C’è un’immagine, meravigliosa e suggestiva, che sta facendo il giro del web. Sembra un fotomontaggio, un’opera d’arte digitalizzata o, ancora, un capolavoro di land art. All’apparenza non è riconoscibile, quello che è certo e che incuriosisce e affascina, anche se il soggetto non è chiaro. In realtà, però, il protagonista di quella foto è un luogo che conosciamo bene, uno dei simboli più riconoscibili di una delle città del nostro Paese. Avete indovinato cosa è raffigurato nell’istantanea?
A scattare e a condividere la fotografia è stato l’Earth Observatory dell’agenzia spaziale americana Nasa nell’ambito di Sentinel-2, un progetto sviluppato dell’ESA che ha come obiettivo quello di monitorare le aree verdi e naturali del pianeta Terra.
In questa immagine, dove all’apparenza tutto sembra essere stato ricoperto di candida neve, in realtà, c’è il Vesuvio che fa capolino tra le nubi a bassa quota. Lo scatto, acquisito il 2 gennaio dall’Operational Land Imager su Landsat 8, è magico e suggestivo. Il vulcano squarcia le nuvole formando una specie di spirale. Ma per quanto straordinaria possa apparire ai nostri occhi, quell’istantanea è anche un monito per tutti.
Bello e pericoloso: il Vesuvio di Napoli
Il Vesuvio, simbolo riconoscibile di una delle città più belle del nostro Paese, non ha bisogno di presentazioni. È bellissimo e suggestivo, perché con la sua maestosità definisce in maniera univoca l’intero paesaggio urbano di Napoli. Ma è anche molto pericoloso, nonostante la sua lunga inattività.
Il Vesuvio è uno dei pochi vulcani rimasti attivi in Europa ed è anche uno dei più pericolosi se consideriamo che su 3 milioni di persone che vivono nel capoluogo campano, 80000 risiedono proprio lì, alle pendici del Vesuvio. Anche la storia delle sue eruzioni non garantisce sonni tranquilli.
C’è quella del 79 d.C che non ha solo distrutto le città di Pompei ed Ercolano, ma le ha inghiottite con flussi piroclastici. L’episodio storico, considerato in assoluto una delle più grandi catastrofi naturali del mondo, ha trasformato l’intera area nel primo osservatorio vulcanologico del monco costruito nel XVIII secolo. Poi, dopo altre grandi eruzioni che si sono susseguite nei secoli, c’è stata quella del 17 marzo del 1944 che ha colpito principalmente San Sebastiano e Massa, situate sul versante occidentale del vulcano. Da quel momento, il Vesuvio, è rimasto in silenzio.
Il simbolo di una città nel mondo
Eppure nonostante la pericolosità decantata e riconosciuta di questo gigante spaventoso, il Vesuvio resta per i napoletani, e per tutti, il simbolo della città del sole e del mare. È sagoma maestosa e riconoscibile nelle foto e nelle cartoline del capoluogo campano, è ed è stato fonte inesauribile d’ispirazione per poeti, pittori, artisti e musicisti. È nella storia di San Gennaro, che fermò l’eruzione del Vesuvio, è nelle leggende, nei film e nelle parole, è nella quotidianità di ogni cittadino.
Nonostante la sua grandezza, il Vesuvio non sfigura Napoli anzi, la valorizza. Lo fa adagiandosi delicatamente sul golfo della città e quella rappresenta.
È complessa, affascinante e sicuramente incosciente questa storia d’amore che perdura da secoli tra i cittadini e il gigante addormentato. Eppure esiste e in qualche modo è magica, esattamente come questa foto in cui il cono del vulcano squarcia le nuvole e mostra tutta la sua forza.