Erbonne, il micro borgo alpino è una perla rara

In questo villaggio a cavallo tra Italia e Svizzera il tempo sembra essersi fermato

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

A cavallo tra Italia e Svizzera, c’è un microscopico borgo che pochi conoscono e che merita di essere visitato. Si chiama Erbonne e qui il tempo sembra essersi fermato. Si trova in Val d’Intelvi, in provincia di Como, alle pendici del Monte Generoso sulle Prealpi lariane, la vetta che fa da spartiacque tra i due Paesi, collegati da una stradina ciclopedonale e da un ponte.

Questo piccolissimo villaggio isolato a quasi mille metri di quota, raggiungibile da una strada tortuosa che, d’inverno, con la neve spesso viene chiusa (quando è innevato sembra un vero presepe), conta solamente una decina di abitanti, un po’ italiani e un po’ svizzeri. Il suo isolamento lo caratterizza da sempre.

Un borgo più antico di Roma

La sua storia è antichissima. Il villaggio ha origine preromana e risale a ben 3mila anni fa, precedendo di 300 anni la fondazione di Roma e di mille quella di Como stessa. Proprio da Erbonne passava un’antica strada che, attraversando la Valle del Breggia, nel Canton Ticino, portava in Valle Intelvi e nelle zone settentrionali del Lario, entrambe abitate dai Reti.

Fin dal 1300, Erbonne apparteneva al Ducato di Milano, ma i diritti di possesso dei terreni appartenevano a una famiglia svizzera del piccolo borgo di Scudelatte, che dista solo un chilometro di distanza, raggiungibile ancora oggi attraverso la stradina. Per questo motivo, gli abitanti del borgo non erano tenuti a pagare le tasse italiane divenendo di fatto un piccolo paradiso fiscale. Nell’ultimo secolo, proprio per la sua posizione strategica sul confine, era molto frequente il contrabbando. Negli Anni ’70 fu anche costruita una caserma della Guardia di finanza, che oggi ospita proprio il Museo del contrabbando.

Il borgo di Erbonne oggi

Il micro borgo conta una manciata di edifici e cascine, alcune sostre, che un tempo servivano al ricovero del bestiame, e alcune case di pietra.

Un tempo c’era una scuola, oggi chiusa e trasformata in un’osteria. Resta invece la piccola chiesa, la Chiesa del Sacro Cuore, edificata solo nel XX secolo, aperta solo in alcune occasioni speciali.

Per gli escursionisti, Erbonne è il punto di partenza per passeggiate ed esplorazioni, in particolare delle caverne che si trovano in zona. La più famosa è la Caverna generosa, anche nota come Grotta dell’orso per via dei ritrovamenti di resti di orsi, dove sono stati trovati dei resti di felci risalenti addirittura a 50-60mila anni fa, quando viveva l’Uomo di Neanderthal.

Non lontano dalla grotta si trova anche il Buco della volpe, anche detto Tana di Erbonne, a quota 1.075 metri, ma l’anfratto è di difficile accessibilità, sia perché si trova in un tratto scosceso, sia per le dimensioni ridotte dell’entrata.

Il periodo dell’anno in cui il borgo di Erbonne è più popolato è in occasione della festa patronale del 1° agosto, la Festa di Scudelatte Erbonne, con una sagra, bancarelle gastronomiche e tanta gente che affolla i vicoletti tra le antiche case di pietra.

Questo borgo, insomma, è una piccola gemma nascosta tra i monti lombardi, decisamente poco nota (ed è proprio questo il suo bello), ma che merita di essere visitata, di giorno o di sera, quando le luci dell’abitato trasformano Erbonne in un presepe, d’estate, per le passeggiate o anche d’inverno, quando la candida neve ricopre ogni cosa e il silenzio è assoluto.