Il Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga a sud, il Parco nazionale dei Monti Sibillini a nord-ovest: vette brulle, spoglie e monumentali che vegliano dalle loro sommità sulla conca dove si adagia Ascoli Piceno, cittadina del meridione delle Marche di grande fascino e bellezza, eppure spesso dimenticata.
Una città d’impronta medievale, di meraviglie rinascimentali e circondata da una natura esaltante. Non sono solo, infatti, i vicoli, le piazze, i palazzi gentilizi del centro storico a colpire il visitatore, ma anche le colline coperte di ulivi, le montagne imponenti e, non ultimi, i fiumi.
Ascoli sorge alla confluenza del fiume Tronto e del torrente Castellano, due corsi d’acqua impetuosi che scendono dalle sommità circostanti. In particolare il secondo si regala, nei pressi di Ascoli, una dimensione avventurosa e balneare grazie alle numerose piscine naturali che si formano lungo il suo letto in tutta la sua valle e danno alla città una spiaggia d’acqua dolce che in estate diventa un vero e proprio luogo di festa, tra un tuffo e un picnic, fra lunghi pomeriggi passati a bagno nelle acque turchesi e domeniche in famiglia.
Indice
Ascoli Piceno e il suo centro storico
La chiamano la città delle cento torri, anche se di quelle cento torri rimangono oggi pochi, seppur illustri esempi.
Ascoli Piceno, capoluogo di provincia nella parte meridionale della Marche, ha uno dei centri storici tra i più sottovalutati e sorprendenti. Un vero e proprio gioiello intagliato nel travertino, la pietra con la quale sono stati costruiti i monumenti architettonici del centro storico, donando grande luminosità e candore a piazze, ponti e chiese.
Torri, si diceva: sembra che alla metà del Duecento la skyline di Ascoli, che siede alla confluenza dei corsi d’acqua Tronto e Castellano in una conca circondata da montagne, fosse addobbata di duecento torri, simbolo del potere delle famiglie nobili che le abitavano. Per asserire il proprio dominio, l’imperatore Federico II di Svevia ne fece abbattere, dice la tradizione, ben novantuno nel 1242.
Oggi ne sopravvivono una cinquantina: ne sono esempi la torre degli Ercolani, con il suo palazzetto romanico; la torre di San Venanzio, convertita in campanile dell’omonima chiesa; le scarne Torri gemelle davanti alla bella chiesa di Sant’Agostino.
Lo spettacolare centro storico ruota attorno alla splendida Piazza del Popolo, nelle cui vicinanze si aprono una serie di altre piazze grandi e piccole. Piazza del Popolo ha le caratteristiche classiche del Rinascimento, con lo splendido Palazzo dei Capitani del Popolo, figlio del periodo di massimo splendore di Ascoli, dell’inizio del Cinquecento. Al suo fianco sorge lo storico Caffè Meletti, elegante bar in stile liberty che da oltre 150 produce l’anisetta, tipico liquore locale simile alla sambuca.
Non è affatto lontana piazza Arringo, la più grande della città, probabilmente vecchio foro di epoca romana e oggi luogo più animato del centro storico. Vi sorgono la Chiesa di Sant’Emidio, duomo cittadino, il Battistero di San Giovanni, il Palazzo dell’ Arengo sede della Pinacoteca Civica, il Palazzo Episcopale e il Museo Diocesano, oltre che numerosi bar e ristoranti.
Il Duomo è la costruzione più meritevole: nato su un luogo già consacrato a divinità pagane, ha una facciata di travertino con colonne corinzie che richiama un’estetica classica, mentre l’interno è romanico-gotico con splendidi soffitti e diverse opere d’arte di rilevanti artisti di epoca rinascimentale.
Non solo torri, piazze e chiese decorano il centro storico: teatri, fortezze, fontane, antiche porte cittadine, logge e, soprattutto, ponti. La natura incassata del Tronto e del Castellano lascia spesso le acque fuori dallo sguardo di chi guarda Ascoli dai panorami delle colline e dei monti attorno alla città, ma il centro storico è sostanzialmente una penisola tra i due fiumi, che si trovano a confluire l’uno nell’altro all’estremità orientale del conglomerato urbano.
Le piscine naturali urbane di Ascoli: le Cartiere dei Papi
Uno dei luoghi dove effettivamente Ascoli diventa una città fluviale è proprio nei pressi di un ponte, il Ponte di Porta Cartara.
Poco fuori dal centro storico si trova infatti l’antico complesso preindustriale della Cartiera papale, una serie di edifici che nel corso del tempo, grazie alla forza del torrente Castellano che vi scorre a fianco, hanno svolto una serie di funzioni diverse: la cartiera, certo, ma anche mulini ad acqua, oncia delle stoffe e ferriera. Oggi, peraltro, vi trovano sede il Museo della carta, il Museo di Storia naturale e il Museo dell’acqua, una esposizione permanente dedicata a mari, fiumi, laghi, paludi e ghiacciai.
Dalle immediate vicinanze delle Cartiere dei Papi prende le mosse un percorso sentieristico che risale il corso del torrente Castellano, passando da una stupenda piscina naturale all’altra, con continue cascate e polle dove tuffarsi e fare il bagno. Ci sono in tutto una mezza dozzina di larghe piscine, tutte molto simili tra loro per conformazione e profondità, un vero e proprio paradiso per le famiglie ascolane, per i visitatori e per gli amanti dell’outdoor e del wild swimming.
In tutte le spiagge d’acqua dolce delle Cartiere dei Papi la battigia è formata da terra battuta mista a sabbia e si possono facilmente trovare posti all’ombra, per ripararsi dal solleone. Tutte le piscine naturali sono precedute da una cascata più o meno alta. Il colore dell’acqua, turchese, è influenzato dalle sorgenti sulfuree presenti a monte: l’acqua non è cristallina, ma rimane purissima. In tutte le piscine si può fare un tuffo, come fanno i tanti ragazzi del luogo che frequentano questa zona del Castellano.
Divertitevi a esplorare tutto questo tratto del torrente, un vero e proprio litorale fluviale urbano che regala ad Ascoli e agli ascolani una dimensione estiva tutta propria, malgrado la vicinanza del mare Adriatico a una trentina di chilometri.
Il torrente Castellano e la Paradise beach
Il Castellano è davvero un corso d’acqua che regala angoli meravigliosi a tutti gli amanti dell’acqua dolce.
Poco fuori Ascoli, infatti, sorge quella che i locali chiamano la Paradise beach, uno splendido tratto del torrente sotto un antico ponte in disuso, tra massi dove prendere il sole, cascatelle, piscinette e una gigantesca polla azzurra dove tuffarsi da altezze impossibili.
La Paradise beach si trova lungo la strada che risale il corso del Castellano e si dirige verso Castel Trosino, un caratteristico borgo medioevale che merita una visita. Da una strada sterrata laterale si accede a un sentiero che in pochi minuti porta sopra il ponte Tasso, la rovina di un antico ma solido ponte dal quale si scende alle piscine naturali.
Da uno dei versanti del ponte si scende in maniera un po’ rocambolesca fino al letto del torrente. A monte del punto di discesa si trovano una serie di cascatelle e piccole polle, le rocce che emergono dalle acque imbiancate dai residui sulfurei delle acque del Castellano. Le sorgenti termali poco più a monte danno all’acqua il suo tipico colore turchese, che risplende in contrapposizione al bianco sporco dei massi. Questo rende anche le acque del torrente fresche, ma non fredde.
In questa zona c’è un po’ più di spazio per trovare una collocazione all’asciutto, stendere il proprio asciugamano e prendere il sole. Non mancano le piscine naturali un po’ più ampie dove godersi qualche bracciata o dove semplicemente godersi un po’ di tempo a mollo.
A valle, invece, una briglia proprio sotto il ponte genera una cascata con un fronte molto ampio, che a sua volta ha comportato la creazione di una piscina enorme ai suoi piedi, molto profonda. Un richiamo a cui è impossibile resistere nelle calde giornate estive: un tuffo è d’obbligo.