L’Italia, in particolare in questo 2023, è stata caratterizzata da una primavera instabile e certamente non priva di rovesci. Ma come lo scorso anno da noi, in alcune parti del mondo a prendere il sopravvento è stata la siccità e in particolare in Messico, Paese in cui è riemerso il Templo de Quechula, una chiesetta di un’antica città abbandonata ormai da tempo a causa di un’epidemia.
Quechula, città fantasma
Quechula è il nome di quella che in un’epoca piuttosto lontana era una città del Chiapasa e che è poi stata sommersa. Proprio qui venne costruita un’imponente chiesa, ovvero il Templo de Quechula conosciuto anche come il Tempio di Santiago, poiché l’obiettivo era fare diventare questo insediamento un vero e proprio centro abitato.
Il destino di Quechula però non fu quello che si erano immaginati i messicani: a seguito della diffusione della peste, che colpì la città nel 1773-1776, quello che doveva essere l’abitato e la sua chiesa furono abbandonati
Nel 1966 si decise poi di costruire la diga di Nezahualcóyotl sul fiume Grijalva che inevitabilmente travolse tutta l’area, inclusa la grande chiesa. Carlos Navarrete, un architetto, molto tempo fa ha realizzato uno studio sulle rovine dell’edificio religioso e ritenne che, con molta probabilità, la chiesa fu servita dai sacerdoti di altre chiese locali.
Con la siccità del 2002 e del 2015 i livelli di acqua si sono talmente abbassati che i resti della chiesa sono riemersi tanto da attirare numerosi visitatori. Per poi arrivare al 2023, anno in cui le rovine nella loro interezza sono ben visibili come mai prima d’ora.
Cosa sta succedendo
In Messico la siccità va avanti da un bel po’ e si sono facilmente raggiunti anche i 40°C. Questo intenso caldo ha provocato un forte abbassamento del livello del fiume Grijalva che ha fatto sì che la chiesa sia di nuovo completamente esposta. Non è perciò affatto un caso che alcuni viaggiatori arrivino ai suoi cancelli per ammirarla.
Una siccità che però se è vero che da un lato restituisce tesori preziosi come questo, dall’altro preoccupa e non poco, soprattutto quelle persone che vedono in questo fiume una risorsa fondamentale per la loro sopravvivenza.
Un esempio di tutto ciò sono gli allevatori di tilapia, una specie di pesce d’acqua dolce, che è una vera e propria fonte di vita per migliaia di persone. Ma il danno non è certamente solo questo perché la siccità odierna è solo solo uno dei tanti segnali che ci informa che il cambiamento climatico in atto diventa di giorno in giorno più drammatico.
Il continuo aumento delle temperature comporta anche conseguenze apparentemente non visibili ai nostri occhi ma che possono creare tragedie. È il caso, per esempio, del riscaldamento degli oceani, dello scioglimento dei ghiacci e dell’innalzamento delle acque che mettono a rischio non solo gli esseri viventi terrestri, ma anche quelli che popolano gli abissi e che sono fondamentali per l’equilibrio e la sopravvivenza di questo pianeta.
Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai evidenti a tutti, anche sotto forma di antiche chiese che riemergono da un fiume. Eppure sembrerebbe non avere ancora l’interesse che merita un urgente argomento come questo.