La campagna chiantigiana di Castelnuovo Berardenga ospita un piccolo gioiello tutto da scoprire, il suo nome è San Gusmè, un borgo toscano situato nell’area del Chianti che conserva, tra le sue strade, tutto il fascino autentico della storia che lo ha caratterizzato.
Il suo nome richiama San Cosma, la cui omonima chiesa è stata fondata nell’anno 867 e a cui era dedicata l’antica pieve di Campi. La fortificazione del borgo, fino a quel momento un villaggio di modeste dimensioni che si sviluppava attorno all’abbazia della Berardenga, avvenne solo nel 1370 a seguito di saccheggi e scorrerie da parte delle compagnie di ventura.
La cinta muraria esiste ancora oggi in parte; il villaggio, infatti, è uno degli esempi italiani di borgo fortificato. Sono conservate ancora oggi le due porte che davano accesso al castello, mentre i tratti della fortificazione sono inglobati o addossati agli edifici del paese.
San Gusmè, fin dalla sua fondazione, restò sempre sotto l’influenza di Siena e poi del Granducato di Toscana, probabilmente anche grazie alla sua posizione strategica che, dall’alto del suo colle, domina l’intera vallata. Ancora oggi, dai punti strategici del paese è possibile ammirare degli scorci incredibili nei quali si riconosce Siena, la Torre del Mangia e il Duomo.
Anche se di modeste dimensioni, il borgo è un piccolo gioiello tutto da esplorare con le sue stradine caratteristiche e gli edifici che conservano i segni della storia. Non ci sono musei, cinema o pub: nel villaggio sono presenti solo pochissimi negozi, due ristoranti e un ufficio postale, i servizi necessari per la sopravvivenza.
Proprio l’assenza di grandi negozi e di piazze popolose, rendono il borgo ancora più magico; a guardarlo, San Gusmè sembra un paese di altri tempi all’interno del quale il tempo e lo spazio sono sospesi a favore di quella grande e modesta bellezza.
Ma c’è qualcos’altro che rende San Gusmè una destinazione da visitare: un monumento, all’ingresso del paese, che incuriosisce a prima vista. Si tratta di una piccola e singolare statua in terracotta che raffigura un uomo intento a espletare i suoi bisogni; una targa prova, senza successo, a spiegare il mistero di quella raffigurazione: “Luca Cava. Re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sue quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi”.
Per capirci qualcosa dobbiamo far riferimento a una leggenda che riguarda proprio il territorio. Secondo la tradizione, infatti, l’oste del paese stanco di dover pulire la sporcizia dei visitatori, costruì un piccolo stanzino adibito a bagno. L’analfabetismo dei suoi clienti però non aiutò l’impresa e le cattive abitudini continuavano a riguardare l’osteria.
Così, ecco la decisione di realizzare la statuetta per spiegare l’utilizzo dello stanzino. Quell’uomo accovacciato fu ribattezzato Luca Cava è inaugurò una festa annuale a San Gusmé proprio dedicata al bizzarro personaggio.