L’isola di Nauru, situata tra l’Australia e le Hawaii, è uno dei luoghi più remoti del mondo. Eppure, la lontananza da tutto e tutti non la salva dalle drammatiche conseguenze del riscaldamento globale. Anzi, tutt’altro. La nazione insulare sta attualmente affrontando significative inondazioni che mettono in pericolo le abitazioni locali, gli edifici governativi e il suo unico aeroporto, situato vicino all’oceano.
In risposta Nauru, il terzo Paese più piccolo del mondo, sta lavorando per trasferire i suoi residenti in zone più elevate. Per farlo, ovviamente, ha bisogno di soldi. Dove trovarli? Per coprire i costi del trasferimento di circa 10.000 residenti dalle loro abitazioni, situate in zone a rischio inondazione, sta vendendo passaporti.
La storia di Nauru: da luogo incontaminato a isola ad alto rischio di estinzione
Fino all’arrivo degli inglesi nel 1798, questa era un’isola che, per le sue bellezze e caratteristiche, poteva essere considerata un luogo tranquillo e incontaminato. Nel corso degli anni, più i contatti con il mondo esterno si intensificavano, più l’isola diventava un luogo di violenza e sfruttamenti ambientali. Nel corso del 1800 divenne l’isola-rifugio dei criminali che riuscivano a scappare dall’isola di Norfolk, un’ex colonia penale britannica situata a circa 900 miglia a est dell’Australia.
Furono loro ad aiutare i nauruani a barattare con gli europei di passaggio, introducendo così sull’isola armi, tabacco e alcolici. Il vero inizio della fine per Nauru, però, fu la scoperta fatta da un geologo alla fine del 1800: dopo varie ricerche, realizzò che l’80% dell’intera isola, in particolare l’altopiano centrale rialzato, chiamato “Topside” dai nauruani, era ricco di fosfato di calcio.
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Nei primi anni Venti, Nauru esportava all’incirca 200.000 tonnellate metriche di fosfati all’anno; due decenni più tardi, aveva superato di quattro volte quella quantità. Inutile dirvi che questo causò numerosi problemi all’ambiente, rendendo l’entroterra inadatto all’agricoltura e distruggendo l’ecosistema una volta ricco di flora e fauna.
Nel corso degli anni ’90 le esportazioni di fosfato subirono un declino costante e, a partire dal 2004, il periodo di prosperità di Nauru era ormai concluso. E il cambiamento climatico sta portando ancora più problemi: siccità e tempeste si stanno intensificando, mentre l’innalzamento del livello del mare sta erodendo la costa costringendo gli abitanti a trasferirsi.
La vendita dei passaporti per trasferire gli abitanti di Nauru
Nauru, minacciata dalle inondazioni e da anni di estrazione di fosfati, si ritrova oggi a dover affrontare le conseguenze del riscaldamento globale vendendo passaporti. Per sostenere questo sforzo, è stato lanciato il Programma di Cittadinanza per la Resilienza Economica e Climatica di Nauru.
Questo programma permette agli stranieri di ottenere una seconda cittadinanza acquisendo un passaporto di Nauru, che offre diversi vantaggi, tra cui l’accesso senza visto a 89 Paesi, tra cui Hong Kong, Singapore, il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti, la possibilità di includere nella domanda coniuge e familiari a carico e nessun limite al soggiorno minimo o ai requisiti di visita.
Tuttavia, considerata la situazione, è probabile che gli stranieri disposti a pagare oltre 130.000 dollari americani per acquistare il passaporto non visiteranno mai veramente l’isola né vi risiederanno. Il presidente David Adeang, secondo Bloomberg, sta cercando di raccogliere una cifra iniziale di 65 milioni di dollari per procedere con i lavori di trasformazione dell’entroterra, destinato a ospitare una nuova cittadina, fattorie e luoghi di lavoro, dove gli abitanti delle zone costiere potranno iniziare una nuova vita.