Esiste un luogo, in Asia Centrale, sconosciuto a molti, evitato da altri. Un gigante arido che sorge lungo la Via della Seta, e che con gli anni si è guadagnato l’appellativo di mare della morte: la pioggia qui arriva di rado, rendendo questa vasta area tra le meno accoglienti del pianeta.
Il risultato è uno scenario quasi apocalittico. In quello che è uno dei più vasti deserti del mondo, non ci sono popolazioni stanziali e la vegetazione è quasi assente. C’è qualche animale, però, come l’asino selvatico asiatico o il cammello della Battriana, esemplari scomparsi dal resto della Cina.
Qualcuno ogni tanto passa per il deserto del Taklamakan, semplicemente per la sua posizione lungo la Via della Seta, nella regione autonoma cinese dello Xinjiang, altri ignorano persino la sua esistenza. E poi c’è chi, affascinato da una notte stellata e dalle distese aride, intervallate solo da qualche albero superstite, ha fatto di questo deserto un capolavoro.
Gli scatti del deserto del Taklamakan lasciano col fiato sospeso. La suggestione arriva da quella luce appena sopra gli alberi di Populus eupoda, che si staglia lì, tra la terra e il cielo stellato. I colori, i tratti, e la presenza di quelle stelle ricordano un quadro, non uno qualunque, ma la celebre Notte Stellata di Vincent Van Gogh.
Eppure questi non sono quadri, ma fotografie scattate da vicino, in quello che è uno dei deserti più isolati al mondo. A restituire quello che sembra un effetto ottico, in realtà, è stato lo stesso fotografo, appassionato di astronomia, che ha giocato con la luce naturale e artificiale, fino a produrre questi scatti.
Così, le stelle, si sono trasformate in scie luminose che si muovo in circolo e che ai nostri occhi si palesano come intense e fugaci pennellate volte a catturare l’attenzione e la suggestione di chi guarda.
Queste fotografie sono un omaggio alla bellezza, ma forse anche allo stesso Taklamakan e al suo passato glorioso. Se è vero, infatti, che oggi nessuno lo paragonerebbe al Sahara, al Namib, o al Gobi, è vero anche che un tempo quest’area della Cina ha vissuto i suoi tempi gloriosi.
I mercanti che passavano per la Via della Seta, infatti, qui facevano tappa, costeggiando le oasi della vasta area. Ma la posizione isolata e le dure condizioni climatiche, hanno trasformato presto il deserto in una terra incognita a dura, al punto tale da coniare per lui il nome di Takla Makan, letteralmente: se entri, non ne esci più.