Scoperto un sito archeologico dell’era mesolitica in Serbia, ritrovamento eccezionale

Vicino a Zvonska Banya, nella grotta Peshteria, è stato di recente portato alla luce un importante sito archeologico dell'era mesolitica

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Flavia Cantini

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Pubblicato: 10 Novembre 2024 07:55

Vicino a Zvonska Banya, sopra il canyon Tsedilka, nella grotta Peshteria, è stato di recente portato alla luce un importante sito archeologico dell’era mesolitica.

Gli scavi, condotti dalla Facoltà di Filosofia di Belgrado, hanno rivelato la presenza di strumenti in pietra e osso, insieme a pendenti realizzati dai denti di una specie di carpa. Si tratta di una scoperta eccezionale, paragonabile per datazione al celebre sito di Lepenski Vir, che testimonia l’antica presenza umana in questa regione.

Le ricerche e la collaborazione internazionale

Il primo sopralluogo nella grotta risale al 2011, quando gli archeologi serbi, in collaborazione con l’Università dell’Arizona, visitarono oltre 40 grotte nella Serbia orientale.

Soltanto nel 2022, però, sono iniziati gli scavi sistematici che hanno portato alla conferma dell’importanza storica del sito. Dušan Mihailović, professore di archeologia e capo dello studio, ha dichiarato alla rivista PHAR che i test al radiocarbonio hanno avvalorato l’epoca mesolitica del sito, una scoperta rara in Serbia dai tempi dell’apertura di Lepenski Vir e del sito di Gerdap.

La vita delle comunità mesolitiche

Le datazioni indicano che il sito risale al periodo tra il 6.000 e il 7.000 a.C. Gli scavi hanno portato alla luce reperti che offrono uno spaccato della vita quotidiana delle comunità mesolitiche: dalla caccia alla pesca, fino ai contatti con altre popolazioni.

Mihailović ha spiegato che tale periodo rappresenta un’era di transizione, in cui il clima si avvicinava a quello odierno e le risorse naturali come l’acqua e le piante divennero fondamentali per il sostentamento umano: le comunità iniziarono così a sviluppare tecniche di pesca e di raccolta di alimenti vegetali, integrandole con la caccia tradizionale.

L’importanza della scoperta

Nella grotta sono stati rinvenuti oltre 100 reperti, tra cui inserti di falci per la raccolta di cereali e due denti di una carpa del Danubio, utilizzati come applicazioni ornamentali: i ritrovamenti indicano un contatto diretto tra le comunità mesolitiche del Ponišavie e quelle del Danubio e sottolineano una continuità culturale e una rete di comunicazioni che attraversava le regioni danubiane.

La scoperta è particolarmente significativa poiché si colloca nel periodo di passaggio tra Mesolitico e Neolitico, epoca in cui le prime comunità neolitiche iniziarono a diffondersi nei Balcani provenendo dall’Anatolia. Il sito di Zvonska Banya rivela la presenza di alcuni degli ultimi cacciatori-raccoglitori prima della transizione verso l’agricoltura, offrendo così un’opportunità inedita per studiare i contatti tra le popolazioni locali e i nuovi gruppi neolitici.

Tracce del Paleolitico e riconoscimento internazionale

Quest’anno, durante le indagini, è stato rinvenuto un nuovo strato ancora più antico, risalente con ogni probabilità al tardo Paleolitico. Mihailović ha affermato che le tracce di cacciatori pre-mesolitici presenti nella grotta testimoniano un’occupazione umana risalente a più di 10.000 anni fa.

Lo strato apre nuovi orizzonti per la conoscenza della preistoria della regione di Pirot, con evidenze che risalgono fino a 28.000 anni fa.

Insomma, la scoperta della grotta di Peshteria ha suscitato l’interesse della comunità scientifica, ritagliandosi anche un articolo pubblicato su una rivista internazionale. Secondo Mihailović, il sito potrebbe portare a nuove comprensioni sulla preistoria dell’Europa orientale e fornire una rara visione della vita delle prime comunità stanziali e dei loro scambi culturali.