si affollano nei pressi del lago di Tovel per l’appuntamento con la Festa della Mela, che vanta già una lunga tradizione. Infine, ogni terzo sabato di ottobre viene festeggiato il GoldenFest: si tratta dell’annuale ricorrenza che omaggia la fine della raccolta delle mele, anch’essa un evento storicamente di gran rilievo.