Avete già visto questo stile architettonico? Si chiama brutalismo: ecco la sua storia

Lo stile architettonico emerso in Europa nel dopoguerra si chiama brutalismo

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Redazione

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Dalla Germania, al Giappone fino all’Australia, lo stile architettonico conosciuto come brutalismo arriva in Europa nei primi anni del dopoguerra come risposta alla richiesta mondiale di un’approccio più socialista.

Il brutalismo si diffonde presto in tutto il mondo poiché rappresentava un modello economico da seguire per la costruzioni di grandi edifici. Molti Paesi hanno fatto di questo stile architettonico un vero e proprio modus operandi per la creazione di quartieri o la ripopolazione di grandi spazi pubblici.

Geisel Library
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Geisel Library, California – Fonte iStock

Il termine è stato coniato nel 1954 nel Regno Unito e lo stile architettonico associato ad esso rappresenta la visione del superamento del Movimento Moderno in Architettura. Il cemento è a vista e le forme plastiche lavorate e plasmate nei dettagli sono create per valorizzare ed esaltare la forza espressiva della struttura.

Nonostante lo stile sia normalmente associato alla Germania orientale comunista e all’URSS, il brutalismo è fiorito in tutto il mondo e alcune testimonianze di questa architettura sono presenti anche in Italia.

Nel nostro Paese infatti molti architetti si sono lasciati ispirare dal brutalismo per costruire opere importanti come la Torre Velasca a Milano e l’affascinante e misteriosa Casa Sperimentale, dell’architetto Giuseppe Perugini progettata e realizzata alla fine degli anni ’60 sul litorale di Fregene a Roma.

torre velasca milano
Torre Velasca, Milano – Fonte iStock

In California, a la Jolla, la Geisel Library rappresenta uno dei massimi capolavori del movimento brutalista. Si tratta della principale biblioteca operativa dell’Università della California ed è stata aperta nel 1970 sul progetto di William Pereira.

Anche il Giappone vanta la presenza di opere architettonico in stile brutalista, il più alto esempio è dato da Nakagin Capsule Tower, a Tokio. Progettata dall’architetto Kisho Kurokawa ed eretta in soli 30 giorni nel 1972, la Nakagin Capsule Tower è stata creata per essere un edificio residenziale in cemento armato.

Chicago racconta il suo approccio al brutalismo attraverso Marina City. Le Marina City Towers un tempo si sono aggiudicate il primato come strutture in cemento più alte al mondo. Il complesso residenziale è stato inaugurato nel 1963 e da subito gli abitanti del luogo lo hanno ribattezzato “pannocchie di mais” per il loro aspetto.

Il movimento brutalista che ha avuto un eco internazionale tra gli anni ’50 e gli anni ’70 è diventato l’emblema delle disfunzioni delle città moderne e le sue architetture. L’eredità della corrente architettonica che ha introdotto l’estetica del cemento grezzo a vista, è conservata nel mondo e nelle opere che ci hanno lasciato i grandi architetti.

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Marina City Tower, Chicago – Fonte iStock