Tokyo, capitale di contrasti e tradizioni, custodisce tra le sue strade un tesoro storico che continua a vivere nonostante i secoli: il mercato del pesce di Tsukiji. Celebre in tutto il mondo come esperienza autentica da vivere per sentirsi un vero locale, oggi affronta una sfida inedita: il sovraffollamento turistico.
Quello che un tempo era un luogo pulsante di commerci e tradizione, ora rischia di diventare una “trappola per turisti“, come osservano alcuni sui social.
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Un’attrazione travolta dai turisti
La fama di Tsukiji si basa su un’esperienza percepita come autentica: passeggiare tra le vie strette, osservare le aste del tonno, assaporare sushi omakase o l’anguilla hitsumabushi grigliata. Tuttavia, la realtà ha mostrato un altro volto: il mercato, un tempo pensato per i commercianti e i ristoratori, si è trasformato in un luogo sovraffollato, dove il prezzo elevato e la gestione turistica hanno finito per compromettere la qualità percepita dell’esperienza.
I commenti sui social parlano chiaro: un ambiente sporco, odori intensi, e persino la presenza di topi e scarafaggi. Insomma, ciò che prima era una vetrina della quotidianità giapponese, oggi rischia di diventare un’attrazione disorganizzata e inadatta ai flussi turistici di massa.
Congestione e misure preventive
L’avvertimento ai turisti è arrivato dopo un Natale 2024 particolarmente critico: durante le Festività, Tsukiji, noto per essere un punto di riferimento per la spesa del Capodanno, ha visto le sue stradine intasate da turisti in numero eccessivo.
Per svuotare il mercato ci sono volute ore, e l’evento ha acceso un campanello d’allarme sulle conseguenze dell’overtourism. Le autorità locali, infatti, hanno affisso dal 1° dicembre manifesti per chiedere collaborazione e pianificano di coordinarsi con le agenzie di guide turistiche per gestire meglio il flusso di persone, nella speranza di ridurre la pressione sul mercato e preservarne la funzionalità storica.
Una storia minacciata dai tempi moderni

Tsukiji non è un mercato qualsiasi. Fondato ai tempi degli shogun, ha attraversato secoli di storia ed è sopravvissuto a eventi catastrofici come il grande incendio di Tokyo del 1657, il terremoto del 1932 e i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
Ha resistito alla gentrificazione e alle trasformazioni urbanistiche della metropoli, mantenendo la sua identità di mercato all’ingrosso. Oggi, però, la minaccia non è più naturale o politica, ma turistica: i visitatori in massa rischiano di alterare l’essenza stessa di Tsukiji e di trasformare un luogo storico in un’attrazione consumistica e sovraffollata.
La sfida della sopravvivenza
Yoshitsugu Kitada, a capo del consiglio di amministrazione del mercato, ha ricordato che l’infrastruttura non è mai stata progettata per accogliere decine di migliaia di turisti: la gestione del numero di visitatori è diventata una priorità per mantenere Tsukiji vivo e funzionante e per preservarne al contempo l’autenticità. La collaborazione con le guide turistiche e le campagne di sensibilizzazione sui comportamenti appropriati sono solo alcuni dei tentativi per bilanciare la fama internazionale con le esigenze dei commercianti locali.
In un’epoca in cui il turismo globale può trasformare le attrazioni culturali in trappole affollate, Tsukiji rappresenta un caso emblematico: la storia millenaria di Tokyo che lotta per difendersi e mantenere il suo spirito intatto, tra profumi di pesce fresco e il fragore delle aste, come ai tempi degli shogun.