Ci sono scoperte che riscrivono la storia e quella avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio appartiene proprio a questa categoria. Quasi per caso sono state scoperte migliaia di impronte di dinosauri sulle Alpi incuriosendo i paleontologi di tutto il mondo. Dopo essere rimaste nascoste per oltre duecento milioni di anni, il ritrovamento sta avendo una rilevanza mondiale.
Soprannominato la “Valle dei Dinosauri”, questo luogo sta rivelando qualcosa di totalmente inaspettato.
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La scoperta casuale delle orme di dinosauri
È avvenuta in modo quasi casuale la scoperta delle impronte di dinosauri nel Parco dello Stelvio. Durante un’escursione naturalistica nella valle di Fraele, lontano dai sentieri più battuti delle Alpi, il fotografo naturalista Elio Della Ferrera stava scattando immagini in un’area impervia che ha mostrato alcune superfici rocciose con segni inequivocabili di impronte di dinosauri. Una zona compresa tra Livigno e Bormio, località sulla bocca di tutti per le olimpiadi Milano Cortina che partiranno tra poco. Perfettamente conservate, le orme sono state datate a 210 milioni di anni fa e sembrerebbero appartenere al Triassico Superiore. Il periodo, davvero importante per l’evoluzione dei grandi rettili, che ha riscritto la storia.
Ciò che rende il sito eccezionale non è solo il numero delle impronte, che si contano a migliaia, ma anche la loro disposizione. Le tracce sono numerosissime e compongono piste di centinaia di metri con camminamenti paralleli; secondo gli esperti testimoniano spostamenti collettivi. Osservandole da vicino si nota come in alcuni casi siano visibili dita e artigli degli animali preistorici.
I primi studi rivelano che apparterrebbero a dinosauri erbivori, probabilmente prosauropodi conosciuti per la loro struttura robusta, il collo allungato e la testa piccola.
Alcuni di questi potevano raggiungere dimensioni notevoli, arrivando fino a dieci metri di lunghezza. Le impronte più grandi superano i quaranta centimetri di diametro, indicando la presenza di esemplari adulti di grandi dimensioni.
All’epoca in cui questi animali camminavano su quelle superfici fangose, l’ambiente era completamente diverso dall’attuale paesaggio alpino. L’area si trovava ai margini di un mare caldo, l’Oceano Tetide, con vaste pianure costiere e piane di marea che si estendevano per chilometri. Solo milioni di anni dopo, con la formazione delle Alpi, quei sedimenti si sono sollevati e inclinati, portando le orme nella posizione quasi verticale in cui oggi vengono osservate.

L’importanza della scoperta
La scoperta delle impronte nel Parco dello Stelvio è davvero rilevante, tanto da essere stato già riconosciuto come uno degli eventi paleontologici più rilevanti mai avvenuti in Italia sia per estensione che per l’incredibile stato di conservazione. La ricchezza di informazioni custodite sta già facendo il giro del mondo tanto che il luogo è stato soprannominato “Valle dei Dinosauri”.
Le piste parallele non sono certo un caso, raccontano il movimento in branchi organizzati di questi dinosauri facendo trapelare molte curiosità sulla sopravvivenza di questi erbivori preistorici. La tipologia di informazioni è raramente ricavabile dai soli resti scheletrici e per questo il sito è già diventato incredibilmente prezioso per la ricerca scientifica. Ma non ci si ferma qui, la scoperta ha un impatto culturale e simbolico che riscrive l’immagine delle Alpi solitamente associate solo a ghiaccio e roccia. L’Italia ha un patrimonio artistico e archeologico che non smette di stupire.