Il Perù stupisce ancora: scoperte altre 168 Linee di Nazca

La nuova scoperta potrebbe portare alla luce nuove informazioni sulle celebri Linee di Nazca, in Perù, ancora oggi avvolte nel più fitto mistero

La scoperta di oltre cento geoglifi in un’antica e famosa area desertica in Perù potrebbe portare alla luce nuove informazioni sulle misteriose opere d’arte precolombiane che hanno incuriosito scienziati e visitatori di tutto il mondo, per decenni. Ecco di cosa si tratta.

Scoperti 168 nuovi geoglifi in Perù

Ben 168 nuovi geoglifi sono stati scoperti nella pampa nei pressi di Nazca e nell’area circostante, in Perù, a circa tre ore dalla capitale Lima. Dopo indagini sul campo, effettuate da giugno 2019 a febbraio 2020 con fotografie aeree e droni, all’inizio di dicembre i ricercatori peruviani e giapponesi dell’Università di Yamagata hanno reso noto il sensazionale ritrovamento nel sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, sulla costa meridionale del Pacifico.

I geoglifi sono enormi disegno nel terreno che raffigurano solitamente animali (l’ultimo scoperto rappresentava un gatto) o essere umani, così fortemente stilizzati da poter essere riconoscibili solo da una posizione elevata, per cui spesso i c’è bisogno di sorvolarli per ammirarli. Proprio in questa zona del Perù si trovano i più famosi al mondo, noti come “Linee di Nazca”. Stando a quanto ha dichiarato alla Reuters l’archeologo Jorge Olano, responsabile del programma di ricerca, i nuovi geoglifi trovati a Nazca “corrispondono per lo più a piccole figure lunghe in media dai 2 ai 6 metri”.

Datati tra il 100 a.C. e il 300 d.C., rappresentano esseri umani, felini, serpenti, orche, uccelli e camelidi nativi – mammiferii come lama, guanachi e alpaca –  e fanno parte del repertorio di gigantesche figure scolpite nel deserto dalle antiche civiltà precolombiane. La scoperta va ad aggiungersi alle altre 190 figure osservate nella stessa area dal 2024, ossia da quando ha iniziato a essere studiata. Tuttavia, la vastità del territorio che coprono ha reso più complicati gli studi e la conservazione del patrimonio.

Il mistero delle Linee di Nazca

Lo scopo delle Linee di Nazca, che possono essere viste solo dall’alto, rimane avvolto nel mistero. Si ritiene che i geoglifi siano stati tracciati durante la fioritura della Civiltà Nazca, tra il 300 a.C. ed il 500 d.C. .Negli anni sono state avanzate diverse teorie e interpretazioni sul loro significato e finalità, dal calendario astronomico al culto degli dei o dell’acqua.

Quelli appena scoperti, essendo più piccoli, possono essere visti anche da terra, ha dichiarato alla Reuters Masato Sakai, professore dell’Università di Yamagata che ha guidato lo studio. Ben 36 di questi geoglifi sono stati scoperti nell’area di Aja, vicino alla città di Nazca. La scoperta di 41 geoglifi in questa zona era stata annunciata in precedenza dall’Università di Yamagata nel 2014 e nel 2015, il che ha portato alla creazione di un parco archeologico nel 2017 in collaborazione con il Ministero della Cultura peruviano per proteggerli. Con l’ultimo ritrovamento, ora si ha la certezza che un totale di 77 geoglifi sono concentrati in questo parco archeologico

Come gli altri geoglifi osservati in passato, sono stati realizzati rimuovendo ciottoli alluvionali di varie dimensioni e mettendo quindi in risalto la bianca rena sottostante, così da rendere visibili da molto lontano le linee più chiare. Gli studi condotti dall’università in collaborazione con il governo del Perù hanno contribuito a delineare e proteggere l’area alle prese con lo sviluppo urbano ed economico. Alcuni geoglifi rischiano, infatti, di essere distrutti a causa della recente espansione di laboratori minerari nel parco archeologico. Per questo, l’Università di Yamagata ha dichiarato che continuerà lo studio dei geoglifi con modelli basati sull’intelligenza artificiale, al fine di determinarne la distribuzione e l’esatta posizione nel deserto e contribuire alla conservazione delle linee.