Oggi abbiamo deciso di portarvi in un luogo che 4.500 anni fa era una delle prime città del mondo e anche una fiorente metropoli dotata di infrastrutture particolarmente avanzate per l’epoca. Vi basti pensare che si ritiene che fosse abitata da almeno 40.000 persone.
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Mohenjo-daro, un preziosissimo sito archeologico
Il posto in questione si chiama Mohenjo-daro e fu una città che prosperò dal 2500 al 1700 a.C.. Si trova in Pakistan e, nel 1700 a.C., fu abbandonata ma, ancora oggi, nessuno sa esattamente il motivo di questa scelta e nemmeno dove andarono a finire tutte le anime che la abitarono.
Mohenjo-daro fu scoperta solo nel 1911 da degli archeologi che sentirono parlare di alcuni lavori in muratura nella zona. Nonostante questo, l’Archaeological Survey of India (ASI) ritenne che tali resti fossero privi di qualsiasi tipo di storia e, per questo motivo, il sito finì nuovamente nel dimenticatoio.
Ma fino al 1922, anno in cui RD Banerji, un ufficiale dell’ASI, pensò di aver visto uno stupa sepolto, una struttura dove i buddisti vanno a meditare. Fu così che presero vita degli scavi su larga scala che nel corso del tempo portarono Mohenjo-daro a diventare un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO, nell’ormai lontano 1980.
Ma non c’è da sorprendersi: tutto ciò che è emerso dai lavori archeologici ha rivelato un livello di urbanizzazione unico fino a quel momento storico. Non a caso l’UNESCO elogia ancora oggi Mohenjo-daro come la rovina “meglio conservata” della Valle dell’Indo.
Dagli inizi degli scavi fino ai nostri tempi, sono stati recuperati ben oltre 700 pozzi e un sistema di bagni privati, tra cui un “Bagno Grande” di 12m x 7m ad uso comune. Ma a sorprendere maggiormente è che i servizi igienici sono stati rinvenuti in molte residenze private e che i rifiuti venivano smaltiti segretamente attraverso un sistema fognario cittadino particolarmente avanzato per l’epoca.
Grazie agli scavi, inoltre, quel che si è compreso sui suoi abitanti è che avevano capito perfettamente dove era situata la città: trovandosi poco dopo il fiume Indo in direzione ovest, diedero vita a gigantesche piattaforme di difesa per sfuggire alle inondazioni e a diversi sistemi di drenaggio. Per secoli, tra le altre cose, queste persone furono creatrici di ceramiche, gioielli, statuette e altri oggetti finemente intagliati che andarono a finire in varie zone, dalla Mesopotamia all’Oman di oggi. Ma che fine hanno fatto questi abitanti? E perché Mohenjo-daro è stata abbandonata?
I misteri di Mohenjo-daro
Il rinvenimento dei resti della antichissima città di Mohenjo-daro ha fatto puntare l’attenzione su un mistero che fa ancora discutere esperti ed appassionati di questo settore. Stando a quello che si è appreso fino a ora – ma in alcuni casi sono teorie fuori dal comune – da queste parti sembrerebbe essere avvenuta una specie di esplosione nucleare. Ma come è possibile che un evento simile sia successo alcuni millenni prima della venuta di Cristo?
Fino a prima di questo importante ritrovamento, si pensava che la civiltà indiana fosse nata intorno al 1250 a.C. nella Valle del Gange. Tuttavia, nel momento in cui le antiche rovine ritornarono alla luce, gli archeologi furono costretti a retrodatare la civiltà indiana di ben 1.500 anni, ossia fino al 3000 a.C.
A scatenare ancor più misteri è il nome stesso, ossia Mohenjo-daro: tradotto è “monte dei morti”. Ma non solo. Essa, infatti, raggiungeva un elevatissimo livello organizzativo e tecnologico che superava persino quello degli antichi egizi.
Inoltre, a differenza di siti simili in Egitto e in Mesopotamia, qui non sono state recuperate imponenti strutture di autorità governative. Gli edifici più rilevanti, infatti, sembrerebbero sale riunioni, bagni pubblici, mercati e condomini.
Senza ombra di dubbio, il suo segreto più grande riguarda la fine della città e della sua cultura. Per alcuni punti vista la sua scomparsa rappresenta un mistero, anche perché in città città sono state trovate tracce piuttosto evidenti di radioattività. Inoltre, sono emersi anche 44 scheletri su cui gli studi condotti hanno evidenziato una morte violenta e improvvisa, oltre a registrare alti tassi di radioattività.
Gli esperti, tra le altre cose, hanno rilevato degli oggetti che risultavano vetrificati, così come rocce che parevano essersi sciolte a temperature di circa 1500 gradi. A Mohenjo-daro, inoltre, non sono stati riportati alla luce corpi martoriati, ma anzi scheletri di uomini, donne e bambini distesi al suolo, in una posizione che fa presumere una morte improvvisa. Per intenderci, un po’ come accade nella nostra Pompei.
Ma non è finita qui, perché alcune analisi condotte non molto tempo fa avrebbero dimostrato che la maggior parte di questi resti umani presentavano evidenze di carbonizzazione e calcinazione, la stessa cosa che succede a qualsiasi corpo che viene esposto a un’intensa fonte di calore. Poi ancora diversi oggetti che mostravano i tipici fenomeni di vetrificazione, gli stessi che capitano a seguito di un evento come può essere quello nucleare.
Secondo alcuni, tutto questo è dovuto al prosciugamento del Sarawati, un fiume, e ad alcuni drastici cambiamenti climatici dell’epoca. Anche perché diversi edifici in mattoni di fango sono rimasti intatti, e per questo non si può pensare a un’esplosione nucleare o qualcosa di simile.
L’opinione di altri ricercatori, invece, è che la vicenda di questa città potrebbe fare riferimento ai racconti del Mahābhārata e del Rāmāyaṇa – testi sacri dell’Induismo – che narrano di intere zone distrutte a causa di armi da cui scaturivano potentissime energie e di macchine volanti (i Vimana) guidate da esseri indefiniti.
Quel che è certo, è che non c’è ancora chiarezza sulla storia e sulla fine di Mohenjo-daro e che, allo stesso tempo, negli antichi testi indiani esistono riferimenti a guerre effettuate con l’utilizzo di armi così tanto potenti da essere in grado di radere al suolo intere città.
Insomma, teorie particolari a parte, Mohenjo-daro deve ancora essere profondamente studiata.
Mohenjo-daro oggi
Oggigiorno Mohenjo-daro è stata trasformata in un vero e proprio parco archeologico completo di tavoli da picnic e giardini ombrosi e lussureggianti. Nonostante questo, però, i turisti in visita in Pakistan raramente si addentrano in questa località remota. Eppure, le capacità di coloro che l’abitavano di padroneggiare l’arte dell’igiene e dello smaltimento delle acque reflue erano davvero uniche nel loro genere, senza considerare il fatto che furono utilizzati materiali da costruzione standardizzati, nonostante la carenza di macchine.
Quello che potrete visitare è la sua città alta circondata da mura che ospitava i templi, le piscine sacre per i riti di purificazione, il palazzo del re, le case dei nobili e i granai; così come la città bassa, quella che era abitata dal popolo.
Vi è, inoltre, il Mohenjo-daro Museum, un piccolo edificio situato in un’area erbosa dove poter ammirare centinaia di sigilli decorativi, statuette, gioielli, strumenti, giocattoli e pezzi di ceramica straordinariamente ben conservati.
Sfortunatamente, però, come tanti anni fa fu quasi sicuramente evacuata a causa di fenomeni atmosferici, anche oggi la città è di nuovo in pericolo per colpa delle devastanti inondazioni che hanno colpito il Pakistan nell’agosto 2022.
È diventato particolarmente necessario, quindi, intervenire al fine di proteggere questo importantissimo patrimonio storico, un sito che deve ancora lasciarsi del tutto scoprire.