Scoperte quattro nuove Linee di Nazca, il mistero si fa sempre meno fitto

Da sempre intrise di mistero, le nuove Linee di Nazca appena scoperte potrebbero svelare alcuni incredibili segreti: il nuovo ritrovamento

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Le Linee di Nazca, in Perù, sono un incredibile mistero ancora non risolto. In questi ultimi giorni, però, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale ne sono state rinvenute quattro fino a quel momento non note, nuovi geoglifi che in qualche modo avvicinano sempre di più alla risoluzione di questo antico e fitto mistero.

La scoperta effettuato con l’uso dell’Intelligenza Artificiale

Quattro nuovi geoglifi, quindi particolarissimi disegni sul terreno, sono stati ritrovati nel deserto di Nazca. Tali figure rappresentano una persona, un pesce, un simbolo che ricorda un uccello e un paio di zampe.

Ad individuare queste quattro nuove Linee di Nazca è stato un team di ricerca giapponese guidato da scienziati dell’Università di Yamagata. Grazie alla collaborazione con gli esperti di IBM Japan, con il Dipartimento di Archeologia delle Americhe dell’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne di Parigi, il gruppo coordinato dal professor Masato Sakai è riuscito a localizzare queste nuove particolare figure tramite il metodo chiamato apprendimento automatico, ovvero un sistema circa 21 volte più veloce di un essere umano nell’analisi di fotografie aeree.

Si tratta quindi di una tecnica che consiste nel fornire all’intelligenza artificiale tantissime fotografie aeree ad alta risoluzione. Prima di questo però gli algoritmi vengono addestrati a rilevare gli schemi delle figure già note, o meglio, delle parti più semplici perché i tantissimi geoglifi finora rilevati sono unici e complessi.

Tramite l’uso di questo metodo è stata quindi setacciata la Pampa Nazca settentrionale, vale a dire un’area di più o meno 30 chilometri quadrati, rilevando elementi non visibili all’occhio umano. I geoglifi emersi sono: un umanoide di 5 metri, gigantesche zampe di piò o meno 80 metri, un uccello di 17 metri e un pesce di circa 20 metri.

Ad essere del tutto onesti, l’umanoide era stato già stato scovato nel 2019, ma solo in questo ultimo studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Journal of Archaeological Science, è stato descritto in maniera dettagliata.

Il mistero delle Linee di Nazca

Il significato delle Linee di Nazca è ancora oggi non noto e, soprattutto, ampiamente dibattuto. Tra le varie ipotesi, c’è quella che siano state tracciate durante la fioritura della Civiltà Nazca. A rendere il mistero ancora più intricato è che le peculiari caratteristiche del suolo su cui sono state incise rendono molto difficile poter datare con certezza il periodo in cui furono realizzate.

Moltissimi archeologi che se ne sono occupati sostengono che, con molta probabilità, fossero utilizzate per processioni cerimoniali, anche se non si esclude uno scopo astronomico. Altrettanti studiosi ritengono, invece, che fossero omaggi a divinità nel cielo. Esistono ovviamente anche teorie complottiste che fanno riferimento agli alieni.

Le uniche certezze che abbiamo fino a questo momento, quindi, sono che hanno bisogno di essere approfondite e che, vista la loro innegabile bellezza e incredibile importanza, sono patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco.

La speranza è quindi quella che il metodo dell’intelligenza artificiale possa aiutare a scoprire il prima possibile il mistero su chi ha realizzato questi disegni e sul perché li ha fatti. Dati e notizie che ci farebbero comprendere molto di più sulla storia e la vita di coloro che hanno inciso queste oltre 13.000 linee che vanno a formare più di 800 incredibili disegni (almeno fino ad ora).